LAGO DI CAVAZZO: 6 agosto 2021 – conferenza stampa sulla sorprendente risposta dell’assessore regionale Scoccimarro

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Egregi Signori,

invio l’allegato invito alla conferenza stampa che i Comitati ritengono necessario tenere in relazione alla sorprendente risposta dell’assessore regionale Scoccimarro , di cui alleghiamo il testo, ad una interrogazione del consigliere Honsell. Risposta in contraddizione con la vigente legislazione regionale, che pure allego, relativa al “recupero delle condizioni di naturalità e delle fruibilità, anche turistica, del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni”. Legislazione vigente che in assessorato all’ambiente dovrebbero conoscere a meno che non sia stata adottata “a loro insaputa”.

Delle diverse contraddizioni ci limitiamo alla seguente.

Pur di minimizzare le criticità del lago l’estensore della risposta è ricorso alle sole batimetrie fornite da a2a (parte in causa la cui centrale idroelettrica è causa del degrado del lago!) trascurando le ben differenti risultanze dell’approfondito studio dell’ing. Franzil, delle ricerche dell’ISMAR del CNR, della perizia dell’ing. Garzon, incaricato dai Comuni rivieraschi, dal Consorzio BIM Tagliamento e dalle Comunità Montane, per concludere che l’apporto di fango è di 1cm all’anno, dimenticando che, anche se così fosse, poiché la centrale è entrata in funzione nel 1954 da allora ha riversato fango nel lago per 66 anni X 1 cm/anno, che  fanno 66 CM DI FANGO DEPOSITATO SUL FONDALE! Forse che per l’estensore della risposta non basta? Più che sufficiente a distruggere ogni forma di vita.

Che cosa si aspetta ad intervenire!!!

Per i Comitati: Franceschino Barazzutti 

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IL LAGO DI CAVAZZO
O DEI TRE COMUNI

Il fango che non si vuol vedere, la vita che non c’è, le criticità che ci sono, la volontà politica di risolverle che non c’è.

VENERDI’ 06 AGOSTO 2021 ore 10

Udine Palazzo della Regione Sala Kugy

Il Lago Vi ringrazia per la Vostra gradita presenza!

SE LA POLITICA NON INTERVIENE,  IL LAGO DI CAVAZZO DIVENTERA’ UNA PALUDE.

SE LA POLITICA NON INTERVIENE,  IL LAGO DI CAVAZZO DIVENTERA’ UNA PALUDE.

     Foto del lago di Cavazzo, oggi.

L’appello. Il lago di Cavazzo diventerà una palude.

Forse non tutti i villeggianti che affollano le sue rive, sapranno che il Lago di Cavazzo ha avuto origine dal quel mare, le cui spiaggie, diventate prima scogliere e poi Alpi, bagnavano la Carnia ben quattrocento milioni di anni fa. E che è questa la ragione per cui a Preone, e in altri luoghi delle nostre montagne, si trovano fossili in abbondanza.

Nell’ultima era glaciale, il Lago è stato poi delimitato dall’apporto di detriti glaciali prima ed alluvionali poi per opera del torrente Palâr e Leale che hanno chiuso la valle. Fino alla metà del secolo scorso il lago era ricchissimo di pesce, alghe e plancton e contribuiva all’economia locale. Era balneabile da maggio ad ottobre ed è sempre vissuto in salute con naturale alimentazione idrica da torrenti e sorgive.

Oggi, purtroppo i villeggianti non amano bagnarsi: l’acqua è molto fredda e la pelle tende a sporcarsi di un sottilissimo pantano. E quando questi villeggianti se ne lamentano con qualche abitante della Valle del Lago, hanno per risposta un racconto. Un racconto dove le esperienze vissute si mescolano agli studi di geologi come Gortani, Marinelli, Specchi, Miccoli, Pironio, Zanier, Tosoni, Cella e ingegneri come Franzil e Garzon che, grazie all’opera di divulgazione dei comitati Salvalago è diventato il comune sentire della Valle.

Si narra di come negli anni ’50 lo Stato permise all’impresa elettrica veneziana SADE , quella del Vajont, per intenderci, la captazione del 75% delle acque carniche, la realizzazione di prese, condotte forzate, bacini e centrali, al fine di trasformare queste acque in energia elettrica. Provocando però nella Carnia occidentale e nel nostro lago, un vero e proprio disastro ecologico. Le “Chiare fresche e dolci acque” di scolastica memoria, divennero greti asciutti per 80 km. Con la costruzione della centrale di Somplago, il più grande lago naturale e temperato della regione, venne trasformato in serbatoio di regolazione, abbassandone la quota di 4 metri, riducendone la superficie da 1,74 km quadri a meno di 1,2 km quadri. E quando, nel 1958, essa entrò in funzione, scaricò nel lago l’acqua turbinata. Un’acqua torbida e gelida che oltre a depositare limo sul fondo del lago portò la sua temperatura ad essere simile a quella di un lago alpino. E iniziò il calvario!

L’acqua faceva saliscendi secondo il funzionamento della centrale, le uova dei pesci in acqua bassa morivano, le alghe venivano coperte dal fango ed il plancton, alimento dei pesci moriva, fino alla totale scomparsa causata anche dal crollo termico. La narrazione continua raccontando come i “comitati salvalago”, dopo aver illustrato le criticità di un progetto di pompaggio, coinvolgendo la popolazione in dieci anni di lotta e studi dimostrativi, dopo la rinuncia di Edipower a tale progetto, abbiano orientato i loro sforzi nel chiedere alla Regione la rinaturazione del Lago di Cavazzo. La Regione non solo ha inserito la rinaturazione nel P.R.T.A, considerando anche l’ipotesi della costruzione di un By-Pass, che convogli lo scarico della centrale a valle del Lago, ma ha anche indetto un concorso di idee su come fare tale By-Pass. Essa ha poi istituito un “Laboratorio lago dei tre Comuni, volto ad individuare le criticità dello specchio d’acqua e proporre soluzioni finalizzate a recuperare condizioni di naturalità e garantirne la fruibilità a fini turistici.”

Questo laboratorio, prosegue la narrazione, si è riunito 4 volte, alla presenza anche di esperti dei tre Comuni. Ma è giunto il tempo di lasciare le analisi e di passare a valutare proposte concrete, anche in vista della scadenza delle concessioni. Perché le incertezze della politica ritardano la costruzione del Bay-Pass e la rinaturazione.

Intanto il fango continua a depositarsi sul fondo del lago, ed è opinione comune che se non si interviene, tra cent’anni forse meno, il lago si trasformerà in una palude.

Remo Brunetti – Cavazzo

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Il Comitato ringrazia Remo Brunetti per avergli concesso la pubblicazione della sua lettera, già pubblicata sul quotidiano il Messaggero Veneto in data 10 giugno 2021 – rubrica “LETTERE”  – a pagina 37 

LAGO DI CAVAZZO: cosa aspettano i friulani e le associazioni nate a tutela di questo lago a iniziare a protestare in maniera vigorosa davanti ai Palazzi della politica regionale?

 

 

Riceviamo e pubblichiamo

Con preghiera di dare notizia di questa lettera inviata alla Regione. Grazie.
Franceschino Barazzutti

Al Signor Presidente della Giunta Regionale
Ai Signori Assessori Regionali

Egregio Signor Presidente,
Egregio/a Signor/a Assessore,

Oltre a tecnici e funzionari regionali fanno parte del Laboratorio anche tre esperti nominati dalle tre Amministrazioni Comunali rivierasche. A tutti i componenti va il nostro ringraziamento per aver messo a disposizione le loro competenze ed impegno per la rinaturalizzazione del lago e per quanto fatto finora.

Il Laboratorio Lago, si è riunito finora 4 volte, giustamente confrontandosi in videoconferenza anche con tutti i portatori di interesse. Ma a nostro avviso è necessario che il Laboratorio acceleri i lavori per addivenire quanto prima a una concreta proposta operativa che tramite un bypass porti direttamente le acque di scarico della centrale di Somplago alla galleria di scarico del lago, bypassandolo. Cio’ permetterà sia il ripristino della naturalità e della fruizione turistica del lago, come previsto in uno specifico articolo del Piano Regionale Tutela Acque, sia di garantire un’adeguata portata al Tagliamento, sia di fornire acqua all’agricoltura del Friuli senza interferire con il lago.

Rispondendo recentemente ad una interrogazione sull’attività del Laboratorio l’Assessore Scoccimarro ha dichiarato che si è ancora nella fase in cui “si stanno confrontando i rilievi batimetrici  disponibili per valutare l’effettivo impatto dello scarico della centrale sul fondale del lago”.

Questa dichiarazione dell’Assessore ci preoccupa, vista la notevole quantità di dati già a disposizione sull’effettivo deleterio impatto dello scarico della centrale sul lago ed il suo fondale, a meno che non si dia credito alla interessata favola che sia lo scarico della centrale a garantire la buona salute del lago! Salute ottima nel corso di secoli e secoli, pessima dopo la costruzione della centrale di Somplago!

Per limitarci ai più recenti ricordiamo gli studi sul lago dei geologi Cella e Tosoni, dell’ing. Dino Franzil con il suo libro “Lago Energia Ambiente “, la perizia dell’ing. Franco Garzon, incaricato dai Comuni rivieraschi, dalle 2 Comunità Montane e dal Consorzio BIM. Se cio’ non bastasse ci sono anche gli studi batimetrici effettuati negli anni scorsi dall’Istituto di Scienze Marine (Ismar) di Bologna del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), che tramite un drone ha rilevato tutto il fondale del lago, evidenziando come questo sia coperto da uno spesso strato di fango, proveniente dai corsi d’acqua della Carnia.

Inoltre alcuni subacquei hanno recentemente confermato che il fondale del lago è completamente ricoperto dal limo che gli conferisce un aspetto lunare, senza alcuna forma di vita vegetale e animale, attraversato solo da qualche sperduto pesce, al contrario di un tempo quando il lago era ricco di fauna ittica, che sfamò nei secoli la popolazione rivierasca e non solo.
Senza scomodare la scienza ed i subacquei è sufficiente immergere i piedi nell’acqua, peraltro gelida, della spiaggia per sollevare una nuvola di particelle più volatili del fango. Tale condizione del lago ha compromesso la balneazione a tal punto che i bagnanti non frequentano più il lago ma le acque limpide del vicino torrente Palar ad Alesso affollando le sue rive.

E’ tempo di passare finalmente alla proposta operativa del bypass, perchè nel frattempo altro fango continua a depositarsi sui fondali ed è nostro dovere nei confronti delle generazioni future riportare il lago alle condizioni di naturalità, fruilibilità turistica, di pesca, di sport, di balneazione e di svago.

Ulteriori rinvii sarebbero un segnale della mancanza di volontà politica di risolvere le criticità del lago e suonerebbero per la sua Valle, sconvolta anche dall’autostrada con il mastodontico viadotto e dall’oleodotto Siot con
la stazione di pompaggio sita proprio sulla riva nord del lago, come una beffa che si aggiunge al danno.

Il lago, il suo canale di scarico e il Tagliamento rappresentano uno snodo idrico strategico per il Friuli sul quale occorre operare non complicando la situazione, come è stato fatto rilasciando concessioni di centraline sul canale di scarico, ma con una visione d’insieme, con un progetto complessivo che, stante le ricadute positive sull’ambiente, il turismo, l’agricoltura e l’economia possa, beneficiare anche dei finanziamenti europei. Un’ottima occasione poteva essere il Recovery Fund.

Un progetto complessivo che recuperi la naturalità e fruibilità del lago mediante un bypass, fornisca acqua all’agricoltura friulana, alimenti il Tagliamento restituendogli l’acqua che gli è stata sottratta a monte e preveda il funzionamento della centrale di Somplago con modalità funzionali alle esigenze del territorio e non dei suoi attuali azionisti lombardi. Tanto più che la centrale passerà in proprietà della Regione e che è il terminale del sistema idroelettrico del Tagliamento, di un dinosauro di altri tempi incompatibile con l’ambiente e il territorio, che va rivisto poiché realizzato secondo il principio “tutta l’acqua nelle turbine” che ha desertificato i corsi d’acqua della Carnia.

Dalla pubblicazione della legge costitutiva del Laboratorio Lago dei Tre Comuni sono già trascorsi quasi due anni. Alla Regione chiediamo di indicare soluzioni reali dei problemi del lago.

Chiediamo troppo?

Voglia gradire i nostri distinti saluti

Per il Comitato per la difesa e valorizzazione del Lago di Cavazzo
o dei Tre Comuni. Alesso di Trasaghis:
Annamaria Gisolfi
Per il Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento. Tolmezzo:
Franceschino Barazzutti
26 aprile 2021

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COMMENTO DELLA REDAZIONE DEL BLOG

Constatato che la lunga e democratica battaglia delle associazioni di tutela del Lago di Cavazzo non sta ottenendo alcun risultato reale ma solo FINTE PROMESSE e constatata la sordità della politica regionale nemica del Friuli e amica dei poteri economici forti, cosa aspettano i Friulani ad andare in piazza  con le bandiere del Friuli?

Questa è l’unica forma di protesta che la politica triestina ascolta…..

Fino a quando i Friulani sceglieranno di “farsi prendere in giro” dalla politica dei palazzi regionali con “FINTE PROMESSE”?  PAR FURLAN SI DÎS “VONDE”!!

Buine leture:  https://comitat-friul.blogspot.com/2018/12/lago-di-cavazzo-il-bypass-e-unopera-che.html?fbclid=IwAR0Og2yz-R_3-U5tKtfXDZUa7ID30n4g1p5QwMm3eE7FSQlnkHn9VyZS4D4

La Redazione del Blog