CORONA VIRUS E “MODELLO FRIULI”: “con questi al Governo saremmo ancora nelle baracche…” – Comunicato stampa del 14.5.2020

Comitât pe Autonomie e pal Rilanç dal Friûl

Comunicato stampa

14 maggio 2020

Con questi al governo
saremmo ancora nelle baracche”

Una battuta o una valutazione seria? Certo è che il Governo nazionale, frutto di accordi politici di sei mesi fa, come dire la preistoria visto quello che è successo, non riesce a decidere e non ha autorevolezza verso le Regioni mentre il Governo regionale sembra subalterno alle scelte venete e lombarde e non basta certo un’unità di facciata dell’ultimo momento su temi ovvi come la richiesta di risorse a Roma. D’altra parte anche l’idea di un traghetto da trasformare in ospedale sembra subalterna alle scelte di altri e solo una reazione forte da parte di cittadini ed esperti ha fatto accantonare l’idea.

In attesa che la Regione dia una risposta credibile e seria alla richiesta nazionale di avere in Regione un ospedale “no-covid” è bello leggere che in molti paesi del Friuli si è gestita la crisi con precisione ed efficienza, con zero contagi così come in quasi tutte le RSA del Friuli.

Come pure è importante che alla casa di riposo la Quiete (Udine) nonostante i 450 ospiti, più il personale, non risulti esserci stata nemmeno una persona positiva al tampone; e la terapia all’ozono trovata all’ospedale civile di Udine è richiesta anche da molti ospedali in Italia.

Bravi! Ma nulla succede per caso e l’idea che in Friuli esista questa capacità di resilienza avrebbe dovuto indurre qualcuno a Trieste a scegliere le via dell’unità delle forze politiche, della responsabilità e dell’umiltà di saper ascoltare il territorio, i sindaci, i medici di base, in una parola a tentare di copiare il “modello Friuli” e non quello della subalternità al lombardo-veneto e dello slogan di parte.

Servirebbe soprattutto ora un progetto per il domani. Come ai tempi del terremoto i friulani ed i loro rappresentanti politici seppero proporre idee e progetti per uscire dalla tragedia e basterebbe pensare alla richiesta di una università e allo sforzo per il rilancio delle industrie così ora dovremmo guardare avanti con idee nuove, dalla gestione dell’acqua e dell’idroelettrico, dal sostegno alla ricerca a una analisi seria dei costi e di progetti concreti.

La società friulana non è abituata a pietire 600 €, ha bisogno di progetti, di lavoro e della sua etica, non di elemosine.

Se avessimo pietito elemosine nel ’76 saremmo ancora nelle baracche...

il presidente
dott. Paolo Fontanelli

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Grazie al “modello Friuli”, in Friuli si è evitato il “disastro Trieste”:

“Trieste registra circa il 60% degli operatori sanitari colpiti in regione, il doppio dei casi positivi tra gli ospiti nelle case di riposo rispetto alla provincia di Udine, e più del 50% dei decessi che sono avvenuti in Friuli Venezia Giulia – conclude Ussai -. Dati che non vanno trascurati e su cui bisogna fare un rigoroso accertamento delle cause per affrontare la Fase 2”.   (tratto da un articolo del quotidiano FriuliSera.it)

    

Corona virus: quando il burocrate e il consulente governativo si trasformano in comici e suscitano ilarità!

Con tutto il rispetto dovuto al Presidente del Consiglio dei Ministri, ma chi sono i suoi consulenti sul contenimento al contagio da corona virus?

Ma si rendono conto questi consulenti di cosa scrivono nei decreti di contenimento del contagio e della terminologia che usano?  Si rendono conto che il cittadino che li legge resta come minimo allibito?

Devi rispettare sempre la distanza di sicurezza, almeno un metro, anche nelle relazioni familiari. Gli esperti ci dicono che in un caso su 4 il contagio avviene nel contesto familiare”. Una affermazione che sta destando ilarità non solo perchè praticamente inattuabile e per fortuna incontrollabile a meno di non trovarsi un carabiniere sotto al letto o un drone alla finestra ma anche perchè viene a distanza di settimane dallo scoppio dei contagi. “

2) che differenza c’è tra “attività sportiva” e “attività motoria” posto che – salvo che per i burocrati – “tutta l’attività sportiva è attività motoria”?  O si può svolgere attività sportiva stando immobili (salvo “forse” nel tiro al piattello)? A noi non risulta…..
Nessuna paura, seguiranno note esplicative…..ugualmente scritte in burocratese….a cui seguiranno ulteriori note esplicative….giusto per rendere impossibile la vita al cittadino.

 

E QUESTE SONO SOLO  DUE DELLE TANTE  PERLE CHE SI POTREBBERO SEGNALARE.

E non va sicuramente meglio con i decreti emanati dal Presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, anzi……..

Segnaliamo ancora una volta l’assurdità dell’obbligo di utilizzare la mascherina per strada: obbligo che risulta non esistere nel decreto governativo del 26 aprile 2020 firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri che impone l’obbligo della mascherina solo nei luoghi chiusi accessibili al pubblico e in caso di impossibilità di mantenere  “continuativamente”  la distanza di un metro:

 

mentre nella nostra regione (Friuli-VG) risulta ancora imposto.  Vogliamo eliminarlo nella nostra regione (Friuli-VG) questo assurdo obbligo?  Il Friuli non è la regione Lombardia e gran parte dei Comuni friulani risultano privi  o quasi di contagi (tamponi positivi) e con una mortalità con corona virus bassissima o inesistente……

Incredibile poi l’imposizione dell’uso della mascherina per andare – all’aperto – in bicicletta, a correre o praticare attività motorie che richiedono uno sforzo fisico che – fatto con la mascherina – produce danni sanitari pesanti  (ma forse questo i Consulenti  regionali non lo sanno….).  
Respirando l’anidride carbonica prodotta dai nostri polmoni si finisce all’ospedale. “CHI LO DICE AL PRESIDENTE MASSIMILIANO FEDRIGA E AI SUOI CONSULENTI? “

A titolo di cronaca, gli stessi Consulenti del Governo  (Comitato Tecnico Scientifico) scrivono che esistono “incertezze sul valore dell’efficacia dell’uso delle mascherine per la popolazione generale dovute a una limitata evidenza scientifica”, nel mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità  ha “chiaramente” spiegato quando e come utilizzare le mascherine e nel “quando” è escluso “all’area aperta con distanziamento”.

Così scrive l’ex Consigliere regionale Giorgio Cavallo: “Forse Fedriga si preoccupa delle polveri sottili poiché non si capisce quale logica abbia la mascherina in caso di attività che non contempli contatto con altre persone. Non si tratta di una misura sanitaria ma di una misura sociale di pura facilitazione di mantenimento dell’ordine pubblico. Per questo la ritengo illegittima in una ordinanza regionale.  Giorgio Cavallo”.

Corona virus: “riprendere a vivere appare una necessità”

RIPRENDERE A VIVERE
APPARE UNA NECESSITA’

“Coronavirus e scuola, l’intervento di Daniele Novara, pedagogista di Piacenza, una delle città più colpite dal contagio in Emilia – Romagna.

La scuola per i bambini e i ragazzi è un luogo di incontro, di crescita e di vita. Esattamente il contrario dell’enorme carico di ansia, paura e inquietudine che nel giro di pochissimi giorni si sono diffusi in Italia a causa dell’allarme coronavirus.

Ritengo che le autorità debbano saper mettere in campo tutte le misure di salvaguardia sanitaria della popolazione, ma anche tutte le misure per evitare che si diffonda una sensazione di panico, impotenza e depressione.  (…) Riprendere a vivere appare una necessità!

L’emergenza deve avere un limite temporale. Le autorità devono e possono prendersi la responsabilità di stabilire questo limite per non lasciare un’intera popolazione in uno stato di prostrazione che rischia di essere più pericolosa del contagio stesso“.

*L’appello non riguarda le zone rosse

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Riaprire le scuole, alunni e studenti vogliono tornarci”: appello di Vietina e Tambellini  – venerdì 24 aprile 2020

“Le scuole e gli spazi educativi sono stati i primi luoghi a chiudere a marzo – spiegano -, ora sembra che saranno gli ultimi a riaprire. I bambini, le bambine, i ragazzi, le ragazze cosa faranno? A loro chi pensa? Da giorni, ormai, si parla di riapertura, che dovrà avvenire in modo graduale, con tutte le misure di sicurezza, ma molto poco si parla di cosa accadrà alla popolazione più giovane dei nostri territori e, di conseguenza, anche alle famiglie”.

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https://www.repubblica.it/scuola/2020/04/17/news/coronavirus_i_nodi_della_scuola-254264258/

La task force per la riapertura guidata da Bianchi

Sarà Patrizio Bianchi, l’ex rettore di Ferrara ed ex assessore all’istruzione lavoro e sanità della regione Emilia Romagna, a guidare la commissione sulla riapertura a settembre della scuola. Un comitato snello dove entreranno pedagogisti, docenti, presidi ed esperti del mondo sanitario e del digitale. “Si crei una specifica task force, mettendo assieme varie competenze, ma anzitutto pedagogisti, psicologi dell’età evolutiva, tecnici dell’apprendimento, esperti di politica scolastica – l’appello del pedagogista Daniele Novara – per costruire un impianto che sia adeguato ai bisogni dei bambini, i soggetti più fragili, e a sostegno delle famiglie e dei genitori. Non è auspicabile che il sistema delle riaperture venga gestito unicamente con circolari e protocolli usciti dagli uffici ministeriali. Occorre una consultazione, benché rapida, che valga una scommessa che attiene al nostro futuro”.

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COSI IN FRANCIA:

“Il lockdown è prolungato fino all’11 maggio, data che rappresenterà “l’inizio di una nuova tappa”. “A partire dall’11 maggio, riapriremo progressivamente gli asili, le scuole e i licei”, ha dichiarato Macron, precisando invece che bar, ristoranti e hotel resteranno ancora chiusi.” 

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Davide (4 anni) : <<Papà quando ritorno all’asilo? Mi mancano così tanto le maestre e i miei amichetti…>>.

E ai traumi che stanno subendo le generazioni più giovani chi ci pensa?

Non certamente la politica che pare ignorare l’ABC  della psicologia della età evolutiva,  così come pare ignorare le Raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla necessità di almeno un’ora d’aria per i bambini!

 

Corona virus e lock down – le regole siano differenziate nella regione Friuli – V.G. !

Comitât pe Autonomie e pal Rilanç dal Friûl

Comunicato stampa

Il Friuli e il Friuli-Venezia Giulia

Guardando le cartine relative ai contagi che ogni giorno pubblicano i giornali nazionali si vede che il Friuli-Venezia Giulia viene classificato come una regione a medio contagio e che vi è l’ipotesi che si verifichino zero contagi a partire dal 19 maggio.

Bene, ma leggendo bene l’infografica relativa al contagio nelle diverse provincie del Friuli-Venezia Giulia

https://www.corriere.it/salute/20_febbraio_25/coronavirus-mappa-contagio-italia-6ed25c54-57e3-11ea-a2d7-f1bec9902bd3.shtml

si vede che in Regione vi è una situazione molto differenziata con circa 1.108 casi a Trieste su 200.000 abitanti cioè 1 ogni 180 abitanti.

Nel resto della Regione, ovvero in Friuli, troviamo ad oggi 1.898 contagiati su una popolazione di un milione, pari a 1 ogni 526.

Ovvero in Friuli i contagiati sono un terzo rispetto a Trieste.

Stabilito che le curve di contagio sono diverse ma non tranquilizzanti e che vanno mantenute rigorose precauzioni in tutta la Regione, sembra evidente che non serve mantenere una chiusura assoluta in Friuli che ha bisogno di potersi veder riconosciuta la propria capacità di rispetto delle regole, in modo non formale, come della necessità di far ripartire quella parte di economia che è in grado di farlo.

Per questo, come Comitato, chiediamo che le regole di lock down siano diversificate tra Friuli e Trieste, tra città e piccoli paesi, con la necessaria autonomia organizzativa per i piccoli comuni, con il prudente riconoscimento del ruolo che i pensionati ultrasettantenni in buona salute svolgono nel volontariato, associazionismo e in generale nel funzionamento della società friulana, con la necessità di poter effettuare le necessarie manutenzioni nelle cosiddette “seconde case” e negli orti, che non sono le ville in Costa Smeralda ma quello che i nostri nonni ci hanno lasciato nei piccoli paesi di origine, dal mare in su.

Il presidente
dott. Paolo Fontanelli

Udine, 21 aprile 2020

CORONA VIRUS: BASTA AUTORITARISMO RIDICOLO E AL LIMITE DEL SADISMO!

Pare che la politica nello scrivere le ordinanze per il controllo dell’epidemia da corona virus relativamente alle restrizioni alla libertà individuale, abbia troppo spesso imposto norme prive di buon senso e che non tengono minimamente conto dei consigli e raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La più importante norma raccomandata dalla Oms è il divieto di assembramento. E’ la norma primaria per evitare il contagio. Peccato che la politica regionale e  nazionale  sia andata, nell’interpretazione di questa norma, spesso ben oltre il buon senso sconfinando nel ridicolo e nel sadismo.

Alcuni esempi?
1)  il divieto di curare il proprio giardino e il proprio orto (accompagnato dall’impossibilità di acquistare nei vivai piantine e bulbi…);
2) il divieto di celebrare i funerali. Divieto che violenta tutta la cultura cristiana. Che forse in Chiesa e in Cimitero non si possono rispettare le distanze? Al centro commerciale Sì, ma in Cimitero no? Suvvia….
Si può organizzare un funerale anche nel rispetto delle distanze (di “+ di un metro”) permettendo così ai parenti di piangere il proprio defunto come avviene in tutte le culture del mondo;
3) nel centro commerciale perfino la cancelleria necessaria anche ai nostri bambini per disegnare e scrivere, fino a poco tempo fa era transennata con il nastro rosso: vietata la vendita.  Perché? Poi è prevalso il buon senso e il nastro rosso è stato tolto alla cartoleria ma è rimasto ad altri articoli importanti……forse contagiosi per la politica;
4) è vietato fare la manutenzione del verde nelle seconde case. Giardinieri professionisti alla fame e, se continua la siccità, piante bruciate.  Dov’è l’assembramento se faccio manutenzione del verde nella mia seconda casa, abitazione a cui arrivo in auto senza incontrare nessuno? ;
5)  il divieto di passeggiare da soli o con un familiare, ad esempio lungo una ciclabile o un sentiero di montagna.  Se incontro qualcuno mi sposto, o mi fermo e lo lascio passare mantenendo le distanze.  Dov’è l’assembramento?  Non c’è e, oltretutto, l’Organizzazione mondiale della sanità risulta consigli l’attività all’area aperta per aumentare le difese immunitarie così importanti con una epidemia in corso;
6) la chiusura di tutte le discariche pubbliche aperte ai cittadini: perché? Non era sufficiente dare una mascherina a tutti gli addetti ai lavori (se impossibilitati a mantenere la distanza di “+ di un metro” come si fa ora in tutte fabbriche aperte) e far entrare/uscire un’auto alla volta? Chiusi in casa i cittadini non hanno potuto neppure “fare pulizia” in soffitta o in cantina….;
7) e che dire del concetto di “prossimità
” inserito nell’ultimo decreto? Cosa significa “prossimità”?  Il suo significato è lasciato al libero arbitrio di chi è chiamato a far rispettare la norma? Pare proprio di sì….;

e potremmo continuare a lungo nella lista di restrizioni  scarsamente comprensibili dai cittadini  perché restrizioni ridicole  e al limite del sadismo, oltre che inutili sul piano del contenimento del contagio da coronavirus, come da raccomandazioni dell’Oms.  

E che dire dell’obbligo dell’uso della mascherina per tutti e non solo per chi è ammalato di coronavirus o assiste un malato di corona-virus o nei casi in cui non è possibile rispettare la distanza di “+ di un metro”?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità risulta sia stata chiarissima sull’uso della mascherina  ma in Italia oggi la mascherina “pare” sia diventata uno strumento di “propaganda elettorale”  per politici alla ricerca di visibilità politica e che fanno a gara su chi  impone norme più restrittive.

Pare che “più la norma è restrittiva” e più il politico “è bravo”!!  Ma le cose non stanno affatto così…..

Presidenti di Regione e politici che oltretutto risultano  – in vaste aeree italiane – aver causato disastri sanitari enormi per non aver bloccato il contagio ma al contrario averlo favorito (vedi il disastro “Lombardia o il “disastro Trieste” nella regione Friuli-VG), oggi questi stessi politici ci impongono la mascherina anche all’area aperta in assenza di assembramenti !

IL VIRUS NON STA “SOSPESO” NELL’ARIA!  

Non che  la mascherina non serva s’intende, anzi, serve, ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità  non risulta ne abbia raccomandato l’uso generalizzato, anzi l’esatto contrario.

E’ nato un problema di rispetto della Costituzione italiana: la libertà individuale non è sopprimibile quando non va contro l’interesse collettivo, sia pure di natura sanitaria. La nostra Costituzione vieta l’abuso di potere….

NE VOGLIAMO PARLARE?