Tutti i parlamentari del Friuli-Venezia Giulia siano eletti direttamente in Regione. Una proposta per permettere la presenza in Parlamento alle minoranze linguistiche.
Il Parlamento ha da alcuni giorni approvato in prima lettura una modifica alla Costituzione che riduce il numero dei parlamentari sia della Camera che del Senato ed ha altresì approvato in via definitiva le modifiche delle Leggi elettorali esistenti per tenerne conto. Così tutto è pronto per quando verrà approvata in via definitiva la modifica della Costituzione. E creando qualche pasticcio se nei prossimi mesi si andasse ad elezioni anticipate.
Quale è oggi la situazione sul piano legislativo per quanto riguarda le minoranze linguistiche nelle elezioni per i rappresentanti alla Camera e al Senato?
Né per la Valle d’Aosta né per il Trentino/Sud Tirolo esistono norme specifiche per le minoranze linguistiche. Tuttavia in Valle d’Aosta e in Trentino/Sud Tirolo l’esistenza di un numero di collegi uninominali costruiti sulle esigenze dei partiti locali, e l’esaurimento del procedimento di assegnazione di tutti i seggi nella Circoscrizione regionale, salva i diritti dei partiti locali.
Nel resto d’Italia esiste la possibilità per liste di rappresentanza di minoranze linguistiche riconosciute di ottenere seggi purché si aggiudichino qualche collegio uninominale. Norma capestro per le liste territoriali. La minoranza slovena del FVG non ha in realtà norme di tutela se non la previsione del dimensionamento dei collegi uninominali: il che oggi non garantisce praticamente niente.
La riduzione del numero dei Parlamentari limita pertanto ancora di più la possibilità di elezione di rappresentanti di partiti o liste di carattere territoriale e non a caso nel Trentino/Sud Tirolo, probabilmente per evitare ripercussioni internazionali, si è operato diversamente. Si sono così attribuiti a quella regione almeno 6 senatori da eleggere in Collegi uninominali.
In F-VG si opera passando da 7 senatori a 4 e contemporaneamente da 13 deputati ad 8, con il conseguente taglio dei collegi uninominali. Si riduce così la già remota possibilità che in F-VG vengano eletti rappresentanti di liste territoriali espressione (anche) di minoranze linguistiche. La differenza di trattamento rispetto a Trentino/Sud Tirolo è evidente ed è ingiustificata come peraltro ha sostenuto l’on. Pettarin nel suo intervento alla Camera.
Serve una soluzione tecnica che garantisca almeno le realtà dove vi è una presenza numericamente significativa di minoranze linguistiche riconosciute diffuse nel territorio. Ritengo quindi che per il Friuli-Venezia Giulia e per la Sardegna debba essere previsto quanto già c’è nella legge elettorale per Valle d’Aosta e Trentino/Sud Tirolo, e cioè che tutti i seggi spettanti alla Camera ed al Senato siano assegnati al livello regionale. La legge elettorale specifica potrà anche definire modalità diverse nelle particolari situazioni, in relazione a dimensioni e caratteristiche organizzative delle minoranze, ma l’importante è che venga riconosciuto un diritto generale non alienabile. Poi tutto dipenderà dalla scelta degli elettori.
Giorgio Cavallo – 1 giugno 2019
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L’articolo a firma di Giorgio Cavallo è stato pubblicato sul quotidiano “Il Messaggero Veneto” il 1 giugno 2019. Ringraziamo del dott. Giorgio Cavallo per averci concesso la pubblicazione del suo intervento.
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