FRIULI INNOVAZIONE, FEUDO TRIESTINO?

“INNOVAZIONE, FEUDO TRIESTINO?” : questo l’allarmato titolo di un articolo pubblicato sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, La Vita Cattolica,  il 15 febbraio 2017.

Articolo a cui veniva affiancata una intervista all’allora Presidente del Parco scientifico e tecnologico di Udine “Friuli Innovazione”, Germano Scarpa,  e dall’altrettanto significativo titolo “SI’ AL MERITO…..”

Friuli Innovazione non solo è una grande eccellenza nel panorama regionale della “Innovazione tecnologica” ma ha anche una RARA caratteristica: SI AUTOFINANZIA. Come dovrebbe essere noto a tutti che “Friuli Innovazione” è una grande eccellenza – RICONOSCIUTA –  a livello europeo ed internazionale.

Perché dunque cedere alla Regione il controllo su questa eccellenza friulana che si è sempre autofinanziata e con i bilanci in attivo?

Regione, oltre tutto,  rappresentata oggi da un assessore – la triestina Alessia Rosolen – che risulta “guardata” con molto sospetto  dalla Comunità friulana per le sue note posizioni politiche triestinocentriche e anti-friulane….

Perché la Confindustria udinese – nelle scelte del suo direttivo – ha voluto cancellare l’autonomia di “Friuli Innovazione” e farla diventare un feudo triestino (Area science park)?  Il solito masochismo friulano che non crede nelle sue eccellenze e considera “più verde l’erba del vicino”? O una classe dirigente sempre meno friulana e sempre più triestinocentrica?

Nell’articolo pubblicato  sul quotidiano Il Messaggero Veneto, venerdì 7 febbraio 2020, a pagina 21 e a firma di Cristian Rigo, leggiamo:
“da un fatturato di 1,9 milioni di euro nel 2017, Friuli Innovazione è passata  a 2,2 milioni nel 2018 e ai 2,7 lo scorso anno. L’aumento si deve ai progetti, vero core business della società passati a loro volta da 1 milione di euro nel 2017 a 1,9 milioni del 2019”.

Non c’era dunque nessuna necessità di far entrare Area in Friuli Innovazione, né di ampliare e modificare la struttura societaria.

SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA!!