REFERENDUM COSTITUZIONALE – IL FRIULI E LE LEGGI ELETTORALI: I MOLTI PERCHE’ PER UN “NO”

Comitât pe Autonomie e pal Rilanç dal Friûl

Comunicato stampa – 10.9.2020

Il Friuli e le leggi elettorali:
i molti perché per un “NO”.

Anche nell’appuntamento referendario di quest’anno crediamo necessario votare NO.

Per il Friuli e per l’intero Paese.

In gioco non c’è solo la riduzione dei parlamentari che colpisce la nostra Regione in modo più che proporzionale rispetto al resto del Paese ma c’è un aggravarsi di una visione centralista da cui si salva solo l’Alto Adige-Sud Tirolo.

A completare il quadro negativo che emerge dagli esiti della riduzione dei parlamentari (ricordiamo che un uguale risparmio si potrebbe ottenere dalla revisione delle nostre missioni all’estero o in mille altri modi) vi è la legge elettorale che è in preparazione per poter poi andare al voto concretamente.

Nel momento in cui scriviamo è previsto che i collegi elettorali restino quelli attuali e quindi non verrà ridimensionato l’attuale collegio extra-large triestino e parte del Friuli continuerà a permettere a Trieste di essere sovrarappresentata (nelle ultime elezioni abbiamo avuto un eletto triestino ogni 30.000 abitanti, in Friuli uno ogni 82.000!) , inoltre sarà necessario superare la soglia del 5% su base nazionale. Per far finta di accontentare le piccole forze politiche si potrà avere un “diritto di tribuna” ovvero eleggere un rappresentante superando il 5% in almeno 2 regioni. E’ evidente però che una lista della minoranza linguistica friulana resta esclusa da qualunque possibilità. Quindi il Friuli avrà meno rappresentanti con i partiti nazionali e neanche una ipotetica, futuribile, rappresentanza di una forza politica friulana.

E’ ora di dire basta alle leggi che continuano a penalizzare la minoranza linguistica friulana e il Friuli, magari solo per privilegiare Trieste. Dopo la congerie di leggi elettorali incostituzionali che hanno massacrato la democrazia di questo Paese ora al referendum per la riduzione dei parlamentari non possiamo che votare NO.

Il presidente

dott. Paolo Fontanelli