Il “Teatro Stabile Friulano” deve parlare solo in lingua friulana!!

Art. 6 Costituzione italiana: “La Repubblica italiana tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”

L. 482/99 – legge quadro in attuazione dell’art. 6 Cost – “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”

Art. 2. –

1. In attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princípi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

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Il Teatro stabile friulano “deve” parlare “solo” la lingua della minoranza linguistica friulana, ossia la lingua friulana, perchè la sua funzione primaria è quella di  tutelare i diritti linguistici dei friulani anche in ambito teatrale.

La lingua italiana ha già i suoi tanti teatri: non bastano?

La minoranza linguistica slovena delle provincie di Udine, Gorizia e Trieste, ha un suo teatro stabile in lingua slovena e nessuno, giustamente, si sognerebbe – con i fondi destinati a questo Teatro stabile – di produrre opere in lingua italiana, qualunque sia il tema dell’opera prodotta.

Assurdo che, come si legge in questi giorni sulla stampa regionale, si prospetti la produzione di opere in lingua italiana con i fondi destinati al “Teatro stabile friulano”. Non è questo che chiedono i friulani e ancor meno chi da decenni si batte per la sua istituzione .  

Solo chi non ha chiaro cosa sono “i diritti linguistici e l’abc della politica di tutela di una minoranza linguistica”, può proporre spettacoli teatrali in lingua italiana in un Teatro stabile che “vorrebbe” essere il “Teatro stabile” di una minoranza linguistica.

Relativamente ai costi del “Teatro stabile friulano”, ricordiamo che il teatro lirico Verdi di Trieste non è un’opera di beneficenza, né una cooperativa di volontari, e i suoi costi non sono sicuramente autofinanziati, ma al contrario, ampiamente finanziati da Roma e dalla Regione.

Il Teatro stabile della minoranza linguistica slovena forse si autofinanzia? Il Teatro triestino “La Contrada” forse si autofinanzia? Perchè dunque tanta enfasi giornalistica sui presunti costi del Teatro stabile friulano? Forse perchè, al solito, i friulanofobici  pretendono che la tutela dei diritti linguistici dei friulanofoni, sia sempre a costo zero? Costa alla collettività il teatro lirico Verdi di Trieste? Costano anche il Rossetti e la Contrada di Trieste? Si sono trovati in un pomeriggio ben 14 milioni di euro per coprire un “buco di bilancio” del Verdi di Trieste?   E allora si finanzi adeguatamente anche il Teatro stabile in lingua friulana!

O dobbiamo ricordare, ancora una volta, che la nostra regione è a Statuto speciale solamente perchè è una regione in cui vivono tre minoranze linguistiche riconosciute e tutelate dalla Repubblica italiana, di cui la maggiore sul piano numerico è la minoranza friulana? L’autonomia regionale si garantisce tutelando le sue minoranze.

Il Cism (Centro Internazionale di scienze meccaniche): una prestigiosa istituzione scientifica friulana con sede a Udine!

Esiste a Udine, in Friuli, una grande realtà scientifica internazionale di cui purtroppo si parla e si scrive pochissimo e di cui forse i consiglieri regionali ignorano perfino l’esistenza occupati come sono a riempirsi la bocca (oltre che aprire il portafoglio della regione!!) con le “meraviglie” dei centri di ricerca triestini:

il “CENTRO INTERNAZIONALE di SCIENZE MECCANICHE”

che da 50 anni ha sede nel palazzo “Del Torso”, in Piazza Garibaldi
a UDINE

Un Centro internazionale di grandissimo spessore che si autofinanzia e dal 2015 alleato anche dell’Università friulana con cui ha stretto un accordo strategico per l’organizzazione di corsi congiunti.

“In 50 anni, in quest’isola internazionale della città di Udine, sono arrivati 40 mila ricercatori e 4.500 scienziati di 120 nazionalità. (…) “Quest’anno – ci racconta Pezzetta – a seguire i corsi internazionali sono giunti a Udine 453 partecipanti, 97 docenti, provenienti da 37 paesi del mondo, dall’Australia al Belgio, al Canada, Cina, Brasile, Usa, Svezia, Messico, Russia, solo per citarne alcuni. L’esito di tali corsi viene diffuso a livello globale tramite l’editore Springer. I temi affrontati vanno dall’ingegneria alla fisica, per arrivare all’onco-fisica (…) alla fluidodinamica, alla scienza dei materiali, per arrivare alla biologia” – (tratto da un articolo a firma di Stefano Damiani pubblicato sul settimanale LA VITA CATTOLICA del 19 giugno 2019, pagina 8)

Quando anche noi friulani impareremo a non nascondere le nostre eccellenze ma al contrario a metterle in mostra, esserne fieri e a pretendere che la politica regionale e centrale ne premino il merito?

 

L’ “Orchestra filarmonica di Udine”, fu uccisa dalla politica regionale perché c’era “un Udine di troppo” e stava diventando troppo famosa?

da un articolo del settimanale IL FRIULI del  7 ottobre 2017:

è stata la nostra prima ‘Sinfonica’, attiva fino al 2000 con 50-100 elementi. Nella seconda metà degli anni ’90, l’Orchestra Filarmonica di Udine – dell’allora presidente Pietro Zanfagninisi fa conoscere e apprezzare anche oltre i confini regionali, in particolar modo sotto la guida di Anton Nanut, garantendo tra l’altro la prima programmazione musicale del ‘Teatro Nuovo’, inaugurato dalla stessa Orchestra nel 1997 con un concerto memorabile.
(…)   il 18 ottobre 1997 l’orchestra arriva al momento più importante della sua storia: l’inaugurazione del Teatro Nuovo ‘Giovanni da Udine’, attesa da decenni, con l’Ottava di Mahler diretta dal maestro Nanut. Seguono inviti in giro per l’Europa (anche a Sarajevo, durante la guerra dei Balcani) e progetti specifici, come quelli con Uto Ughi.

Poi lo stop. Qualcuno – precisa la presidente – a un certo punto decise che la Filarmonica non andava più finanziata (…)”

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COMMENTO

“Qualcuno” dettò lo stop all’orchestra diretta da Nanut (forse la fama crescente dell’orchestra sinfonica udinese iniziava ad oscurare il teatro lirico Verdi di Trieste e/o forse c’era un “Udine” di troppo nel nome di questa splendida realtà musicale?) e incominciarono i giri di giostra …..fino ad arrivare al nuovo Stop di oggi, 20 maggio 2019….

13 dicembre 2010    – “La Sinfonica protesta a Udine: ci trattano come spazzatura”

23 dicembre 2013 – “Un pinocchio gigante accoglierà questo pomeriggio, alle 17,  al teatro nuovo Giovanni da Udine, gli invitati al concerto di Natale offerto, gratuitamente, dai 40 musicisti dell’Orchestra sinfonica del Friuli rimasti senza lavoro. (…)

e non era ancora finito il giro di giostra…..

La  nostra solidarietà agli orchestrali licenziati e senza stipendio, assieme al rimpianto per il primo assurdo stop politico, quello all’orchestra sinfonica udinese degli anni 90, a cui poi seguirono   altri stop e troppi anni di pasticci politici regionali.  

Il Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli

Elezioni europee: Europa degli stati o il Rilancio delle regioni?

Comitato per l’Autonomia e il Rilancio del Friuli

Comunicato stampa
Elezioni europee: Europa degli stati o Europa delle regioni?

Il 26 maggio si vota per l’Europa ed ai friulani si prospetta una scelta complessa poiché la legge elettorale, definita “europorcellum” penalizza la minoranza friulana impedendo meccanismi simili a quelli che favoriscono la rappresentanza della minoranza in Sud Tirolo.

Manca, nel dibattito elettorale, un progetto chiaro di valorizzazione delle identità regionali, manca una risposta alla domanda di indipendenza della Catalogna, manca complessivamente l’attenzione al tema delle minoranze mentre cresce sempre più forte il richiamo allo stato-nazione, alla chiusura delle frontiere, al “prima i …” in un cortocircuito esiziale per il Friuli.

Serve anche per un funzionamento agile ed equo e più unitario delle istituzioni europee che devono tararsi anche per risposte consone alle dimensioni continentali dei nostri competitori, senza perdere di attenzioni ai problemi delle famiglie, dei giovani e del lavoro; dell’innovazione che avanza, accompagnata dal problema delle espulsioni dei deboli e impreparati, creando nuove gerarchie e intolleranze tra e nei vari paesi. Innovazione che però crea nuove opportunità anche sul campo ambientale che deve sempre più concretamente affrontare il rischio del degrado dei territori e del clima. Il Friuli multilingue, fiero della propria diversità e della propria storia di regione d’Europa ha bisogno di poter avere dai propri rappresentanti a Bruxelles risposte chiare e precise per il proprio sviluppo economico e sociale, risposte che non possono essere nè di chiusura nè di rafforzamento dei centralismi.

La scelta non è facile ed alle elettrici ed agli elettori friulani chiediamo uno sforzo di analisi attenta per un voto per un futuro di pace e di sviluppo per la nostra terra.

per il Comitato per l’Autonomia e il Rilancio del Friuli
il presidente
Paolo Fontanelli
21 maggio 2019

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ELEZIONI EUROPEE: POSTILLA

Certe volte nei comunicati stampa si danno per scontate alcune premesse che poi possono risultare non chiare e quindi nel nostro ragionamento sul voto del 26 maggio aggiungiamo che avremo bisogno di rappresentanti a Bruxelles che sostengano le politiche linguistiche e culturali in Friuli. In tempi recenti abbiamo visto poco in questo campo!

Paolo Fontanelli

Un senatore in più al Trentino e uno in più all’Alto Adige : l’avevamo già detto in gennaio!

L’avevamo già detto in gennaio!!

Riproponiamo il nostro POST del 9 gennaio 2019. Purtroppo avevamo ragione!

Comunicato stampa
9.1.2019

Un senatore in più al Trentino
e uno in più all’Alto Adige

Fa poco clamore la riforma per ridurre il numero di senatori che si sta discutendo in Senato.
Eppure in Friuli dovrebbe far saltare sulla sedia i nostri politici poiché già col sistema elettorale attuale il Friuli, e Udine in particolare, è sotto rappresentato in Parlamento rispetto all’area triestina; con questa riforma resterà qualcosa?

La SVP sta riuscendo a mantenere l’attuale livello di presenza (ed un rafforzamento dell’autonomia provinciale e regionale) e quindi, rispetto alla riforma in preparazione, un senatore in più al Trentino e uno in più all’Alto Adige grazie al proprio peso politico, ai voti che raccoglie, alla forza con cui difende i diritti della propria minoranza che già gode di consistenti tutele extra-costituzionali grazie a clausole contenute in trattati internazionali imposti all’Italia dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale e pur essendo una minoranza numericamente inferiore alle minoranze friulana e sarda (rispettivamente 314.000 tedeschi in provincia di Bolzano, circa 650.000 friulani e un milione di sardi).

In Regione non siamo riusciti a ricontrattare con Roma i fondi taglieggiati da Berlusconi, Renzi, ed ora Conte, non si sta procedendo con la richiesta di nuove competenze, ed ora perderemo peso politico in Senato. A scapito del Friuli, ben s’intende!

per il Comitato per l’Autonomia e il Rilancio del Friuli
il presidente
Paolo Fontanelli