Copia incolla da internet.
Il Friuli è il 95% del territorio regionale ed è, in termini numerici, abitato dalla seconda minoranza linguistica riconosciuta dalla Repubblica italiana (i friulani).
Che un TRIESTINO come il LEGHISTA Fedriga cerchi di cancellare la storia, l’identità, la lingua friulana e tutte le eccellenze friulane (agroalimentare, ambientale, architettonico, ecc. attribuendole ad una entità amministrativa inventata nel 1947 e composta dalla regione millenaria Friuli e dall’ex-territorio libero di Trieste – TLT – zona A) è sotto gli occhi di tutti.
Da quando è Presidente di regione, non ha mosso un dito per la tutela della minoranza linguistica friulana; non ha mosso un dito affinchè la sede RAI di Udine fosse potenziata e i friulanofoni (600.000 cittadini di questa regione) vedessero finalmente rispettati anche dalla RAI i loro diritti linguistici. Sta portanto avanti la politica triestinocentrica di cancellazione del Friuli e della sua identità, incominciando dal disconoscimento della sua esistenza con il marchio NEGAZIONISTA “Io sono FVG”. Marchio che utlizza sempre in ogni occasione pubblica disegnato sulla giacca e sulla mascherina anti-Covid.
Un marchio assurdo anche sotto il profilo del marketing perchè del tutto privo di attrattiva commerciale. Serve solo alla politica filo-triestina per cancellare il Friuli.
Un marchio che ora l’assessore alla cultura, la MILANESE Tiziana Gibelli, vorrebbe imporre con il ricatto a tutto il mondo sportivo e culturale friulano che sarà obbligato ad utilizzarlo se vorrà ottenere finanziamenti regionali: una assurdità mai vista in nessuna regione italiana!!
NO AL “MARCHIO NEGAZIONISTA”
“IO SONO FVG”
“IO SONO FVG”. Nol rapresente il teritori, nol è origjinâl, al ofint il Friûl
cun clare volontât di scancelâlu
SI CREI UN MARCHIO PER IL SOLO FRIULI
ESATTAMENTE COME C’E’ IN TRENTINO
GIA’ ESISTE E CON GRANDISSIMO SUCCESSO!!
«Il “made in Friuli” è vincente in tutto il mondo, basta saperlo presentare – assicura Gianni Bravo, vulcanico promoter della friulanità nei cinque continenti –. Pochi possono vantare la cultura e la storia che stanno dietro ai nostri prodotti, fattore vincente contro l’appiattimento imposto dalla globalizzazione». (Messaggero Veneto – 21 luglio 2013 – articolo a firma di Alessandro Cesare)