Cosa fa la Regione per il friulano? Non tutela la minoranza linguistica friulana e la discrimina.

Cosa fa la regione per il friulano?

Che l’assessore regionale alla cultura Tiziana Gibelli, da milanese, non conosca la realtà linguistica e culturale della Regione lo avevamo già capito.

L’affermazione che il “teatro Stabile in friulano” non può essere finanziato perché “non posso tagliare i fondi agli altri per darli a Udine” (da una intervista all’assessore Tiziana Gibelli pubblicata sul quotidiano il Messaggero Veneto il 26 giugno a pag. 21) ci fa comprendere come non sia minimamente percepita da questo assessore “milanese” l’importanza della tutela delle minoranze linguistiche nella nostra regione.

Che nelle pieghe del miliardario bilancio regionale, non si riesca a trovare 150 mila euro da assegnare per il 2019 all’istituzione del “Teatro stabile friulano” è, secondo noi,  sinonimo di una visione “dialettale” della lingua friulana e, con grande probabilità, anche di una posizione ideologica friulanofobica.

Non si tratta “di togliere i fondi ad altri” ma piuttosto di dare attuazione all’art. 6 Cost, alla L. statale 482/99 e alla legge regionale 29/2007.

L’autonomia speciale regionale cammina con le gambe delle minoranze linguistiche e la minoranze linguistica friulana è quella più numerosa in regione, oltre al fatto che sono decenni che questa minoranza linguistica, inascoltata, chiede che i suoi diritti linguistici siano tutelati anche in teatro.

Gli italiani hanno a disposizione tantissimi e “costosissimi” teatri in lingua italiana, tutti pagati dai cittadini: nessuno si autofinanzia; giustamente, la minoranza linguistica slovena della nostra regione ha da decenni il suo “teatro stabile in lingua slovena”; perfino il dialetto triestino ha il suo teatro stabile (la Contrada); solo per la tutela anche in teatro dei diritti linguistici della minoranza linguistica storica friulana “non ci sono mai soldi”?

VONDE JESSI DISCRIMINÂTS!!