Che sia intraducibile in lingua slovena l’espressione “solidarietà tra minoranze linguistiche”? Che siano intraducibili in lingua slovena il testo della Costituzione italiana e le sentenze della corte Costituzionale che affermano che è VIETATA la discriminazione tra minoranze linguistiche?
Già nel 2018, utilizzando tre VISITOR della provincia di Bolzano, la minoranza linguistica slovena di Trieste aveva “tentato” di garantirsi “ALMENO” un posto di Consigliere regionale presentando in Parlamento una proposta di legge (IN)costituzionale di modifica dello Statuto di autonomia speciale della nostra regione.
E oggi ci riprova di nuovo: è notizia del 6 settembre che la senatrice TRIESTINA di lingua slovena, Tatjana Rojc (eletta nelle file del PD quale rappresentante “dichiarata” della minoranza linguistica slovena), ha presentato in Parlamento una proposta di legge costituzionale per modificare l’art. 56 della Costituzione italiana con il fine di garantire alla “SOLA SUA” minoranza linguistica un seggio garantito in Parlamento. Una richiesta palesemente incostituzionale che viola non solo la Costituzione italiana ma non tiene neppure conto delle numerose sentenze della Corte Costituzionale che ha più volte affermato il principio costituzionale del “DIVIETO DI DISCRIMINAZIONE” tra minoranze linguistiche.
Ricordiamo infine che – come risulta riportato dalla cronaca giornalistica – i parlamentari triestini Russo e Rosato (Partito democratico), strumentalizzando l’art. 26 della legge di tutela lingua slovena 38/2001, sono riusciti a imporre un collegio extra-large triestino che include molti comuni friulanofoni della provincia di Udine negando così alla minoranza (o maggioranza nel proprio territorio comunale?) linguistica friulana che vive in questi Comuni ogni diritto elettorale e linguistico tutelato dalla Costituzione italiana. UN TRUCCO ELETTORALE che nelle ultime elezioni parlamentari ha fatto sì che il 18% degli elettori regionali (ossia i triestini) abbia eletto ben il 40% dei deputati spettanti alla regione in quanto il peso di Trieste (200 mila abitanti) è determinante nella conta dei voti nel collegio extra-large triestino.
Così scrive il Movimento “Patrie Furlane” sul suo sito facebook, con cui concordiamo totalmente:
“L’ultima volta che il PD ha messo mani alle legge elettorale, ha strumentalizzato la tutela della minoranza slovena per sottrarre al Friuli tutta la bassa friulana aggregandola al collegio elettorale maxi di Trieste per garantirgli più eletti.
A farne scapito è stato il nostro gruppo nazionale che, in barba alle convenzioni europee, adesso trova il proprio territorio linguistico spaccato e separato su più collegi elettorali con la conseguenza diretta di vedere ridotta la propria rappresentanza a Roma, sempre a vantaggio del peso politico di Trieste.
Nulla in contrario alle rivendicazioni degli amici della minoranza slovena, ma la Costituzione oggi parla di tutela di tutte le minoranze, e la legge 482/99 ne ha individuate dodici, tra cui quella friulana e quella slovena.
La senatrice Rojc (guardacaso sempre del PD) vuole modificare la costituzione inserendo una tutela differenziata (che quindi equivale ad una discriminazione) SOLO per la minoranza slovena.