FRIULI – “QUALCOSA NON VA!” – Comunicato stampa

Comitât pe Autonomie e pal Rilanç dal Friûl

A chi di dovere

Qualcosa non va!

Il taglio di un piccolo finanziamento regionale (200.000 €, briciole!) all’Università del Friuli ha creato qualche commento, qualche comunicato e forse ci saranno un po’ di firme in calce a un documento. Come dieci anni fa, quando si mosse anche l’Arcivescovo di Udine.

Ma i 200.000 € erano un’elemosina, data grazie ad un comma di legge del 2011, che i friulani avrebbero dovuto rifiutare da subito. Umiliante nell’importo, lontana dalle esigenze e dai meriti dell’ateneo, in balia delle forze politiche regionali che, di qualunque colore, per anni non hanno dato applicazione alla norma sulla perequazione e solo nel 2017 la Giunta Serracchiani, a fine mandato ha concesso l’astronomica cifra di….300 mila euro.

Le forze politiche regionali, tutte, non si sono mai prodigate affinché il Governo nazionale provvedesse a sostenere correttamente l’università voluta dai friulani con 120.000 firme e con una mobilitazione durata anni. Soprattutto la Lega Nord con il senatore Pittoni ha fatto più propaganda che altro considerati gli scarsissimi risultati raggiunti.

In questi anni abbiamo visto leggi elettorali che hanno umiliato la rappresentanza politica friulana in Parlamento, a favore dell’area “non friulana”; con la cancellazione delle provincie e l’istituzione delle UTI si è frammentata l’organizzazione amministrativa del Friuli aumentando il potere della capitale regionale rispetto ai territori; con la committenza unica regionale si sono umiliati gli amministratori comunali imponendo loro appalti e costi decisi dalle parti di Barcola; si stanno dirottando sul Carso gli strumenti e le competenze di quel gioiello che è l’Istituto di Genomica Applicata di Udine; si è umiliata in ogni occasione la lingua friulana e le organizzazioni culturali che la valorizzano e si potrebbe continuare.

Tra mille battaglie bisogna però sceglierne una e quella per l’ateneo friulano è quella più emblematica perché fu voluta dai friulani, con le loro firme, con l’impegno dei suoi uomini e donne migliori.

In questi decenni la società friulana ha beneficiato di quell’impegno, con i propri figli laureati a Udine, Gorizia e Pordenone, con gli investimenti immobiliari, l’impulso dato all’innovazione nei vari settori economici e culturali ma nulla è dato per sempre e, per evitare una involuzione da sotto finanziamento decisa altrove serve una nuova mobilitazione.

il presidente
dott. Paolo Fontanelli