Catalogna: i diriti negati
Carles Puigdemont e Toni Comín avrebbero dovuto presentarsi davanti alla Giunta elettorale di Madrid, per giurare fedeltà alla costituzione spagnola, e in questo modo essere accreditati per poter svolgere la funzione di europarlamentari, dopo essere stati eletti nelle votazioni europee del 26 maggio.
Secondo la legge elettorale spagnola (legge 224.2) è una prassi indispensabile, e non adempiendo a questo iter il posto viene dichiarato “vacante”.
In pratica Puigdemont e Comín non potrebbero presenziare alla prima plenaria del Parlamento Europeo, che si svolgerà a Strasburgo il prossimo 2 luglio alle ore 10.00.
Al loro posto c’era l’avv. Gonzalo Boye, per adempiere alle procedure ma la Giunta elettorale non ha ritenuto valida questa procedura. La stessa situazione, ma ancora più paradossale e grave, vale per Oriol Junqueras, il terzo eurodeputato catalano eletto, che è incarcerato: pur avendo chiesto alla Corte Suprema di poter espletare le procedure richieste non ha ottenuto il permesso momentaneo di uscire dal carcere e non ha potuto espletare le formalità.
Il popolo catalano li ha regolarmente eletti ma potrebbe essere un voto inutile, una ennesima umiliazione del diritto di un popolo a votare i propri rappresentanti.
In attesa di un qualche segnale da Bruxelles, forse il Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia potrebbe ricordarsi della mozione a favore dell’indipendenza della Slovenia votata trent’anni fa e pronunciarsi per la Catalogna e i suoi eletti!