(…) Confidando di aver fornito tutte le informazioni utili a comprendere l’importanza del convegno di sabato prossimo, 13 marzo 2021, cui si potrà accedere in diretta attraverso i link
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(tratto dal sito di FRIULISERA.IT)
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https://www.lavitacattolica.it/Marilenghe/Quale-futuro-per-il-friulano-nei-programmi-Rai?fbclid=IwAR2nfvwvAzhig4Dp8YKMTKosG92-NDE2IH44nAgLZs75E6seOmrEmnpuI9Y
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FRIULANO IN RAI, ECCO LE CONDIZIONI MINIME PER FARE FINALMENTE UN PASSO AVANTI
di MARCO STOLFO
9 giugno 2020
È passato circa un mese e mezzo da quanto, dopo un periodo di sostanziale silenzio, si è nuovamente parlato di Rai e friulano e soprattutto di presenza e utilizzo della lingua friulana nella programmazione radio e tv della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo. L’occasione che aveva riportato in auge quella questione (almeno) ventennale, che riguarda nel contempo i diritti dei cittadini e la qualità e l’efficacia di un servizio fondamentale, era stata offerta dallo svolgimento di due incontri in videoconferenza, rispettivamente il 24 e il 27 aprile.
Al primo avevano preso parte due esponenti del M5S (il deputato Luca Sut e il consigliere regionale Mauro Capozzella), il presidente dell’Assemblea della Comunità Linguistica Friulana e sindaco di Valvasone-Arzene, Markus Maurmair, e il direttore delle Relazioni istituzionali Rai, Stefano Luppi. Al secondo, convocato dal Corecom del Friuli-VG, erano intervenuti, tra gli altri, il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, l’assessore regionale per le lingue minoritarie, Pierpaolo Roberti, il direttore generale di Rai Corporate, Alberto Matassino, e il direttore delle sede regionale, Guido Corso.
Entrambi gli appuntamenti erano legati all’imminenza della scadenza della più recente convenzione tra il Dipartimento Informazione Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Rai riguardante la sede regionale per il Friuli-VG della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e quindi alla definizione dei contenuti di quella che la sostituirà, che dovrebbe essere perfezionata prima dell’estate per avere attuazione a partire dal prossimo ottobre.
Per quanto riguarda il friulano, sono trapelate notizie frammentarie. Dovrebbe esserci la formalizzazione, finalmente, di un minimo di continuità dell’offerta televisiva in lingua friulana e dovrebbe esserne incrementata anche la presenza alla radio, al momento limitata a una novantina di ore di trasmissione all’anno. Il condizionale è d’obbligo, poiché non sono stati resi disponibili dati certi circa le ore di trasmissione radio e tv e le risorse finanziarie destinate a tal fine, a parte la dichiarata “certezza” che saranno di più dei 200mila euro annui previsti nella convenzione precedente, il cui budget complessivo annuale è di circa 12 milioni di euro. Le uniche informazioni “sicure” al momento riguardano la dichiarata volontà di valorizzare la produzione “interna” alla sede regionale e la previsione di una commissione Governo-Regione-Rai, chiamata a approfondire e valutare concretamente i contenuti della convenzione stessa.
Qualcosa (forse…) si muove, tuttavia sono sembrati francamente fuori luogo i commenti trionfalistici di qualche esponente politico nostrano. La medesima valutazione vale anche per le altre reazioni che hanno accompagnato la diffusione di quelle scarne informazioni: sia per la pur comprensibile speranza “rassegnata” espressa da alcuni (per la serie: «alc al è alc, nuie al è nuie») sia per l’altrettanto comprensibile disincanto manifestato da altri (come dire: «se ne parla da vent’anni, la normativa di tutela non è stata ancora attuata e anche questa volta c’è il rischio che siano solo chiacchiere»). (…) – LEI DUT L’ARTICUL
NO ESISTIN MINORANCIS DI SERIE “A”
E MINORANCIS DI SERIE “B”!
L. 482/99 – Art. 12.
- Nella convenzione tra il Ministero delle comunicazioni e la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e nel conseguente contratto di servizio sono assicurate condizioni per la tutela delle minoranze linguistiche nelle zone di appartenenza.
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