La politica linguistica di tutela della minoranza linguistica friulana, ha necessità di assessori regionali competenti e non di “orecchianti” disinformati.
“Il cuadri de planificazion linguistiche, de complessitât des operazions, de organizazion e des competencis che a coventin al dimostre che par puartâ indevant i principis di tutele e di disvilup de lenghe furlane e varès di jessi une grande clarece e determinazion politiche e aministrative. Pal plui si pues viodi che e mancje: i risultâts otignûts fin cumò no derivin di une azion compate e di une volontât de classe politiche, espression de popolazion, ma ben di une juste azion di resistence di une minorance di inteletuâi che a son espression o interpretazion dai interès dal popul, ma che dispès no cjate comprension o solidarietât nancje tal mont politic regjonâl, influençât dal podê centrâl che par tradizion al è contrari o insensibil aes minorancis.”
Tratto da : http://www.serling.org/new/pdf/planificazion_linguistiche.pdf di Alessandro Carrozzo
Perchè meravigliarsi della scarsa competenza degli assessori regionali della Giunta Fedriga (ma con le precedenti Giunte regionali le cose non andavano meglio…) relativamente alla pianificazione linguistica di tutela delle minoranze linguistiche, in primis la minoranza nazionale friulana?
La L.r. 29/2007 è ancora in gran parte da attuare a distanza di 12 anni dalla sua approvazione: e ciò è indice di disinteresse e incompetenza della politica regionale, espressione quest’ultima soprattutto del capoluogo alabardato di cui è nota l’insofferenza per tutto ciò che PUZZA di “friulano”, in primis la lingua.
Il poco che è stato fatto lo si deve quasi esclusivamente alla pressione di una minoranza di intellettuali friulani che si sono fatti portatori e interpreti degli interessi del popolo friulano.
Dalla stampa locale risulta che l’assessore regionale, triestino, Pierpaolo Roberti abbia dichiarato che “non dobbiamo commettere l’errore di fraintendere la promozione e la tutela di una lingua e di una cultura con la promozione dell’una o dell’altra associazione” e abbia proposto la cancellazione dell’elenco delle associazioni a cui concedere fondi senza partecipare a bandi in quanto considerati enti/associazioni di primaria importanza.
Ma l’assessore triestino Roberti conosce l’ABC della politica linguistica di tutela di una minoranza linguistica? Conosce la grande battaglia fatta dai friulani per ottenere il loro riconoscimento di minoranza linguistica? Conosce i nomi dei protagonisti di questa grande battaglia?
La politica linguistica ha bisogno di programmazione pluriennale e non certo di bandi annuali; ha bisogno di “fondi” certi e non di offensive elemosine ….come è successo fino ad ora!
I bandi annuali impediscono ogni forma minima di programmazione di politica linguistica.
Ci sono alcune associazioni, che potremmo definire storiche, come “Glesie Furlane” e la Fondazione che stampa il mensile “Patrie furlane”, che hanno fatto la “Storia” delle rivendicazioni linguistiche friulane e hanno un posto importante nella politica di tutela della minoranza linguistica friulana. Come potranno programmare la loro attività senza la certezza di fondi almeno triennali?
Ma un triestino, com’è l’assessore Roberti, lo sa tutto questo? Permetteteci di dubitarne.