Il F-VG e la questione ferroviaria. Un commissario non basta
di GIORGIO CAVALLO
La notizia è ormai ufficiale. La nomina di Vincenzo Macello a commissario per la realizzazione della velocizzazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste all’interno del quadro giuridico degli interventi ”sblocca cantieri” definisce la volontà governativa di procedere alla realizzazione dell’opera. Ma, salvo impacci successivi per un progetto non proprio condiviso, definisce anche che il quadro dei finanziamenti esistenti, attualmente poco più di 200 milioni di euro necessari e spendibili subito per adeguamenti tecnici, sarà completato per sostenere l’intera spesa. Si tratta della cifra di 1,8-2,2 miliardi di euro, recuperabili da un inserimento dell’opera nell’ambito del PNRR o NextGeneratioEU che dir si voglia.
La cosa non è banale anche perché nella prima bozza dello stesso PNRR approvata dal governo Conte (Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile) la segnalazione prioritaria di RFI non lo prevedeva e l’unica presenza regionale riguardava una misteriosa tecnologia per la connessione con la linea Udine-Cividale.
Ma cosa rappresenta questa decisione per il sistema ferroviario? Un decente servizio di “Frecce Rosse” per i cittadini di Trieste ed una giustificazione a posteriori della Fortezza Bastiani con scalo ferroviario presso l’aeroporto di Ronchi. Non è roba da buttar via, a patto di non fare sfracelli ambientali pur di spendere la massima somma prevista.
Credo però sia giunto il momento di affrontare l’intera questione del rinnovo di infrastrutture ferroviarie nel F-VG visto che la piattaforma logistica “oceanica” illumina il nostro futuro e richiede una interlocuzione con tutto il sistema di gestione dei passeggeri coinvolgendo sia le linee di attraversamento geografico sia le eque aspettative del milione di cittadini che nella Regione diffusa vivono.
Le richieste non mancano. La linea Udine-Mestre postula un trattamento simile alla Trieste-Venezia, l’uso strategico del collegamento Cervignano-Udine attende di essere affrontato, il nodo di Udine nel suo rapporto con la città è da tempo maturo, la linea di Gorizia non può diventare un ramo morto ma apre plurime prospettive trans statali, alcune tratte dell’area pordenonese hanno un futuro in una prospettiva di sostenibilità, se non altro per la logistica collegata al sistema produttivo territoriale.
La pianificazione regionale di settore e di riferimento quale il Piano delle Infrastrutture di Trasporto è ormai un cimitero degli elefanti abbandonato da 10 anni ed appartiene ad un’epoca geologica precedente. Serve la costruzione di una visione attuale e coerente con le prospettive generali future, magari proprio quelle digitali e green auspicate dal Next GeneratioEU, da tradursi in un chiaro ridisegno delle infrastrutture ferroviarie della nostra Regione. E’ un compito che deve essere costruito con una interlocuzione tra amministrazione regionale, RFI e governo ma anche con gli enti locali interessati in uno spazio di chiarezza per quanto riguarda l’informazione ai cittadini. Evitando di fare dell’argomento un puro stillicidio di giochi politici magari di volte in volta finalizzati a scopi elettorali.
Questa vicenda è dirimente sul futuro assetto infrastrutturale della Regione ed anche sulla sua stessa tenuta istituzionale. Per la verità aveva avuto una sua mitica collocazione nell’ambito della Legge Obiettivo del 2001, al tempo libro dei sogni per tutti i gusti, non solo ferroviari. Oggi non può essere giocata con colpi di mano od atti clandestini che provocano unicamente sussurri di stampa. La Regione F-VG deve costruire un tavolo pubblico di confronto ed un accordo globale con lo Stato e le Ferrovie in cui si chiarisca quali programmi verranno attuati, in quali tempi, con quali risorse (eventualmente del PNRR) e su quali progetti.
Giorgio Cavallo – 17 aprile 2021
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L’analisi a firma dell’ing. Giorgio Cavallo – che ringraziamo per averci concesso la pubblicazione sul nostro Blog del suo studio – è stata pubblicata il giorno 22 aprile sul quotidiano Il Messaggero Veneto di Udine.
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