Cos’è la logistica? “E’ un servizio, essendo la produzione e la commercializzazione le attività fondamentali”
Cosa significa “logistica” ? “In pratica, trasporti, movimentazioni, distribuzioni, stoccaggi magazzini e attività connese”.
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LOGISTICA: UNA LEGGENDA
di Ubaldo Muzzatti
Leggo spesso su queste pagine favorevolissimi commenti sul ruolo della logistica e sui benefici che tale servizio porterebbe all’intero territorio regionale. Ogni volta che trovo questi entusiastici interventi mi torna in mente un episodio della mia cessata attività. Era qualche decennio fa e già allora era in atto una pervasiva campagna di promozione della logistica, anche sulla stampa indirizzata alla popolazione generale. Il primo effetto fu che furono avviati allora un gran numero di corsi post diploma e post laurea aventi per oggetto, appunto, la logistica. Ero tra i docenti di alcuni di questi corsi e mi ricordo che riscontravano un ottimo successo di iscrizioni, sicuramente indotto dalle attività di promozione di cui si è detto. Dopo i primi giorni di lezione, la schiera degli aspiranti tecnici o manager della logistica si assottigliava. Succedeva quando veniva chiarito che logistica significava, in pratica, trasporti, movimentazioni, distribuzione, stoccaggi magazzini e attività connesse. Tutte cose importanti e indispensabili ma non certo più di altre del processo economico quali, per esempio, la progettazione, la produzione e commercializzazione degli oggetti che poi il servizio logistico si incarica di movimentare.
“Ogni trasformazione può e deve aumentare il valore del prodotto; ogni trasporto e magazzinaggio, per quanto ben realizzati, non fanno che aumentarne il costo”, è uno degli assunti dell’organizzazione industriale. Un altro è che la logistica è un servizio, essendo la produzione e la commercializzazione le attività fondamentali. La pervasiva attività di lobbying, molto ben supportata, tende a invertire l’ordine consolidato della filiera economica relegando le attività fondamentali a comprimarie e cercando di accreditare la logistica (e per essa il porto di Trieste, diciamolo chiaro) come motore unico dello sviluppo regionale. Nel mentre, invece, la regione, e in particolare il Friuli, vive principalmente di industria, artigianato, agricoltura, turismo, commercio, altri servizi e su queste attività dovrà, quasi esclusivamente, contare per ogni ipotesi di sviluppo. Si è giunti a definire alcune di queste “di retroporto”, si pretende di trasformare il Friuli in una “piattaforma”, se ne vorrebbe fare un “corridoio”. Mi risulta incomprensibile, come possano tollerare i friulani queste improvvide uscite che disconoscono la valenza del loro operare, delle loro aziende, dell’intero tessuto economico regionale.
La logistica, poi, è una attività composita non costituita di soli porti ed interporti, piattaforme e magazzini. Per muovere le merci ci vogliono navi, aerei, ferrovie, automezzi, container. Non mi pare ci siano in regione (e neppure in Italia) flotte, linee, mezzi e operatori nazionali adeguati. Per cui, giocoforza, buona parte dei proventi che genera la logistica sono e saranno appannaggio di soggetti non locali. Persino il tradizionale, e un tempo ben attrezzato, autotrasporto soffre non poco la concorrenza degli operatori esteri e non è più in grado, da solo, di coprire la richiesta.
Gioverebbe non poco a fare chiarezza, in regione, uno studio che prendesse in considerazione e presentasse in forma chiara e comparabile i dati reali degli occupati, dei fatturati, del valore aggiunto e delle relative imposte versate dai comparti logistica, industria, artigianato, agricoltura, turismo, servizi tradizionali e innovativi. Allora si vedrebbe, in modo inconfutabile, che in questa regione la logistica (pur importante e indispensabile) non è e non sarà la sorgente prima dello sviluppo del territorio e che neppure la città, da dove e per la quale vi si favoleggia, vive solo di quella. E che invece bisognerà puntare ancora sul manifatturiero, l’agroalimentare, i servizi vari sostenuti ed innovati secondo le linee dettate dall’Europa e fatte proprie dal governo con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Per quanto sopra è auspicabile che i decisori regionali non si facciano ammaliare da narrazioni fantastiche (e un tantino interessate) e si attengano alla realtà dei fatti.
Ubaldo Muzzatti
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L’ottimo articolo a firma di Ubaldo Muzzatti è stato pubblicato sul quotidiano “Il Messaggero Veneto” lunedì 4 ottobre 2021, a pagina 12 – Commenti – LE IDEE. Ringraziamo l’autore, Ubaldo Muzzatti, per averci concesso la pubblicazione del suo articolo.