FRIULI: il passato che ritorna?

PER NON DIMENTICARE!!

Il Gazzettino 24.07.2008 – Lettera pubblicata nella Rubrica della Posta dei Lettori
TITOLO – Trieste becchina dell’Università del Friuli

Trieste ci riprova di nuovo: cancellare l’onta della sconfitta di trent’anni fa quando l’odiato Friuli riuscì ad avere una sua università autonoma. Oddio, la nuova istituzione avrebbe dovuto chiamarsi “Università del Friuli”, così infatti era previsto nella proposta di legge popolare sottoscritta da centinaia di migliaia di friulani, ma a Trieste, grazie ai collaborazionisti friulani, riuscì di farla chiamare “Università di Udine”. E gli riuscì anche di introdurre un principio assurdo: il principio della non concorrenzialità. Ossia un’università nuova e con pochissime facoltà non avrebbe potuto istituire facoltà già esistenti presso l’università  di Trieste: un modo subdolo per impedire lo sviluppo della nuova istituzione friulana, per impedire di vedersi “sfilare” dal Friuli gli studenti friulani che in massa riempivano allora, siamo nel 1978, le camere delle case dello studente di Trieste.

Per le famiglie triestine far studiare i propri figli all’università non ha mai creato alcun problema economico: i propri rampolli andavano, e continuano ad andare, a lezione in vespetta o in bus. Ma vuoi mettere se abiti in Carnia, a Cividale del Friuli o a Latisana? E infatti il Friuli allora, anno 1978, era una delle regioni (perché esiste una Regione Friuli anche se Trieste sta facendo di tutto per cancellarla!) con la più bassa percentuale di laureati. E nacque l’Università del Friuli: un doppione di Trieste? Così la pensavano i triestini e i loro collaborazionisti friulani. Che al contrario fosse un diritto dei friulani a loro non passava nemmeno per la testa: e chi sarebbe andato ancora a sfalciare il fieno, disse allora un rettore dell’Università di Trieste.

Fortunatamente, Trieste violò immediatamente il vincolo di non concorrenza: Udine aveva pochissime facoltà e la principale era la facoltà di lingue straniere: che ti fa Trieste? Immediatamente istituisce una facoltà di lingue straniere. Un doppione? Certo, un doppione. Ma Trieste può istituire doppioni, sono gli altri che non possono istituire ciò che a Trieste esiste già! Vorrai mica scherzare? Trieste è Trieste! La grande Trieste, sempre molto cara ai cuori (e anche al portafoglio) degli italiani. Comunque, nonostante le previsioni nefaste dei detrattori della nuova istituzione, l’Università del Friuli è riuscita a farcela alla grande e oggi è una delle migliori università italiane con punte di eccellenza che tutti ci invidiano, Trieste compresa!

Roma, purtroppo, continua a finanziare le università quasi totalmente in base al costo storico: ti faccio la fotografia in un certo anno (il 1993 per l’università friulana) e continuo a finanziarti in base alle necessità finanziarie di quell’anno. Ma se io ho duplicato gli iscritti? Cavoli tuoi, chi ti ha detto di essere così bravo? Te la devi cavare con un pesante sotto finanziamento! E le università poco virtuose che hanno modificato in peggio la famosa fotografia? Hai mai visto in Italia finanziare in base al merito? E poi pare che le poco virtuose siano la maggioranza e quindi si tengono ben stretto il loro “sovra finanziamento”: Trieste inclusa. Udine continua dunque ad essere finanziata in base ad una fotografia fatta tanti anni fa e così si becca un sotto finanziamento che oscilla, con segno meno, dal 18 al 20%: ossia 95 milioni di euro dal 2001 ad oggi. E Trieste? E’ una delle università più fortunate, o meglio, privilegiate, d’Italia: la quinta nella classifica delle Università più sovra finanziate (+ 19%). Ma nonostante questo sovra finanziamento, Trieste pare abbia corsi di laurea privi dei requisiti minimi per rimanere attivi.

Se poi ci aggiungi il ministro Tremonti che vuole diminuire i finanziamenti alle università

Ma niente paura, ci pensa la neo-assessore regionale alla ricerca e alle Università, la triestina.doc, Alessia Rosolen (con l’aiuto dei collaborazionisti friulani Tondo e Saro), a mettere a posto tutto: una bella “Fondazione regionale di diritto privato delle Università del Friuli – Venezia Giulia” e ogni problema è risolto: per Trieste s’intende! Perché pare, che nonostante le alte grida di aiuto che si levavano, e continuano a levarsi, da Palazzo Florio a Udine, in tutti questi anni nessun parlamentare regionale si sia mai preoccupato del sotto-finanziamento dell’università friulana. Oddio, se si tratta di salvare il Fondo per Trieste, allora ci si fa in quattro, ma in regione qualcuno deve pure andare a fare il fieno: e poi quante pretese questo contado contadino!

A dire il vero la “becchina” dell’università del Friuli ha anche altre strane idee: troppi doppioni tra le due università: perché non proviamo a chiuderne un bel po’ a Udine? Oppure, dai, noi triestini siamo notoriamente generosi, facciamo come per i corsi infermieristici: i doppioni li attiviamo ad anni alterni. Ma le facoltà universitarie friulane non hanno problemi di requisiti minimi! Suvvia, friulani, qualche piccolo sacrificio per la grande Trieste lo potete ben fare.

E la biblioteca della facoltà friulana di giurisprudenza? Per Alessia Rosolen non deve essere finanziata. Così pare aver dichiarato ai giornalisti in una intervista al Gazzettino. Mon Dieu! C’è già quella molto fornita della facoltà di giurisprudenza di Trieste, che bisogno c’è di sprecare così preziosi finanziamenti! Un consiglio all’assessore Molinaro: vuole risparmiare con le biblioteche comunali? Segua i suggerimenti della collega Rosolen: elimini tutte la biblioteche salvo una: quella di Trieste. E perché non mantenere in vita solo la biblioteca di Stato di Roma? Pensa che risparmio! Chi glielo suggerisce a Berlusconi?

Pare di essere a “Scherzi a parte”, ma purtroppo non è così: Alessia Rosalen, con la preziosa collaborazione di Tondo e Saro, ci sta confezionando un bel pacco dono: la cancellazione dell’Università autonoma del Friuli!.

Michele Tuan  – Castions di Strada

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COMMENTO della Redazione del Blog

La lettera è stata pubblicata sul quotidiano “IL GAZZETTINO” di Udine il  24 luglio 2008, ossia ben 12 anni fa…..ma  pare scritta oggi!!
I “PREDONI” sono di nuovo in attività!!
Nel 2009 Presidente di regione era Renzo Tondo, triestino di adozione, mentre ora  Presidente di regione è Massimiliano Fedriga,  triestino doc.

L’assessore regionale alla ricerca e all’università?  Alessia Rosolen (“triestina” super-DOC) sia nel 2008 che oggi…

Così scriveva l’on.le Arnaldo Baracetti nel 2009 in un articolo pubblicato sul quotidiano Il Messaggero Veneto, articolo  che non possiamo non ricordare e che menziona Alessia Rosolen e il “suo” tentativo, ieri come oggi, di imporre una “Fondazione regionale” che non serve se non a ricattare l’ateneo friulano e che porrà termine all’autonomia della nostra Università: allora questo tentativo  fu bloccato dal Rettore Compagno e dalla comunità friulana. E oggi? Naturalmente, poi a cose fatte il Presidente Fedriga  ci spiegherà – come ha tentato di fare con Friuli Innovazione “rapinato” da Trieste – che la Fondazione regionale è un grandissimo vantaggio per l’Università friulana e i Friulani.

Arnaldo Baraccetti non era della stessa opinione…..e nemmeno noi!