Denunciata la Regione alla Corte dei Conti
per le spese per il Burlo vecchio e nuovo.
Testo della denuncia alla Corte dei conti di Trieste
Burlo_Conte_dei_conti.pdf (triestecafe.it)
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Perché NO al progetto del Burlo come pediatria di riferimento ed hospice pediatrico per la regione.
di Laura Matelda Puppini
(….) Ma non ci sono solo questi aspetti che mi preoccupano. Mi preoccupano sia l’idea di un ospedale regionale pediatrico che di un hospice regionale. Innanzitutto il Burlo di Trieste è totalmente decentrato dal resto della regione, e dico questo per motivi oggettivi. Se un hospice pediatrico regionale ci deve essere, il luogo più centrale della regione è Udine.
Inoltre questa giunta ma temo pure la precedente, hanno sposato un modello di sanità tecnicistica basata su mega-strutture, che contemplano un concetto di accentramento – concentramento – per tipologia ed età degli ammalati. E pur essendo presente questo prototipo di sanità anche in Serracchiani – Telesca, in questo Fedriga e Riccardi mi paiono maestri. Questo modello teorico di sanità, che fa pesare la spesa spesso sulle famiglie e che non tiene conto né di aspetti affettivo-relazionali né di legami territoriali, non prende in considerazione i reali problemi della regione e dei suoi cittadini, perché basato su una pianificazione finanziaria-aziendale che è una tragedia per l’utenza che non è formata da oggetti, da ‘anime morte’, da pupazzi.
In questa visione computerizzata della sanità, per quanto riguarda i bimbi morenti, per esempio, non si tiene conto dei problemi complessi che essi presentano, anche dal punto di vista psicologico e sociale e della ‘carta di Trieste’ (Cfr. Carta dei diritti del bambino morente – Carta di Trieste su vari siti), ritenendo che per fare un hospice pediatrico bastino 800.000,00 euro e qualche posto letto. Per quanto riguarda poi la ‘carta di Trieste’, e vi garantisco che si chiama proprio così, essa contiene l’elenco dei diritti di questa tipologia di bimbi, che non possono venir curati. Perché le cure palliative sono rappresentate da una serie di farmaci che limitano il dolore e la paura, ma che non curano, e questi minori hanno pure bisogno di un sollievo psicologico, di un accompagnamento reale, di morire nel proprio letto, con gli oggetti cari accanto, con le persone care vicino, non in una struttura fredda, igienica, circondati da oss e personale sanitario, che dovrebbe rappresentare quella perfezione che rende tutto di ghiaccio. Perché la politica sa bene, anche se dichiara altro, che in un hospice, pediatrico o meno, si va a morire, non a farsi curare. (….)
Laura Matelda Puppini
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PERCHE’ NO ALL’HOSPICE PEDIATRICO A TRIESTE,
“NO” AL RIDIMENSIONAMENTO DEI REPARTI DI PEDIATRIA REGIONALI
“CARTA DI TRIESTE (….)
Punto 8 (….) Per il bambino è fondamentale la presenza dei genitori, dei fratelli e di tutti i famigliari a lui cari, per mantenere e favorire il suo benessere, la sua sicurezza e soddisfare il bisogno di essere amato. È UN DOVERE assicurare al bambino la presenza dei famigliari e delle persone a lui care assecondando le sue richieste (….)”
Questo sacrosanto diritto dei bambini morenti può essere realizzato solo se il bambino rimane nel “SUO” territorio, nell’ospedale pediatrico vicino a casa o, meglio ancora, assistito in famiglia. E se proprio FEDRIGA/RICCARDI vogliono creare un Hospice pediatrico regionale questo DEVE essere localizzato a UDINE, nel centro della regione e non certo nella città di Trieste notoriamente decentrata e lontana da ogni altra località regionale.
Ribadiamo inoltre “nuovamente” la nostra contrarietà alla volontà politica della Giunta Fedriga di ridimensionare le Pediatrie regionali che, con il Burlo Garofolo dichiarato “ospedale regionale pediatrico”, risultano subordinate ad una Fondazione privata ( IL BURLO) che dovrebbe dedicarsi come scopo istituzionale esclusivamente alla ricerca.
COMITATO PER L’AUTONOMIA E IL RILANCIO DEL FRIULI
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