“Dove andranno a finire la montagna ed i paesaggi dell’alto Friuli se la Regione Fvg va avanti così?” – Laura Matelda Puppini

Riceviamo e pubblichiamo:

NON SOLO CARNIA

di LAURA MATELDA PUPPINI

Dove andranno a finire la montagna ed i paesaggi dell’alto Friuli se la Regione Fvg va avanti così?

da Marco Lepre, presidente di Legambiente Carnia -Val Canale-Canal del Ferro, questo comunicato, scritto per l”Anniversario della Tempesta Vaia’, che volentieri pubblico pregandovi di leggerlo attentamente. Laura Matelda Puppini.

«Il 28 ottobre, oltre al Centenario della Marcia su Roma, ricorre un altro tragico evento. Sono trascorsi infatti quattro anni dalla Tempesta Vaia, il disastroso evento atmosferico “estremo” che, abbattendo intere foreste delle Alpi Orientali, ci mise una volta di più davanti alle terribili conseguenze dei cambiamenti climatici. Fu colpita anche la montagna del Friuli Venezia Giulia, in particolare il Comune di Sappada, l’Alta Valle del Degano, la Val Pesarina, la Valle del But e i boschi tra Ampezzo e Sauris. Ad essere sostanzialmente risparmiato fu invece il Tarvisiano.

 Adesso la Regione Friuli Venezia Giulia si appresta a porre rimedio a questa “mancanza” prevedendo l’abbattimento di alcune decine di ettari della millenaria Foresta di Tarvisio per realizzare una nuova pista da sci, che dal Monte Florianca scenderà nella Piana dell’Angelo, una località posta al di sotto degli 800 metri di altitudine! Confrontata con le immagini di Cervinia, che, proprio in questi giorni, ha dovuto rinunciare alla tappa programmata delle gare di Coppa del Mondo per mancanza di neve e per l’impossibilità di produrre neve artificiale a causa delle temperature elevate, questa sarebbe già una notizia, che ci fa capire come la decisione di investire milioni di euro in interventi di questo genere appartiene più alla logica di un giocatore d’azzardo che a quella di saggi amministratori del denaro pubblico.

Le brutte notizie non giungono però mai sole. Non sappiamo quanti siano al corrente, infatti, che per poter rendere transitabile dai ciclisti (evitando che forino le gomme) la vecchia strada militare, normalmente interdetta al transito di veicoli a motore, che dalla Val Saisera raggiunge il Monte Santo di Lussari ed ospitare così la penultima tappa della prossima edizione del Giro d’Italia, la Protezione Civile Regionale non ha esitato ad utilizzare una parte non trascurabile dei fondi ricevuti per il ripristino dei danni provocati dalla Tempesta Vaia: si è parlato di ben cinque milioni di euro. L’intervento ha potuto approfittare delle agevolazioni previste per i lavori di somma necessità ed urgenza, evitando così le “fastidiose” procedure di valutazione ambientale, le norme per l’aggiudicazione dei lavori ed altri lacci e lacciuoli burocratici.

Questo, purtroppo – come stanno denunciato il CAI e le associazioni ambientaliste – non è il primo né l’ultimo caso di utilizzo “disinvolto” dei fondi della Protezione Civile nella nostra regione e avrà come indotto l’invasione del meraviglioso Borgo sorto attorno al Santuario Mariano,  dichiarato di “notevole interesse pubblico” con un Decreto del Ministero della Pubblica Istruzione che risale al maggio 1956 e meta ogni anno di pellegrini che giungono dalle tre aree culturali e linguistiche che qui confluiscono (quella tedesca, quella slava e quella latina), da parte di migliaia di tifosi al seguito della “Carovana Rosa” (gli organizzatori parlano di 15-20.000 spettatori). L’afflusso contemporaneo di un tale numero di persone avrà come effetti collaterali, la collocazione di servizi igienici mobili, la distribuzione di bibite in contenitori usa e getta, l’abbandono di rifiuti, l’utilizzo di altoparlanti a pieno volume e la premiazione sul palco con sversamento (in ogni caso deprecabile) di spumante a due passi dal Santuario. Qualcosa che, in nome del business, ricorda tanto i mercanti nel tempio citati dal Vangelo.

Il Presidente leghista Massimiliano Fedriga si è dichiarato felice e soddisfatto di poter ospitare questa manifestazione, che porterà in mondovisione le bellezze del Friuli. Chissà cosa ne pensano le popolazioni colpite dall’alluvione nelle Marche!

Tolmezzo, 27 ottobre 2022

Circolo Legambiente della Carnia-Val Canale-Canal del Ferro».

Io mi chiedo solo una cosa: è possibile e legale quello che sta facendo la Giunta regionale sul nostro ambiente unico, e di una bellezza unica, per le sue ‘fissazioni’ in ambito turistico, non tenendo neppure in considerazione che il clima sta mutando (ed è un dato di fatto, non l’ipotesi di alcuni) e affidando questo scempio alla Protezione Civile, guidata da Riccardo Riccardi, con soldi Vaia, quando Vaia non c’entra nulla? Qualcuno me lo sa dire, per cortesia? Inoltre a me pare che i nostri assessori si siano fermati agli anni ’50 in politica turistica, non conoscano il concetto di risparmio del suolo e non leggano neppure che, nel 2023, saremo in recessione. Mi si dice: “Hanno tanti soldi”. Benissimo, li spendano in ‘pane, lavoro, servizi’ per i cittadini, in sanità, scuola e cultura, tutela e non scempio del paesaggio e del creato ed in aiuti alle famiglie, in una regione dove ‘non si nasce più’ e fra un po’ non ci si riuscirà a curare più. E io vorrei sapere davvero, in questa situazione, quando si legge che esiste già sicuramente uno scempio ambientale in alta quota nel Comune di Forni Avoltri, che allontana e non avvicina chi ama la natura e stupito lo scopre, grazie ad una nuova strada, chi ora si sente fiero di andare in giro con una maglietta con il logo: “Io sono FVG!” Senza voler offendere alcuno.

Aggiungo, inoltre, che su change.org è comparsa la petizione “No all’ arrivo di tappa del Giro d’Italia 2023 sul Monte Lussari”, che ha già ottenuto 3.254 firme. Firmatela anche voi!!!

Laura Matelda Puppini.

PROMOTURISMO, PISTE DI SCI E AUTONOMIA COSTITUZIONALE DEI COMUNI, ESPROPRIATI DEL DIRITTO DI SCEGLIERE IL FUTURO DELLA LORO COMUNITA’

“NON SOLO CARNIA”

di Laura Matelda Puppini

Gentilissimi, credevo di aver ormai visto di tutto nella nostra amata montagna, ma mi ero sbagliata. Volendo riportare l’intervento di Mario Di Gallo a Tolmezzo il 26 luglio 2022 sulle nuove, inutili piste da sci previste per la montagna friulana dalla nostra Regione Fvg, mi sono imbattuta nel testo di legge citato dallo stesso, ora legge regionale Fvg n. 11 del 2 agosto 2022. Ed ho letto alcuni commi che mi hanno lasciato tra lo sbigottito ed il perplesso come quello che dice che i terreni su cui dovranno passare le nuove creazioni del ‘piano neve’ che io non so se contemplino solo piste da sci saranno espropriati d’ufficio per pubblica utilità ed in un contesto emergenziale ed altri balzelli di questo genere. Inoltre chi gestirà il tutto sarà Promoturismo. Io vi dico subito che ci sono aspetti di questa legge che non so se siano legittimi, e mi scuso per il gioco di parole, dato che non siamo in un regime ove chi comanda tutto può, pertanto vi invito a leggere, divulgare, discutere questo ultimo mio per il quale devo ringraziare in primo luogo Mario Di Gallo.

LAURA MATELDA PUPPINI

BUONA LETTURA:

Sci in montagna, nuove piste, paesi piegati e trasformati in poli turistici, mentre il caldo imperversa e l’acqua manca, con particolare riferimento all’intervento di Mario di Gallo il 26 luglio 2022.

http://www.nonsolocarnia.info/sci-in-montagna-nuove-piste-paesi-piegati-e-trasformati-in-poli-turistici-mentre-il-caldo-imperversa-e-lacqua-manca-con-particolare-riferimento-allintervento-di-mario-di-gallo-il/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=nonsolocarnia_281

…………………………..

COMMENTO DELLA REDAZIONE DEL BLOG:

Il futuro della montagna friulana DEVE essere deciso dalla popolazione che vive in questo territorio e non essere imposto dalla politica regionale e da poche persone, di nomina politica, con il diritto di fare “il bello e il cattivo tempo.”

Così il notissimo esperto Luca Mercalli – https://www.tm-online.it/luca-mercalli-un-voto-a-quel-che-si-sta-facendo-direi-2/ 

“(…) È da 30 anni che parliamo di slow tourism, di un turismo intelligente più distribuito in tutte le stagioni, di un turismo che non sia fondato esclusivamente sullo sci in un certo tipo di montagna (…).”

Un ringraziamento a Laura Matelda Puppini per aver posto il problema che è importante e che rischia di ledere i diritti costituzionali delle Comunità montane del Friuli a cui non sarà più permesso di decidere liberamente il futuro delle loro comunità, violando così l’art. 5 Cost.

Franceschino Barazzutti: “Installazioni energetiche, tutela delle valli carniche e della gente.”

Riceviamo da

NON SOLO CARNIA – Informazioni dalla Carnia e dintorni”

edito da Laura Matelda Puppini

e pubblichiamo

(18 agosto 2022)

Franceschino Barazzutti. Installazioni energetiche, tutela delle valli carniche e della gente.

 

“(…) Che i dirigenti della SIOT fingano di non conoscere queste norme può essere in parte comprensibile poiché essi conoscono bene solo la legge del massimo profitto, che non si prende cura della gente, né dei cambiamenti climatici, le cui conseguenze sono ben percepibili anche nella nostra regione con incendi diffusi e siccità.

Invece è inaccettabile che gli amministratori regionali, l’assessore regionale ed il suo staff non abbiano tenuto conto di queste disposizioni ed abbiano approvato frettolosamente e senza la procedura di Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA) l’installazione dei cogeneratori nella stazione di pompaggio di Somplago, compromettendo così quel “recupero della naturalità e della fruibilità anche turistica del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni” previsto da diverse leggi regionali da loro stessi votate. Gli abitanti della Val del Lago si ricorderanno di coloro che non hanno avuto riguardo di loro e di quegli esponenti istituzionali che non li hanno difesi quando questi verranno a chiedere il loro voto.

La promessa dei dirigenti della SIOT di impiegare in futuro il biogas, di cui non esiste produzione in zona, è uno specchietto per le allodole per far accettare i cogeneratori alla popolazione locale. Promessa ingenua poiché questi dirigenti urbani non sanno che l’habitat delle allodole è la pianura aperta e non già le valli della montagna friulana.

Franceschino Barazzutti, già sindaco di Cavazzo Carnico, presidente del Comitato Tutela delle Acque del Bacino Montano del Tagliamento. Tel 335 6371500».”

“Lo Stato italiano ha delle priorità interne prima di guardare all’estero” – Laura Matelda Puppini – Vincenzo De Luca (sito NON SOLO CARNIA)

 

“NON SOLO CARNIA”

Riceviamo e pubblichiamo:

Quattro considerazioni criticabilissime in margine al 25 aprile 2022.

“(…) se alcuni vogliono spendere soldi italiani per inviare armi all’Ucraina, ora, e magari far crollare l’economia italiana con le sanzioni per il gas e petrolio russi che si ritorcono contro di noi, (mentre pare che la stessa Ucraina  usi gas russo comperandolo da terzi acquirenti diretti, secondo il Fatto Quotidiano) io che sono una briciola insignificante non posso fare nulla, ma l’Italia faccia questo passo solo quando sa, e lo può sapere, che nessuno sul suo suolo soffre fame e freddo e non ha un tetto, e così in futuro. Perchè lo Stato italiano ha delle priorità interne prima di guardare all’estero.

Ma invece quanti poverissimi e poveri ci sono in Italia? E quanti ce ne saranno per le sanzioni alla Russia? Ed è corretto, per uno stato sovrano, lasciare affamati, al freddo, senza un tetto ed in futuro senza un lavoro (si parla, solo se si passerà a sanzionare il gas russo, se ho ben compreso, di oltre cinquecentomila posti di lavoro in meno) i propri cittadini per sostenere con armi altri, che già arma ed ha armato abbondantemente, da che si sa, l’America? E se piangiamo giustamente sulle immagini di bimbi e donne martoriate, ed accogliamo, come si deve fare, chi fugge da qualsiasi guerra, perchè qualcuno però al tempo stesso non vede se anche da noi ci sono bimbi e donne in difficoltà e che lo saranno ancor di più?

E le guerre le pagano i civili: pertanto stop alla guerra in Ucraina, non alimentiamola portandola ad una escalation. E sarebbe importante che l’Onu cercasse davvero di mediare (…)”

Laura Matelda Puppini

Leggi tutto l’articolo:

Quattro considerazioni criticabilissime in margine al 25 aprile 2022. – Non solo Carnia

……………….

21 minuti di analisi lucidissima sulla guerra in Ucraina di Vincenzo De Luca governatore della Campania.

(…) Il secondo dato oggettivo che è emerso, è che c’è una differenza di interessi tra l’America e l’Europa. La sensazione è che gli Stati Uniti abbiano un obiettivo principale: mettere in ginocchio la Russia, determinare il crollo della Russia. Probabile che sia negli interessi degli Americani. Io non credo sia nell’interesse dell’America. Non credo che possiamo immaginare un mondo unipolare, con un unico centro di comando. Dobbiamo pensare ad un mondo multipolare, se vogliamo garantire la pace. (…)

(…) L’Europa ha altri interessi. L’Europa ha interesse a lasciare ai suoi figli decenni di pace, non di tensione, non di conflitti aperti e non chiusi, ha un problema energetico che non hanno gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti non hanno un problema di gas, né un problema di petrolio, né un problema di forniture alimentari, né un problema di grano, né un problema di sicurezza. Gli Stati Uniti hanno due oceani a est e ovest; hanno a nord il Canada, a Sud il Messico.  L’Europa ha i problemi in casa.

(…) L’Europa e l’Italia sono interessate al compromesso, non alla sconfitta di questo e di quello. E l’Italia, una volta tanto, anziché fare schieramento, fare la filo ucraini o la filo russi, faccia una volta tanto la filo italiani, che è la cosa che serve ai nostri figli. E per essere filo italiani e filo europei, abbiamo bisogno di creare la pace. E per creare oggi la pace, abbiamo bisogno di favorire un compromesso, alla fine del quale non ci sia nessun vincitore, ma alla fine del quale siano garantite le condizioni di sicurezza per tutti i paesi, e si avvii di nuovo una pagina di collaborazione e di dialogo fra i popoli, per quanto difficile oggi sia, ripeto, avendo i fiumi di sangue che scorrono, nella guerra preventiva fatta dalla Russia

Più passa il tempo più questo compromesso diventa difficile. Bisogna muoversi, accelerare i tempi. Questo non è interesse di altri paesi. Ma l’Europa ha interesse a chiudere subito questa tragedia.

Vincenzo De Luca».

Leggi tutto l’articolo:

http://www.nonsolocarnia.info/21-minuti-di-analisi-lucidissima-sulla-guerra-in-ucraina-di-vincenzo-de-luca-governatore-della-campania/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=nonsolocarnia_234

 

 

 

 

 

PROGETTO NUOVO BURLO E HOSPICE PEDIATRICO REGIONALE A TRIESTE: UN PROGETTO CHE PENALIZZA I BAMBINI AMMALATI E I REPARTI DI PEDIATRIA REGIONALI

 

Denunciata la Regione alla Corte dei Conti
per le spese per il Burlo vecchio e nuovo. 

Testo della denuncia alla Corte dei conti di Trieste

Burlo_Conte_dei_conti.pdf (triestecafe.it)

………………………

Perché NO al progetto del Burlo come pediatria di riferimento ed hospice pediatrico per la regione.

di Laura Matelda Puppini

http://www.nonsolocarnia.info/perche-no-al-progetto-del-burlo-come-pediatria-di-riferimento-ed-hospice-pediatrico-per-la-regione/

(….)  Ma non ci sono solo questi aspetti che mi preoccupano. Mi preoccupano sia l’idea di un ospedale regionale pediatrico che di un hospice regionale. Innanzitutto il Burlo di Trieste è totalmente decentrato dal resto della regione, e dico questo per motivi oggettivi. Se un hospice pediatrico regionale ci deve essere, il luogo più centrale della regione è Udine.

Inoltre questa giunta ma temo pure la precedente, hanno sposato un modello di sanità tecnicistica basata su mega-strutture, che contemplano un concetto di accentramento – concentramento – per tipologia ed età degli ammalati. E pur essendo presente questo prototipo di sanità anche in Serracchiani – Telesca, in questo Fedriga e Riccardi mi paiono maestri. Questo modello teorico di sanità, che fa pesare la spesa spesso sulle famiglie e che non tiene conto né di aspetti affettivo-relazionali né di legami territoriali, non prende in considerazione i reali problemi della regione e dei suoi cittadini, perché basato su una pianificazione finanziaria-aziendale che è una tragedia per l’utenza che non è formata da oggetti, da ‘anime morte’, da pupazzi.

In questa visione computerizzata della sanità, per quanto riguarda i bimbi morenti, per esempio, non si tiene conto dei problemi complessi che essi presentano, anche dal punto di vista psicologico e sociale e della ‘carta di Trieste’ (Cfr. Carta dei diritti del bambino morente – Carta di Trieste su vari siti), ritenendo che per fare un hospice pediatrico bastino 800.000,00 euro e qualche posto letto. Per quanto riguarda poi la ‘carta di Trieste’, e vi garantisco che si chiama proprio così, essa contiene l’elenco dei diritti di questa tipologia di bimbi, che non possono venir curati. Perché le cure palliative sono rappresentate da una serie di farmaci che limitano il dolore e la paura, ma che non curano, e questi minori hanno pure bisogno di un sollievo psicologico, di un accompagnamento reale, di morire nel proprio letto, con gli oggetti cari accanto, con le persone care vicino, non in una struttura fredda, igienica, circondati da oss e personale sanitario, che dovrebbe rappresentare quella perfezione che rende tutto di ghiaccio. Perché la politica sa bene, anche se dichiara altro, che in un hospice, pediatrico o meno, si va a morire, non a farsi curare. (….)

Laura Matelda Puppini

……………………..

PERCHE’ NO ALL’HOSPICE PEDIATRICO A TRIESTE, 

“NO” AL RIDIMENSIONAMENTO DEI REPARTI DI PEDIATRIA REGIONALI

 “CARTA DI TRIESTE (….)
Punto 8 (….) Per il bambino è fondamentale la presenza dei genitori, dei fratelli e di tutti i famigliari a lui cari, per mantenere e favorire il suo benessere, la sua sicurezza e soddisfare il bisogno di essere amato. È UN DOVERE assicurare al bambino la presenza dei famigliari e delle persone a lui care assecondando le sue richieste (….)”

Questo sacrosanto diritto dei bambini morenti può essere realizzato solo  se il bambino rimane nel “SUO” territorio, nell’ospedale pediatrico vicino a casa o, meglio ancora, assistito in famiglia. E se proprio FEDRIGA/RICCARDI vogliono creare un Hospice pediatrico regionale questo DEVE essere localizzato a UDINE, nel centro della regione e non certo nella città di Trieste notoriamente decentrata e lontana da ogni altra località regionale.

Ribadiamo inoltre “nuovamente” la nostra contrarietà alla volontà politica della Giunta Fedriga di ridimensionare le Pediatrie regionali che, con il Burlo Garofolo dichiarato “ospedale regionale pediatrico”, risultano  subordinate ad una Fondazione privata ( IL BURLO) che dovrebbe dedicarsi come scopo istituzionale esclusivamente alla ricerca.

COMITATO PER L’AUTONOMIA E IL RILANCIO DEL FRIULI

…………………..