“FVG” – Comunicato Stampa

 

COMITATO PER L’AUTONOMIA E IL RILANCIO DEL FRIULI

Comunicato Stampa

12.9.2023

“FVG”

Ovunque! Non c’è sagra, locandina, iniziativa culturale o sportiva che non veda il logo “io sono fvg” . A pagamento, imposto, suggerito, talvolta condiviso. Ma a che prezzo? Quanto spende la Regione per uno slogan che dovrebbe promuovere l’immagine del nostro territorio e che, invece ha solo un fine interno, politico-elettoralistico, oscurando le identità dei territori del Friuli e di Trieste?

Per chi sostiene che questa regione è “una”, come sempre è utile leggere i report economici che pubblica periodicamente la Camera di Commercio di Pordenone e Udine. Questa volta il dato che salta agli occhi è quello relativo alla transazioni immobiliari dove Trieste, con Gorizia al seguito, segna un + 17% contro il dato di Udine e Pordenone che è attorno a – 1%. Una differenza abissale che indica un progressivo ristagno dell’economia legata al mattone, del Friuli centrale e occidentale, un indice delle diverse realtà tra Friuli e Trieste e della conseguente necessità di curare i due territori in modo autonomo.

Nel frattempo a Trieste si inaugura il quarto ospedale (Cattinara, Maggiore, Burlo e ora “di comunità”) mentre in Carnia mancano i medici di base e perfino i pediatri, per non parlare della situazione delle liste d’attesa dell’intero Friuli.

Il Presidente
Paolo Fontanelli

“Io sono FVG”: Pieri FONTANINI….. e sveâsi prime?

 

fotografia del Comitato

“Io sono FVG”:  Pieri FONTANINI….. e sveâsi prime?

In Israele, per legge, cancellano la bandiera della Palestina e vietano che i palestinesi, sul suolo di Israele, a casa loro in Palestina,  la possano sventolare.

Da noi la Giunta Fedriga con  il marchio commerciale “Io sono FVG” cancella tutto il “made in Friuli” (il 95% di tutto l’agroalimentare regionale e il 95% del territorio regionale, ossia tutta la regione salvo la provincia di Trieste) e il Friuli stesso.

Differenze? NESSUNA!! Da noi la cancellazione del Friuli è solamente più raffinata e subdola!!

Friulani, sventolate pure la bandiera del Friuli (per altro un solo giorno all’anno) ma tutto ciò che è friulano deve essere commercializzato con il nome di “una regione meramente amministrativa”  inventata nel 1947 aggiungendo al nome storico e millenario Friuli, una invenzione del nazionalismo ottocentesco italiano, ossia il nome di fantasia “Venezia Giulia”!

Così si cancella il Friuli? Certo….ma è questo lo scopo di chi ha inventato il marchio “Io sono FVG”, marchio fortemente VOLUTO e IMPOSTO dal Presidente (leghista) Massimiliano Fedriga, o NO?  Lo scopo unico di questo marchio è cancellare una regione storica millenaria e sostituirla con un’invenzione amministrativa datata 1947 e costituita dalla regione storica millenaria Friuli, più quanto restava all’Italia dopo il 1947 del Territorio Libero di Trieste (un piccolissimo fazzoletto di territorio che mai nulla aveva condiviso con il Friuli).

Chiamare le proteste friulane “campanilismo”, come risulta abbia fatto qualche politico regionale,  significa ignorare la storia millenaria del  Friuli e offendere l’intelligenza dei friulani che chiedono solo il rispetto della loro identità e non vogliono essere cancellati nell’anonimo “FVG”!

Pieri FONTANINI….. e sveâsi prime?

UN SOLO NOME: “FRIULI”. BASTA STORPIATURE, di Paolo Fontanelli – comunicato stampa

Comitât pe autonomie e il rilanç dal Friûl
Comitato per l’Autonomia e il Rilancio del Friuli
Ud
ine

COMUNICATO STAMPA
15 DICEMBRE 2021

Agli organi di informazione
Ai Consiglieri regionali del Friuli – Venezia Giulia

Il Friuli e i nomi

Per secoli il Friuli era il “Friuli”, conosciuto per i friulani (litigiosi, violenti e ubriaconi nelle cronache del 600 a Venezia, poi addomesticati e diventati saldi, onesti, lavoratori nell’Inno della Società Filologica Friulana in epoca moderna) e per le sue donne, poi per gli emigranti che hanno portato il nome della terra di origine in ogni angolo del mondo, fuggendo dalla fame e dalla miseria di paesi che vedevano incessanti processioni di eserciti affamati.
Ma erano friulani! Una lingua, una Patria dove tornare o da ricordare.

Con un nome.  Friuli.

Una storia, un nome che ora si sta facendo dimenticare storpiandolo in un acronimo insulso e impronunciabile – fvg – o in uno scioglilingua – friuliveneziagiulia – da mettere al posto di Friuli che ricorda lo sberleffo che usava Stalin quando fingeva di sbagliare il nome di qualcuno per far capire che era caduto in disgrazia e di cui a breve non si sarebbe più parlato.
Non serve qui ricordare che la veneziagiulia è una terra immaginaria, un nome dato dal fascismo per indicare una zona conquistata ed ora al di là di confini nazionali, simulacro di luoghi della memoria che non ha corrispondenza nelle ex provincie di Trieste e Gorizia dove nessuno si proclama veneziagiuliano, a differenza dell’orgoglio dei friulani nel definirsi tali.

E’ insopportabile quanto sta avvenendo che o è fatto ignorando tutto ciò oppure è una scelta precisa di cancellare una storia, un popolo.

Perchè imporre lo slogan “Io sono friuliveneziagiulia” se non per dire che noi friulani non contiamo niente, che siamo destinati ad essere il retroporto (avete mai visto il retroporto vero di un grande porto? Forse la zona più squallida di una città portuale) di Trieste.

Un Friuli che si vuole destinato ad essere un territorio con servitù di passaggio per ogni infrastruttura che serva ad altri, verso una progettualità umiliante di sviluppo economico per una terra antica e millenaria ricca oggi di eccellenze agroalimentari, turistiche, ambientali, architettoniche, manifatturiere, linguistiche e con una cultura originale tutta sua.

Quello slogan e quella storpiatura del nome devono finire.

Il presidente del  Comitato
Paolo Fontanelli

E’ LA LINGUA FRIULANA IL MOTORE ECONOMICO DEL FRIULI, NON IL MARCHIO “IO SONO FVG” O IL PORTO DI TRIESTE

 

Quale migliore elemento di differenziazione e identificazione di un prodotto, sia  agroalimentare che ambientale/turistico, o manifatturiero, della lingua di minoranza parlata in un determinato territorio?

E’ sicuramente la lingua di minoranza, l’elemento numero uno di identificazione anche sul piano del marketing agroalimentare – turistico – manifatturiero – culturale.

E’ questa una realtà volutamente ignorata da chi ha inventato il marchio “io sono FVG”, un marchio totalmente anonimo e del tutto privo di attrattiva.

Chi lo ha inventato parla di “filiera”, parla di “riconoscibilità del territorio” ma fa riferimento a una realtà meramente amministrativa che esiste solo dal 1963 (solo da 57 anni!) con l’istituzione con legge costituzionale dello statuto di autonomia speciale della regione “Friuli (TRATTINO) Venezia Giulia”. Prima del 1963 c’era solo il Friuli  (il 95% del territorio della regione amministrativa inventata nel 1963) e l’ex Territorio Libero di Trieste (che ospita solo il 18% della popolazione regionale). Una realtà amministrativa, questa esistente dal 1963, in cui non si riconoscono neppure i suoi abitanti che, al contrario, fanno riferimento esclusivamente al Friuli o a Trieste

Chi ha inventato l’anonimo marchio “io sono FVG” dimentica “volutamente”  l’ABC del marketing e dimentica che le lingue di minoranza sono un grandissimo elemento di riconoscibilità del territorio e di identificazione commerciale dei  prodotti che il territorio vuole vendere (turismo, agroalimentare, economia manifatturiera, ecc). Un vantaggio che va a favore dell’intera comunità regionale, triestini inclusi. 

Una etichetta con il nome del prodotto che si vuole vendere (sia questo un pacchetto turistico  o la brovada friulana DOP o il prosciutto di San Daniele del Friuli, o i prodotti dell’industria del legno, ecc.) scritto in lingua friulana (lingua riconosciuta e tutelata dalla Repubblica italiana all’art. 2 della L. 482/99 che da attuazione all’art. 6 della Costituzione italiana)  è un elemento di grandissima attrattiva sul piano del marketing, sia sul piano del riconoscimento del prodotto da commercializzare che del territorio che lo ha creato.  Costituisce un elemento identificativo NON COPIABILE da nessuno, oltre che un elemento di grandissimo richiamo sul piano della curiosità del potenziale cliente. Ma, a quanto pare, l’ABC del marketing è totalmente ignorato sia dal Presidente di regione Massimiliano Fedriga, che dai suoi UBBIDIENTISSIMI  assessori regionali.

Scrive Marco Stolfo in un suo ottimo saggio del 2010 dal titolo:
( per leggere il saggio basta far scorrere verso il basso il cursore che si trova in alto a destra)

“Lingue di minoranza e promozione del territorio: oggetto, soggetto, opportunità”

” (…) ciò vale anche per l’offerta turistica, che nelle specificità linguistiche e culturali trova elementi di particolare appeal verso l’esterno e  di valorizzazione di altre peculiarità ambientali, paesaggistiche e storiche di pregio. Accanto alle tendenze omologatrici della globalizzazizone ve ne sono altre che, nei consumi e nei costumi, tendono a ricercare, promuovere e valorizzare le diversità, dall’enogastronomia, alla cultura, sino al turismo (…)” – MARCO STOLFO 

SI CREI UN MARCHIO PER IL SOLO FRIULI ESATTAMENTE COME C’E’ IN TRENTINO!!

Potrebbe essere un'immagine raffigurante testo

Copia incolla da internet.

Il Friuli è il 95% del territorio regionale  ed è, in termini numerici,  abitato dalla seconda minoranza linguistica riconosciuta dalla Repubblica italiana (i friulani).

Che un TRIESTINO come il LEGHISTA Fedriga cerchi di cancellare la storia, l’identità, la lingua friulana  e tutte le eccellenze friulane (agroalimentare,  ambientale, architettonico, ecc. attribuendole ad una entità amministrativa inventata nel 1947 e composta dalla regione millenaria Friuli e dall’ex-territorio libero di Trieste – TLT – zona A) è sotto gli occhi di tutti.
Da quando è Presidente di regione, non ha mosso un dito per la tutela della minoranza  linguistica  friulana; non ha mosso un dito affinchè la sede RAI di Udine fosse potenziata e i friulanofoni (600.000 cittadini di questa regione) vedessero finalmente rispettati anche dalla RAI i loro diritti linguistici. Sta portanto avanti la politica triestinocentrica di cancellazione del Friuli e della sua identità, incominciando dal disconoscimento della sua esistenza con il marchio NEGAZIONISTA  “Io sono FVG”.  Marchio che utlizza sempre in ogni occasione pubblica disegnato sulla giacca e sulla mascherina anti-Covid.

Un marchio assurdo anche sotto il profilo del marketing perchè del tutto privo di attrattiva commerciale. Serve solo alla politica filo-triestina per cancellare il Friuli.

Un marchio che ora l’assessore alla cultura, la MILANESE  Tiziana Gibelli, vorrebbe imporre con il ricatto a tutto il mondo sportivo e culturale friulano che sarà obbligato ad utilizzarlo se vorrà ottenere finanziamenti regionali: una assurdità mai vista in nessuna regione italiana!!

NO  AL “MARCHIO NEGAZIONISTA”
“IO SONO FVG”

“IO SONO FVG”.  Nol rapresente il teritori, nol è origjinâl, al ofint il Friûl
cun clare volontât di scancelâlu 

SI CREI UN MARCHIO PER IL SOLO FRIULI
ESATTAMENTE COME C’E’ IN TRENTINO
GIA’  ESISTE  E CON GRANDISSIMO SUCCESSO!!

«Il “made in Friuli” è vincente in tutto il mondo, basta saperlo presentare – assicura Gianni Bravo, vulcanico promoter della friulanità nei cinque continenti –. Pochi possono vantare la cultura e la storia che stanno dietro ai nostri prodotti, fattore vincente contro l’appiattimento imposto dalla globalizzazione». (Messaggero Veneto – 21 luglio 2013 – articolo a firma di Alessandro Cesare) 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante testo