“Teatro Stabile friulano”: quando nel 2017 a dire NO fu l’assessore alla cultura Gianni Torrenti (Giunta Serracchiani)

Teatro Stabile friulano”: quando nel 2017 a dire “NO” fu l’assessore alla cultura Gianni Torrenti (Giunta Serracchiani).

Un “NO” che puzzava di discriminazione linguistica e non volontà politica regionale a dare attuazione alle leggi di tutela della minoranza linguistica friulana.

Cambia la Giunta regionale, cambia il suo colore politico, ma non cambia l’ostilità politica nei confronti della minoranza linguistica friulana e dei suoi diritti linguistici. La Giunta Serracchiani  (Pd) aveva nominato assessore alla cultura un triestino che poi si dedicò per 5 anni a favorire i “suoi” teatri triestini e la cultura espressione della città di Trieste;  oggi abbiamo un assessore regionale alla cultura  che ignora la realtà culturale e linguistica regionale e pensa di essere ancora a Milano…  

Ripubblichiamo di seguito la “lettera aperta all’assessore regionale Gianni Torrenti a firma di Bepi Agostinis pubblicata sul quotidiano “Il Messaggero Veneto” il 18 agosto 2017 a pagina 34, nella rubrica L’INTERVENTO:

LA CULTURA FRIULANA VA RISPETTATA

di Bepi Agostinis

Egregio direttore,
a mezzo del Messaggero Veneto vorrei mandare una lettera aperta all’assessore alla cultura della Regione Friuli – VG dottor Gianni Torrenti. Da molti anni continuo la mia battaglia affinché anche il Friuli abbia un suo teatro stabile.

Appena Torrenti è stato eletto ho chiesto un appuntamento che ho avuto circa un anno dopo (…).

Continuavo con la mia battaglia, perché oggi le cose sono molto cambiate: abbiamo dei drammaturghi e degli attori e registri professionisti che possono competere con i colleghi in campo nazionale. Quindi persone che potrebbero tranquillamente gestire il tutto.

(…) Mi auguro che il prossimo assessore abbia una sensibilità maggiore e che guardi al Friuli con più giustizia nel dare quello che gli aspetta, non solo per questa questione, che servirebbe a dare una forte valorizzazione alla lingua friulana, ma per tutto quello che è stato negato alla cultura friulana in questi anni, che è stata fortemente penalizzata.

BEPI AGOSTINIS

………….

Cosa fa la Regione per il friulano? Non tutela la minoranza linguistica friulana e la discrimina.

Cosa fa la regione per il friulano?

Che l’assessore regionale alla cultura Tiziana Gibelli, da milanese, non conosca la realtà linguistica e culturale della Regione lo avevamo già capito.

L’affermazione che il “teatro Stabile in friulano” non può essere finanziato perché “non posso tagliare i fondi agli altri per darli a Udine” (da una intervista all’assessore Tiziana Gibelli pubblicata sul quotidiano il Messaggero Veneto il 26 giugno a pag. 21) ci fa comprendere come non sia minimamente percepita da questo assessore “milanese” l’importanza della tutela delle minoranze linguistiche nella nostra regione.

Che nelle pieghe del miliardario bilancio regionale, non si riesca a trovare 150 mila euro da assegnare per il 2019 all’istituzione del “Teatro stabile friulano” è, secondo noi,  sinonimo di una visione “dialettale” della lingua friulana e, con grande probabilità, anche di una posizione ideologica friulanofobica.

Non si tratta “di togliere i fondi ad altri” ma piuttosto di dare attuazione all’art. 6 Cost, alla L. statale 482/99 e alla legge regionale 29/2007.

L’autonomia speciale regionale cammina con le gambe delle minoranze linguistiche e la minoranze linguistica friulana è quella più numerosa in regione, oltre al fatto che sono decenni che questa minoranza linguistica, inascoltata, chiede che i suoi diritti linguistici siano tutelati anche in teatro.

Gli italiani hanno a disposizione tantissimi e “costosissimi” teatri in lingua italiana, tutti pagati dai cittadini: nessuno si autofinanzia; giustamente, la minoranza linguistica slovena della nostra regione ha da decenni il suo “teatro stabile in lingua slovena”; perfino il dialetto triestino ha il suo teatro stabile (la Contrada); solo per la tutela anche in teatro dei diritti linguistici della minoranza linguistica storica friulana “non ci sono mai soldi”?

VONDE JESSI DISCRIMINÂTS!!

 

Il “Teatro Stabile Friulano” deve parlare solo in lingua friulana!!

Art. 6 Costituzione italiana: “La Repubblica italiana tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”

L. 482/99 – legge quadro in attuazione dell’art. 6 Cost – “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”

Art. 2. –

1. In attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princípi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

………………………

Il Teatro stabile friulano “deve” parlare “solo” la lingua della minoranza linguistica friulana, ossia la lingua friulana, perchè la sua funzione primaria è quella di  tutelare i diritti linguistici dei friulani anche in ambito teatrale.

La lingua italiana ha già i suoi tanti teatri: non bastano?

La minoranza linguistica slovena delle provincie di Udine, Gorizia e Trieste, ha un suo teatro stabile in lingua slovena e nessuno, giustamente, si sognerebbe – con i fondi destinati a questo Teatro stabile – di produrre opere in lingua italiana, qualunque sia il tema dell’opera prodotta.

Assurdo che, come si legge in questi giorni sulla stampa regionale, si prospetti la produzione di opere in lingua italiana con i fondi destinati al “Teatro stabile friulano”. Non è questo che chiedono i friulani e ancor meno chi da decenni si batte per la sua istituzione .  

Solo chi non ha chiaro cosa sono “i diritti linguistici e l’abc della politica di tutela di una minoranza linguistica”, può proporre spettacoli teatrali in lingua italiana in un Teatro stabile che “vorrebbe” essere il “Teatro stabile” di una minoranza linguistica.

Relativamente ai costi del “Teatro stabile friulano”, ricordiamo che il teatro lirico Verdi di Trieste non è un’opera di beneficenza, né una cooperativa di volontari, e i suoi costi non sono sicuramente autofinanziati, ma al contrario, ampiamente finanziati da Roma e dalla Regione.

Il Teatro stabile della minoranza linguistica slovena forse si autofinanzia? Il Teatro triestino “La Contrada” forse si autofinanzia? Perchè dunque tanta enfasi giornalistica sui presunti costi del Teatro stabile friulano? Forse perchè, al solito, i friulanofobici  pretendono che la tutela dei diritti linguistici dei friulanofoni, sia sempre a costo zero? Costa alla collettività il teatro lirico Verdi di Trieste? Costano anche il Rossetti e la Contrada di Trieste? Si sono trovati in un pomeriggio ben 14 milioni di euro per coprire un “buco di bilancio” del Verdi di Trieste?   E allora si finanzi adeguatamente anche il Teatro stabile in lingua friulana!

O dobbiamo ricordare, ancora una volta, che la nostra regione è a Statuto speciale solamente perchè è una regione in cui vivono tre minoranze linguistiche riconosciute e tutelate dalla Repubblica italiana, di cui la maggiore sul piano numerico è la minoranza friulana? L’autonomia regionale si garantisce tutelando le sue minoranze.

LA LENGHE FURLANE TAL PARLAMENT TALIAN – LA TESTEMONEANCE DE PROFESSORE SILVANA SCHIAVI FACHIN

Il furlan tes istituzions:
tal Parlament talian e te Comission Europeane

Stant il scjas che e à fat sui  jornâi di chenti e su la rêt la gnove dal furlan doprât te Aule dal Parlament talian de bande di un deputât gurizan, mi sinti obleade a precisâ che pe prime volte al è sucedût tal lontan 1991 (in mût precîs il 20 di Novembar) cuant che a la Cjamare dai Deputâts e je stade aprovade, pe prime volte la leç n.612 ( in 18 articui) di Tutele des minorancis linguistichis in prime leture.

O vevi ricevût dal gno grup parlamentâr, il PCI, il compit di fâ la declarazion di vôt che e scomençave cuntune citazion in francês di Voltaire e une poesie par furlan dal poete cjargnel Leonardo Zanier. La sere prime o vevi discutût cul on. Luciano Violante che al jere il cjâf grup se al fos oportun doprâ in Aule lenghis diferentis dal talian par vie che plui voltis, cuant che i rapresentants de Val D’Aoste o dal Sud Tirôl o tacavin i lôr intervents cun pôcje peraulis o in francês o in todesc, i missins a vevi fat un scjas dal diaul. O vevin concuardât che in chel câs, o sarès passade a colp al talian. Cun grande sorprese invecit mi scoltarin cence dî un cic e o rivai a lei cun calme ancje dute la lungje poesie di Leo. Il President, in maniere diferente di chel che al à fat l’on. Roberto Fico, dal Moviment Pentastelât no mi racomandà di rispietâ il regolament.

I contraris a la leç si scjadenarin – al contrari dal cidinôr de stampe locâl – su cuasi ducj i grancj gjornai talians e no mancjarin lis vôs contrariis di chei di çampe che a domandavin ai senadôrs di no meti la leç tal ordin dal dì. E cussì al sucedè ancje cu la ferme oposizion dal President dal Senât Giovanni Spadolini . Cussì dome tal Dicembar dal 1999, cul Guvier D’Alema ( 1998-2000) la leç n.482 e fo finalmentri aprovade.

Ae fin dal 2012 cuant che o fasevi part dal grup di ricercje european EUNoM (European Universities’ Network on Multilingualism) fat di cinc universitâts e di doi centris di ricercje, un galês e il Centri Internazionâl sul Plurilinguisim de Universitât di Udin, in ocasion de presentazion a Bruxelles, te sede dal Parlament European, dal document finâl di trê agns di lavôr di ricercje che al veve dentri ancje une schirie di propuestis pe elaborazion dal Lifelong Learning Programme 2014-2020 che al è ancjemò in vore, o scomençai ancje lì il gno discors par furlan.

Sul sît http://eunom.uoc.edu si puedin consultâ i materiai e il document finâl.

Silvana Schiavi Fachin / Silvana Spajota dai Sclâs

……….

Gracie Silvana par
cheste impuartante testemoneance