ANCORA E SEMPRE FRIULI – Comunicato stampa del 12 febbraio 2024

 

Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli

Comunicato Stampa
12 febbraio 2024

Ancora e sempre Friuli

Chi si occupa di politica regionale sa che uno dei temi che occupa gran parte degli interessi e del tempo del Consiglio regionale è quello relativo ai Comuni, Provincie, Comunità Montane, Enti di area vasta e quant’altro.

Spesso con grandi discussioni come avvenne quando Illy propose l’istituzione della provincia della Carnia bocciata dal referendum popolare, altre volte quasi in silenzio come ora per la prevista ricostituzione delle provincie, ma quello che è certo è che in ogni caso la parola Friuli sembra praticamente assente.

Bisogna tornare a vent’anni fa, alla proposta di questo Comitato, a firma di D’aronco, Baracetti, Dominici ed altri, per ritrovare un progetto che valorizzasse il nostro territorio, ne permettesse il riconoscimento delle peculiarità e aprisse la strada a uno strumento amministrativo in grado di rispondere ai problemi specifici del Friuli, schiacciato, ora come allora tra il centralismo triestino e le mire del Veneto.

Parliamo del progetto dell’Assemblea delle provincie del Friuli, una idea semplice, di coordinamento di enti allora esistenti, a cui la Regione avrebbe dovuto delegare competenze riconoscendo, appunto, la specificità del Friuli. All’idea aveva aderito la provincia di Udine e quella di Pordenone, poi la politica di allora prese altre strade; solo una decina di anni dopo l’attuale vicepresidente regionale raccolse molte firme su una proposta di legge per dividere la Regione in due provincie autonome (Friuli e Trieste) come avviene per il Trentino e l’Alto Adige. Tutto finito nel nulla mentre l’abolizione delle provincie ha portato al risultato che avevamo previsto: non ci sono più enti che rappresentino amministrativamente questo territorio mentre assistiamo allo spezzettamento del Friuli con neologismi geografici, purtroppo ormai diffusi, talvolta perfino comici.

Qualcuno potrebbe essere indotto a pensare che sia un gioco di risico ai soli fini elettoralistici ma l’andamento dell’economia, lo sfruttamento dell’ambiente, la suddivisione delle risorse, il rispetto e la valorizzazione delle nostre lingue minoritarie riconosciute indicano ben altro e richiedono il riconoscimento della specificità del Friuli che non deve accettare spezzatini senza una forma di rappresentanza unitaria.

Il presidente
Paolo Fontanelli