Il lago di Cavazzo: perchè la politica regionale non lo tutela e trova ogni scusa per defilarsi o difendere esclusivamente gli interessi forti?

 

Barche a vela sul lago di Cavazzo

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

augurandoci che finalmente la politica regionale “INIZI” a tutelare l’ambiente, ascolti la popolazione locale e gli esperti in materia che hanno già chiaramente indicato la strada per far convivere più interessi (la rinaturalizzazione del lago, il suo utilizzo turistico fondamentale per lo sviluppo economico di un vasto territorio regionale e l’uso agricolo delle acque che fuoriescono dalla centrale di Somplago) 

Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli

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Invio per Vostra informazione e perchè ne diate pubblicazione. Grazie. Distinti saluti. Franceschino Barazzutti

LETTERA APERTA

On. Massimiliano Fedriga

Presidente della Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia

Piazza Unità d’Italia, 1 TRIESTE

Egregio Signor Presidente,

siamo Enore Picco già sindaco di Bordano dal 1985 al 2006, Franceschino Barazzutti già sindaco di Cavazzo Carnico dal 1977 al 1995 e Ivo Del Negro già sindaco di Trasaghis dal 1978 al 1990 e dal 1995 al 2009. In tempi diversi tutti tre siamo stati anche consiglieri regionali. I territori dei nostri Comuni sono rivieraschi del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni e facevano parte del “cratere del terremoto”.

I periodi delle nostre sindacature furono segnati dalla ricostruzione post sismica, ritenuta esemplare, alla quale abbiamo dedicato tutte le nostre forze facendo rinascere i nostri paesi. Purtroppo, troppe case da noi allora ricostruite sono ora disabitate o sottoutilizzate a causa del forte calo demografico, mentre il lago, ove fosse rinaturalizzato e fruibile anche turisticamente, potrebbe essere l’elemento trainante per ripopolare quelle case e vivacizzare i paesi della valle.

A spingerci a scriverLe la presente lettera è il fatto di essere venuti a conoscenza  che il Consorzio di Bonifica Friulana, senza aver fatto un minimo cenno ai sindaci dei Comuni della Val del Lago. ha incaricato uno studio ingegneristico di predisporre il progetto di derivazione irrigua dallo scarico del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni all’esistente canale dello stesso Consorzio che deriva l’acqua del Tagliamento a Ospedaletto di Gemona per irrigare il Medio Friuli.

La derivazione dallo scarico del lago fu proposta già nel 1987 dall’allora Consorzio Ledra Tagliamento ed incontrò la forte contrarietà della popolazione e dei Comuni della Val del Lago. In relazione a tale progetto i Comuni di Bordano, di Cavazzo Carnico, di Trasaghis, la Comunità Montana del Gemonese e la Comunità Montana della Carnia organizzarono a Alesso il convegno “Il Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni: un patrimonio da salvare e valorizzare” con la partecipazione di esperti locali, nazionali ed esteri.

Per dare al lago un livello fisso, per ripristinarne la naturalità e fruibilità compromesse dallo scarico in esso di acqua gelida e torbida dalla centrale idroelettrica di Somplago, per fornire acqua alla derivazione irrigua dallo scarico del lago e per aumentare la portata del Tagliamento, in quel convegno fu elaborata la proposta della costruzione di un bypass che convogliasse lo scarico della centrale direttamente a valle del lago, al suo scarico. Quel progetto di derivazione del Consorzio non fu realizzato per la mobilitazione di 16.000 firmatari della petizione a difesa del lago, per la preoccupazione che la portata del Tagliamento risultasse impoverita a valle ed anche perché gli venne meno il sostegno della giunta Biasutti.

Non si trattò di una opposizione preconcetta ma fondata. Infatti, diversamente dall’affermazione dei dirigenti del Consorzio che tale derivazione non avrebbe comportato oscillazioni del livello del lago, fu dimostrato il contrario.

Infatti, essendo la centrale idroelettrica di Somplago una “centrale di punta” che entra in funzione per far fronte alla “domanda di punta di energia”, quando è in stato di fermo o di funzionamento ridotto o in manutenzione, non scarica acqua nel lago.   Conseguentemente, il livello del lago si abbassa poiché il suo canale di scarico continua a drenare acqua anche per garantire il funzionamento di ben tre centrali insistenti su di esso, nonché per garantire la portata del Tagliamento drasticamente ridotta a valle della derivazione del Consorzio ad Ospedaletto di Gemona.

Tale abbassamento del livello del lago sarebbe massimo proprio nel periodo estivo quando il Consorzio deriverebbe la massima portata e sul lago si ha un’alta frequentazione turistica, sportiva e ricreativa con grave danno ambientale ed economico per il lago e la sua valle.

La veridicità delle nostre affermazioni è stata confermata proprio recentemente quando il gestore a2a della centrale idroelettrica di Somplago ha messo in stato di fermo la centrale per alcuni giorni per effettuare un’ispezione alle gallerie funzionali a tale centrale. Ebbene, in assenza dell’apporto della centrale nel lago e restando in attività lo scarico del lago per garantire portata al Tagliamento e alle centrali a valle, il livello del lago si è abbassato notevolmente come dimostrano le fotografie allegate.

Gli abitanti e gli amministratori comunali della Val del Lago, ben consapevoli che l’agricoltura garantisce la sussistenza alimentare, non sono mai stati pregiudizialmente contrari alla derivazione consortile ma hanno sempre sostenuto che la derivazione del Consorzio ed il bypass che porti lo scarico della centrale a valle del lago vadano eseguiti “contestualmente” così come recita il Piano Regionale di Tutela delle Acque che alleghiamo. Riteniamo inaccettabile che i dirigenti del Consorzio ripropongano unilateralmente il progetto di derivazione dallo scarico del lago per soddisfare la sete del Friuli Centrale ma in danno alla Val del Lago, mentre il bypass permetterebbe contemporaneamente di ripristinare la naturalità e fruibilità del lago, fornire una portata adeguata al Tagliamento ora in sofferenza e la necessaria portata alla derivazione del Consorzio di Bonifica Friulana.

Con L.R. 6 agosto 2019 n.13 art.4, che alleghiamo, presso l’assessorato regionale è stato costituito, sotto la presidenza del direttore generale, già direttore del Consorzio, un gruppo di lavoro denominato “laboratorio Lago dei Tre Comuni” con il compito di elaborare concrete proposte per “ripristinare la naturalità e fruibilità anche turistica del lago”, ma purtroppo finora nessuna proposta concreta è stata elaborata.

Egregio Signor Presidente, il Tagliamento a valle di Ospedaletto, lo scarico del lago ed il lago stesso costituiscono uno snodo idrico strategico, che non solo arricchisce la importantissima falda freatica che alimenta le sorgenti dell’Acquedotto CAFC del Friuli Centrale, ma percorre in subalveo il Medio Friuli risalendo nella zona delle risorgive. Questo snodo idrico va preservato da interventi unilaterali e valorizzato con un razionale piano complessivo che contemperi i vari utilizzi.

Un piano che metta al centro la rinaturalizzazione del lago e la sua fruibilità anche turistica quale motore di sviluppo del comprensorio. Per questo è indispensabile la realizzazione del bypass che convogli lo scarico della centrale direttamente nel canale di scarico del lago, dove centraline e derivazione irrigua potranno disporre della portata necessaria senza comportare conseguenze negative per il lago, tanto più se, con il passaggio alla Regione della centrale di Somplago, per la stessa dovrà stabilirsi un regime di produzione funzionale anche alle esigenze del territorio e non solo a quelle degli attuali azionisti lombardi di a2a.

Si prenda atto che proprio la realizzazione del bypass facilita i vari utilizzi dello scarico del lago oltre a recuperare la naturalità e fruibilità anche turistica del lago salvandolo dal destino certo di diventare una palude tra poco più di cento anni a causa dell’accumulo del fango sul fondale apportato dallo scarico della centrale come dimostrato da diversi studi. Alleghiamo “immagine acustica del fondale dell’Istituto di Scienze Marine (ISMAR) del CNR” che ha svolto diversi studi sul lago.

“Ricostruzione e sviluppo” era il motto del post sisma. Oggi nella Val del Lago viviamo una contraddizione, particolarmente sentita da parte nostra sindaci della ricostruzione: il lago, unica risorsa per lo sviluppo della valle, è lasciato nel ben noto stato di degrado mentre troppe sono le case ricostruite o riparate che sono disabitate. Il recupero della naturalità e fruibilità anche turistica del lago come prescritto dal PRTA, potrà portare gente anche in quelle case, vivacità nei paesi e sviluppo non solo nella Val del Lago ma nell’intero Comprensorio valorizzandone reciprocamente le rilevanze ambientali, culturali, storiche, sportive, ricreative e del tempo libero, come esposto dai sottoscrittori dell’allegata Carta del Lago.

Come consiglieri regionali di altri tempi ci sta a cuore il prestigio della nostra Regione e pertanto confidiamo che quanto espostoLe trovi il Suo interessamento presso il competente assessorato affinchè le leggi regionali sopracitate e l’ordine del giorno n.71 allegato, riguardanti il lago e la sua valle, abbiano sollecita e concreta attuazione con la partecipazione dei Comuni rivieraschi e della popolazione. Nella Val del Lago le cose si possono e si devono fare bene come sono state fatte nella ricostruzione post sismica.

Nell’occasione Le auguriamo buon lavoro e Le porgiamo distinti saluti.

Enore Picco, Franceschino Barazzutti, Ivo Del Negro

Val del lago, 27 ottobre 2022

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La “lettera aperta” è stata pubblicata anche sul sito del giornale on-line FRIULISERA.IT con annesse fotografie e mappe:

Lettera aperta di ex sindaci sul Lago di Cavazzo a Massimiliano Fedriga

VAL DEL LAGO – Manifestazione contro il progetto della “Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino” (SIOT): domenica 8 maggio a SOMPLAGO presso la STAZIONE SIOT – 0RE 14.30 –

Riceviamo e pubblichiamo

Basta violentare la Val del Lago!

Manifestiano pacificamente a SOMPLAGO presso la STAZIONE SIOT DOMENICA 8 MAGGIO ORE 14.30.

La “Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino” (SIOT) ha chiesto l’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio nell’area della propria stazione di pompaggio di Somplago di Cavazzo Carnico di due generatori termoelettrici per la produzione combinata di energia elettrica e di calore da fonti fossili di potenza elettrica nominale 7,7 MW, di potenza termica nominale 17,1 MWt e delle relative opere ed infrastrutture connesse.

Questo nuovo progetto della triestina SIOT viene proposto mentre:
● le vigenti leggi regionali, che prevedono il “recupero della naturalità e della fruibilità anche turistica del lago” mediante un bypass che porti lo scarico della centrale idroelettrica a valle del lago, restano inattuate;
● il tavolo “Laboratorio Lago”, istituito nel 2019 per elaborare una proposta di bypass, nulla ha prodotto a tutt’oggi;
permane il silenzio dell’assessore competente Scoccimarro, triestino, e del presidente Fedriga, pure triestino, nonostante i ripetuti solleciti a dare attuazione alle vigenti leggi riguardanti il recupero della naturalità del lago e ad attivare il laboratorio lago.

E’ D’OBBLIGO LA MASCHERINA
PARTECIPATE! PARTECIPATE! PARTECIPATE!

A CURA:
– Comitato Tutela Acque Bacino Montano Tagliamento, Via Davanzo 9 Tolmezzo
– Comitato Difesa e Valorizzazione del lago Tre Comuni, Alesso Via Somplago 10

Stampato in proprio 30.4.2022  

https://www.facebook.com/Comitati-Salviamo-il-Lago-di-Cavazzo-o-dei-Tre-Comuni-100485721482759/

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PER SAPERNE DI PIU’Basta violentare la Val del Lago!!! – Appello del Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento – – Comitât Friûl (comitatfriul.eu)

Basta violentare la Val del Lago!!! – Appello del Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento –

Fotografia del Lago di Cavazzo

RICEVIAMO DA FRANCESCHINO BARAZZUTTI
(Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento)

E PUBBLICHIAMO

(il testo è stato pubblicato  interamente anche sul sito “Non solo Carnia” di cui pubblichiamo il link):

Basta violentare la Val del Lago!!!! – Appello del Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento. – Non solo Carnia

Basta violentare la Val del Lago!!!! – Appello del Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento.

La “Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino” (SIOT) ha chiesto l’autorizzazione per la costruzione e l’esercizio nell’area della propria stazione di pompaggio di Somplago di Cavazzo Carnico di due generatori termoelettrici per la produzione combinata di energia elettrica e di calore da fonti fossili di potenza elettrica nominale 7,7 MW, di potenza termica nominale 17,1 MWt e delle relative opere ed infrastrutture connesse.

La stazione di pompaggio attualmente riceve l’elettricità dall’adiacente centrale a2a distante soli 30 metri ed è stata ubicata proprio lì per il vantaggio di tale vicinanza. Il nuovo impianto serve a produrre oltre che elettricità anche calore per ridurre la viscosità del greggio (come se finora non scorresse!) e sarà alimentato a METANO (sì a metano!). Quel metano che ci giunge dalla Russia da cui tutti dicono che dobbiamo ridurre la nostra dipendenza energetica.

Come se non bastassero l’imprevidente ubicazione della stazione di pompaggio sulla sponda del lago e dell’adiacente immissario, la bruttura ben visibile dell’enorme serbatoio del petrolio, la centrale idroelettrica con la conseguente rovina del lago, la scomparsa della pesca e le serie di svettanti tralicci con i cavi aerei che portano altrove l’energia e i profitti, l’autostrada con l’impattante viadotto sugli enormi piloni impiantati nel lago e l’inquinamento acustico ed atmosferico, ora si vogliono aggiungere due impianti di produzione di energia elettrica da fonti fossili e relativi annessi con ben due camini alti 15 e 16 metri (loro scrivono che non si vedranno!) che genereranno nella valle anche un incremento dell’inquinamento atmosferico. Con questo progetto la SIOT continua a caricare di servitù la valle mentre realizza lauti profitti. Manca solo che nella Val del Lago ci mettano anche una centrale atomica dato che c’è l’acqua per raffreddare i reattori e che vi giungerà anche l’elettrodotto transalpino dall’Austria!

Da diversi decenni questo oleodotto garantisce l’afflusso del petrolio dal porto di Trieste ai Paesi dell’Europa Centrale nel quadro di una giusta e necessaria politica energetica europea. Ma questo progetto, che si basa sull’impiego del gas metano pur essendo la centrale di pompaggio SIOT immediatamente adiacente alla centrale idroelettrica a2a dalla quale ha sempre attinto l’elettricità necessaria, rappresenta una contraddizione, tanto più se lo consideriamo nel preoccupante attuale contesto energetico, politico e strategico internazionale.

Questo nuovo progetto della triestina SIOT viene proposto mentre:
● le vigenti leggi regionali, che prevedono il “recupero della naturalità e della fruibilità anche turistica del lago” mediante un bypass che porti lo scarico della centrale idroelettrica a valle del lago, restano inattuate;
● il tavolo “Laboratorio Lago”, istituito nel 2019 per elaborare una proposta di bypass, nulla ha prodotto a tutt’oggi;
permane il silenzio dell’assessore competente Scoccimarro, triestino, e del presidente Fedriga, pure triestino, nonostante i ripetuti solleciti a dare attuazione alle vigenti leggi riguardanti il recupero della naturalità del lago e ad attivare il laboratorio lago.
Bisogna porre fine al massacro della Val del Lago. Un “basta” forte lo devono dire gli abitanti della Valle, i rappresentanti istituzionali locali, i Comuni della Valle, le Comunità di Montagna e la Regione. Dicano “NO” a questo progetto della SIOT anche in sede regionale della Conferenza dei Servizi in cui verrà ufficialmente esaminato.

Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento

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BASTA VIOLENTARE LA VAL  DEL LAGO –  PER SAPERNE DI PIÙ

Di seguito si espongono le deduzioni dell’ing. Dino Franzil tratte dall’analisi dei dati dichiarati di progetto e dalle caratteristiche funzionali dei previsti generatori termoelettrici Ecomax 33 ed Ecomax 44 da installare per produrre energia elettrica e per riscaldare il greggio da pompare bruciando la seguente quantità di metano:

Volume orario di gas: V = 790 + 1014 = 1.804 Nmc/h – (Normal metro cubo – ora)
CONSUMO DI METANO
Orario Vh = 1804 mc/h; Giorno Vg = 43.300 mc/g; Anno Va = 14.938.500 mc/a
EMISSIONE GAS DAL CAMINO Ecomax 33 + Ecomax 44
Orario Vh = 15.500 + 19.660 = 35.160 mc/h Giorno Vg = 24×35160 = 843.840 mc/g Anno Va = 345 x 843.840 = 291.124.800 mc/a
Per avere un’idea di tale volume basta immaginare la Val del Lago avvolta da una nuvola dello spessore di circa duecento metri!
CONTENUTO DI TOSSICI NEI FUMI
Anidride Carbonica (CO2 – responsabile effetto serra) emessa come CO in 240 mgr/mc trasformatasi in CO2 con l’umidità atmosferica dal peso di 376 mgr/mc in quantità:
Emissione giorno Qg = 0,000376 x 843.840 = 317,3 kg/g. Emissione anno Qa = 0,000376 x 291.124.800 = 109.463 kg/a pari a circa ( 109 t/a )
Emissione di Ossidi Azoto (NOx) – Dichiarati emessi nei fumi q = 95mgr/mc Emissione giorno Qg = 0,000095 x 843.840 = 80,2 kg/g Emissione anno Qa = 0,000095 x 291.124.800 = 27.700 kg/a. Ossia circa (27.7 t/a )
Ricordando che NOx comprende (NO + NO2) con peso molecolare medio p=38 e che si trasformano in acido nitrico HNO3 con peso molecolare p=63, il peso emesso sarà: p = 63/38 x 95mgr/mc = 157 mg/mc.
Quindi il gas tossico nell’aria presente in un anno peserà:
Q = 0,000157 x 291124800 = 45.706 kg = 45,7 t/A.
Emissioni di Anidride Solforosa ( SO2 ) – Dichiarata in peso p = 15mg/mc. Emissione giorno Qg = 0,000015 x 843840 = 12,65 kg/g Emissioni anno Qa = 0,000015 x 291.124.800 = 4.367 kg/a. Ossia circa 4,3 t/a.
Ricordando che SO2 dal peso molecolare 64, si trasforma in acido solforico H2SO4 dal pm=98, la quantità emessa sarà p = 98/64 x 15 = 22,95 mg/mc. ed il peso del gas nell’aria in un anno sarà: Q = 0,00002295 x 291124800 = 6.681,31 kg = 6,68 t/A.
TOTALE EMISSIONI GASSOSE / Anno:
Q = 109,4+45,7+6,68 = 161,8 circa 162 t/a.

È opportuno ricordare che, reagendo con l’umidità dell’aria, gli ossidi di azoto si trasformano in acido nitrico e gli ossidi di zolfo in acido solforico, entrambi altamente tossici e corrosivi . Sono i responsabili delle ben note piogge acide che bruciano le piante. Associati alle polveri sottili formano il famoso smog che danneggia i polmoni.

EMISSIONE DI POLVERI
Si tratta di polveri sottili tipo Pm2,5 le stesse che creano problemi nelle città, dichiarate nei fumi scaricati in quantità in peso p = 50mg/mc. Emissione giorno Qg = 0,000050 x 843.840 = 42,192 kg/g Emissioni anno Qa = 0,000050 x 291.124.800 = 14.556 kg/a. Ossia circa 14,5 t/a.
TOTALE DI TUTTI GLI INQUINANTI dispersi nell’aria in un anno: Q = gassosi 161,5 + solidi 14,5 = 176 t/anno.
PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA
La potenza elettrica dichiarata dei due impianti risulta: Ecomax 33 – Pe = 3.358 Kw + Ecomax 44 – Pe = 4406 Kw = 7.764 Kw – (Totale ).
Se tale è la potenza delle macchine, l’energia disponibile sarà:
Giornaliera Eg = 7.764 x 24 = 186.336 Kwh Annuale per 345 giorni: Ea = 345 x 186.336 = 64.285.920 – Kwh/a = 64.285 Mwh/a.

Quindi: saranno garantiti non meno di 64.250 Mwh anno, di corrente elettrica da utilizzare o da immettere in rete a piacere, o nella nuova rete transalpina.
È una quantità tutt’altro che trascurabile, astuta trovata data la disponibilità di combustibile fossile. Questa quantità di energia corrisponde al 16% della produzione di targa della centrale adiacente e non è certo poco, altro che cercare centraline nei ruscelli…
Resta da vedere se ai responsabili regionali interesserà, o meno, l’intossicazione ambientale che verrà prodotta ed andrà a sommarsi con quella del traffico autostradale e con il disturbo acustico di entrambe le sorgenti. Certo è che il rilascio di tale concessione non può essere giustificato dalla carenza energetica italiana che si prospetta a causa della guerra di Putin, poiché, a tal fine, la quantità prodotta è irrisoria, mentre a livello locale causerebbe un disastro!
Pensando che la dittatura è ripugnante e che troppo spesso la nostra democrazia è solo verbale, la gente locale può solo sperare che non le “cada in testa la tegola” affidandosi al buonsenso di chi la rappresenta.
Diversamente, con l’aggiunta di questi inquinanti a quelli che già emette il traffico autostradale nell’ambiente, non solo si avvelenerà il Lago con le ricadute tossiche di acido nitrico ed acido solforico, ma ne risentirà anche la salute della gente della Val Lago.

INQUINAMENTO AUTOSTRADALE DELLA VAL LAGO
Dire che le auto inquinano non è certo una novità ed anche se uno sente odore di scarico non fa caso più di tanto perché si è abituato, ma tutti sanno che non fa bene alla salute.
Secondo l’ACEA (European Automotive Manifactures Association) il 25% dell’inquinamento totale è dovuto alla trazione motoristica trasporti e di questi il 13% lo producono le auto private. Il grosso dell’inquinamento proviene dalle industrie, dal riscaldamento, dalle centrali termo- elettriche e dal traffico aereo. Preso atto che l’ACEA, nel 2014 ha posto il limite delle emissioni NOx = 0,08 gr/km e per il particolato, o micro polveri, allo scarico Pm = 0,005 gr/km, si presenta la necessità di valutare cosa succede nei 4km d’autostrada della Val-Lago.
IPOTESI: lunghezza percorso L= 4000 m
Numero auto in transito una in andata ed una in ritorno ogni 100m,
totale 80 auto sul tragitto. – Velocità 90km/ora ossia 1500 m/min
Tempo di percorrenza della tratta T = 2,6 min.
Numero tratte percorribili/ora n°=23
Numero auto/ora N=80×23= 1840
Chilometri percorsi K=1840×90=165.600 km/ora.
Chilometri/giorno K = 24 x 165600 = 3.974.400 km/g.
Emissioni / giorno = 0,08 x 3974400 = 318 kg/g
Emissioni/anno Q = 318 x 365 = 116 t/A
Ricordando che gli ossidi di azoto NOx hanno un peso molecolare medio p=38gr e che si trasformano in acido nitrico HNO3 con p=63gr, questo inquinante acido nell’aria peserà in un anno Q = 63/38 x 116 = 191,4 t/A. di gas tossico.
PESO DEL PARTICOLATO
Le polveri sottili sono limitate a p = 0,005 gr/km. Quindi emissioni/giorno Q = 0,005 x 3.974.400 = 19,8 kg/g Emissioni/anno Q = 19,8 x 365 = 7.250 kg/A = 7,2 t/A.
TOTALE INQUINANTI DAL TRAFFICO AUTOSTRADALE Q = 191,4 Gas + 7,2 Polveri = 198,6 t/A

TOTALE INQUINANTI NELLA VAL LAGO
Emissioni Ventilate da SIOT Q = 176 t/A
Emissioni dall’Autostrada Q = 198 Totale Q = 374 t/A

Ripensando a quanto già espresso, si può ben dire e concludere
che per la Val del Lago si presentano oscure nubi all’orizzonte!

A cura del Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento
via Davanzo, 9 Tolmezzo 
24 marzo 2022

LAGO DI CAVAZZO: 6 agosto 2021 – conferenza stampa sulla sorprendente risposta dell’assessore regionale Scoccimarro

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Egregi Signori,

invio l’allegato invito alla conferenza stampa che i Comitati ritengono necessario tenere in relazione alla sorprendente risposta dell’assessore regionale Scoccimarro , di cui alleghiamo il testo, ad una interrogazione del consigliere Honsell. Risposta in contraddizione con la vigente legislazione regionale, che pure allego, relativa al “recupero delle condizioni di naturalità e delle fruibilità, anche turistica, del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni”. Legislazione vigente che in assessorato all’ambiente dovrebbero conoscere a meno che non sia stata adottata “a loro insaputa”.

Delle diverse contraddizioni ci limitiamo alla seguente.

Pur di minimizzare le criticità del lago l’estensore della risposta è ricorso alle sole batimetrie fornite da a2a (parte in causa la cui centrale idroelettrica è causa del degrado del lago!) trascurando le ben differenti risultanze dell’approfondito studio dell’ing. Franzil, delle ricerche dell’ISMAR del CNR, della perizia dell’ing. Garzon, incaricato dai Comuni rivieraschi, dal Consorzio BIM Tagliamento e dalle Comunità Montane, per concludere che l’apporto di fango è di 1cm all’anno, dimenticando che, anche se così fosse, poiché la centrale è entrata in funzione nel 1954 da allora ha riversato fango nel lago per 66 anni X 1 cm/anno, che  fanno 66 CM DI FANGO DEPOSITATO SUL FONDALE! Forse che per l’estensore della risposta non basta? Più che sufficiente a distruggere ogni forma di vita.

Che cosa si aspetta ad intervenire!!!

Per i Comitati: Franceschino Barazzutti 

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IL LAGO DI CAVAZZO
O DEI TRE COMUNI

Il fango che non si vuol vedere, la vita che non c’è, le criticità che ci sono, la volontà politica di risolverle che non c’è.

VENERDI’ 06 AGOSTO 2021 ore 10

Udine Palazzo della Regione Sala Kugy

Il Lago Vi ringrazia per la Vostra gradita presenza!

SE LA POLITICA NON INTERVIENE,  IL LAGO DI CAVAZZO DIVENTERA’ UNA PALUDE.

SE LA POLITICA NON INTERVIENE,  IL LAGO DI CAVAZZO DIVENTERA’ UNA PALUDE.

     Foto del lago di Cavazzo, oggi.

L’appello. Il lago di Cavazzo diventerà una palude.

Forse non tutti i villeggianti che affollano le sue rive, sapranno che il Lago di Cavazzo ha avuto origine dal quel mare, le cui spiaggie, diventate prima scogliere e poi Alpi, bagnavano la Carnia ben quattrocento milioni di anni fa. E che è questa la ragione per cui a Preone, e in altri luoghi delle nostre montagne, si trovano fossili in abbondanza.

Nell’ultima era glaciale, il Lago è stato poi delimitato dall’apporto di detriti glaciali prima ed alluvionali poi per opera del torrente Palâr e Leale che hanno chiuso la valle. Fino alla metà del secolo scorso il lago era ricchissimo di pesce, alghe e plancton e contribuiva all’economia locale. Era balneabile da maggio ad ottobre ed è sempre vissuto in salute con naturale alimentazione idrica da torrenti e sorgive.

Oggi, purtroppo i villeggianti non amano bagnarsi: l’acqua è molto fredda e la pelle tende a sporcarsi di un sottilissimo pantano. E quando questi villeggianti se ne lamentano con qualche abitante della Valle del Lago, hanno per risposta un racconto. Un racconto dove le esperienze vissute si mescolano agli studi di geologi come Gortani, Marinelli, Specchi, Miccoli, Pironio, Zanier, Tosoni, Cella e ingegneri come Franzil e Garzon che, grazie all’opera di divulgazione dei comitati Salvalago è diventato il comune sentire della Valle.

Si narra di come negli anni ’50 lo Stato permise all’impresa elettrica veneziana SADE , quella del Vajont, per intenderci, la captazione del 75% delle acque carniche, la realizzazione di prese, condotte forzate, bacini e centrali, al fine di trasformare queste acque in energia elettrica. Provocando però nella Carnia occidentale e nel nostro lago, un vero e proprio disastro ecologico. Le “Chiare fresche e dolci acque” di scolastica memoria, divennero greti asciutti per 80 km. Con la costruzione della centrale di Somplago, il più grande lago naturale e temperato della regione, venne trasformato in serbatoio di regolazione, abbassandone la quota di 4 metri, riducendone la superficie da 1,74 km quadri a meno di 1,2 km quadri. E quando, nel 1958, essa entrò in funzione, scaricò nel lago l’acqua turbinata. Un’acqua torbida e gelida che oltre a depositare limo sul fondo del lago portò la sua temperatura ad essere simile a quella di un lago alpino. E iniziò il calvario!

L’acqua faceva saliscendi secondo il funzionamento della centrale, le uova dei pesci in acqua bassa morivano, le alghe venivano coperte dal fango ed il plancton, alimento dei pesci moriva, fino alla totale scomparsa causata anche dal crollo termico. La narrazione continua raccontando come i “comitati salvalago”, dopo aver illustrato le criticità di un progetto di pompaggio, coinvolgendo la popolazione in dieci anni di lotta e studi dimostrativi, dopo la rinuncia di Edipower a tale progetto, abbiano orientato i loro sforzi nel chiedere alla Regione la rinaturazione del Lago di Cavazzo. La Regione non solo ha inserito la rinaturazione nel P.R.T.A, considerando anche l’ipotesi della costruzione di un By-Pass, che convogli lo scarico della centrale a valle del Lago, ma ha anche indetto un concorso di idee su come fare tale By-Pass. Essa ha poi istituito un “Laboratorio lago dei tre Comuni, volto ad individuare le criticità dello specchio d’acqua e proporre soluzioni finalizzate a recuperare condizioni di naturalità e garantirne la fruibilità a fini turistici.”

Questo laboratorio, prosegue la narrazione, si è riunito 4 volte, alla presenza anche di esperti dei tre Comuni. Ma è giunto il tempo di lasciare le analisi e di passare a valutare proposte concrete, anche in vista della scadenza delle concessioni. Perché le incertezze della politica ritardano la costruzione del Bay-Pass e la rinaturazione.

Intanto il fango continua a depositarsi sul fondo del lago, ed è opinione comune che se non si interviene, tra cent’anni forse meno, il lago si trasformerà in una palude.

Remo Brunetti – Cavazzo

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Il Comitato ringrazia Remo Brunetti per avergli concesso la pubblicazione della sua lettera, già pubblicata sul quotidiano il Messaggero Veneto in data 10 giugno 2021 – rubrica “LETTERE”  – a pagina 37