Giornalisti RAI TS “ignoranti” in storia e geografia del Friuli? – Le associazioni friulane protestano

Per il Tgr Rai  il Friuli si ferma alla provincia di Udine. Protestano le associazioni friulane

Clicca per leggere la  lettera inviata al Direttore della sede regionale Rai per il Friuli-Venezia Giulia:  Lettera Rai Guido Corso_13 04 23

Il Friuli non è solo il Friuli friulanofono, ma comprende anche territorio friulano ove si parlano anche altre lingue di minoranza (sloveno e tedesco) oltre che la lingua italiana.

E’ comunque sufficiente la mappa dei  Comuni friulani dichiaratisi ufficialmente di lingua friulana ai sensi della L. 482/99 che da attuazione all’art. 6 della Costituzione italiana, per rendere evidente l’errore macroscopico e continuo dei giornalisti di RAI Trieste:

https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/GEN/statistica/Allegati/D-SETTORI_SOCIALI_CULTURA_E_COMUNITA_LINGUISTICHE/16_Comunitx_linguistiche/Cart_16_2-FVGfriulani.pdf

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Restiamo in attesa delle scuse “pubbliche” e della rettifica di questo incredibile macroscopico  “ORRORE” (frutto di ignoranza o malafede?)  prodotto dalla sede RAI di Trieste e presentato durante un servizio del TG RAI REGIONALE del Friuli-Vg:

https://www.facebook.com/photo?fbid=10226504552193116&set=a.10201029650816503

“Minoranze linguistiche e legge elettorale” – Avv. Felice Besostri

 

ll 25 settembre si vota per il rinnovo del Parlamento italiano: ancora una volta (sarà la terza) con una legge elettorale incostituzionale.

E le minoranze linguistiche? Ancora una volta avremo una pesantissima discriminazione a danno di questa categoria di cittadini….. salvo i tedeschi della provincia di Bolzano e gli italiani della provincia di Trento!

Il Friuli – VG ha 4 seggi senatoriali in totale e la Sardegna ne avrà  5, pur essendo più popolose del Trentino-Alto Adige che avrà: 3 senatori  per la provincia di Trento e 3 senatori la Provincia di Bolzano (ossia 6 senatori!!) .

Ma nessuno in questo caldo agosto ne parla….. o lo denuncia! Troppo impegnati a creare coalizioni che mettono assieme “cani e porci”?

E Massimiliano Fedriga perchè tace? Forse non lo sa che sta governando una regione che è a statuto di autonomia speciale grazie alla presenza di tre minoranze linguistiche riconosciute e tutelate ai sensi dell’art. 6 della Costituzione italiana (friulani, sloveni e  germanici)?  

Così si è espresso l’avv. Felice Besostri.

Buona lettura

“Minoranze Linguistiche e Legge elettorale” articolo a firma di Avv.Felice Besostri.

Minoranza linguistica friulana e “art. 10 comma 4 del DPR n.81/2009”: perchè questo articolo non trova ancora attuazione in regione?

 

ERA IL 2 MAGGIO 2011 E IL COMUNE DI MEDEA CHIEDEVA IL RISPETTO DEI DIRITTI LINGUISTICI DELLA MINORANZA LINGUISTICA FRIULANA, ANCHE NELL’AMBITO SCOLASTICO:

https://comitat-friul.blogspot.com/2011/05/comune-di-medea-firme-in-regione-per.html

https://comitat-friul.blogspot.com/2012/02/petizion-pe-scuelute-di-migjee-medea.html

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“Dal sito internet della regione: Comunicati Agenzia Consiglio Notizie
2 Febbraio 2012, ore 16:00

ACON) Trieste, 2 feb – COM/AB – In merito alla petizione sulla scuola promossa dal Comune di Medea, il consigliere regionale Piero Colussi (Citt)
(…) Però da subito – conclude Colussi – in Friuli Venezia Giulia devono essere applicate le leggi dello Stato, ivi comprese le norme di favore contenute nel DPR 81/2009 per i Comuni dove è insediata la minoranza linguistica friulana. Cosa che l’Ufficio scolastico regionale ha sinora colpevolmente disatteso.

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OGGI SIAMO NEL 2022 E ANCORA L’ART. 10 COMMA 4 DEL D.P.R. N. 81/2009, IN REGIONE NON RISULTA RISPETTATO!

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L’art. 10, c. 4, del D.P.R. n. 81/2009 stabilisce che, nelle scuole e nelle sezioni staccate di scuola primaria funzionanti nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche possono essere costituite classi, per ciascun anno di corso, con un numero di alunni inferiore al numero minimo previsto al comma 1:

4. Nelle scuole e nelle sezioni staccate funzionanti nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche possono essere costituite classi, per ciascun anno di corso, con un numero di alunni inferiore al numero minimo previsto al comma 1 e comunque non inferiore a 10 alunni”

Domanda:
perchè questa importante forma di tutela della minoranza linguistica friulana che permette la formazione di una classe anche con soli 10 iscritti, anzichè il numero minimo di 15, non ha ancora trovato attuazione in regione?

Chi ne ostacola l’attuazione da ben 12 anni?

Quante scuole dei Comuni friulanofoni sono state nel frattempo chiuse perchè questo articolo non ha trovato ancora attuazione in regione? 

DI CHI LA RESPONSABILITA’? 

INGLÊS – di William Cisilino

https://arlef.it/it/progetti/friulano-a-scuola/

Dîs di sì al furlan a scuole PAR TO FI!

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INGLÊS

(s.m) Lenghe dal grup gjermanic ocidentâl

di William Cisilino 

Il Siôr CULOS di Cjasarse al à scrit une letare sul gjornâl di îr (Messaggero Veneto 22.1.2022 n.d.r.) par lamentâ la publicazion di un articul dulà che si invide a aderî al insegnament dal furlan a scuele (lu fâs za il 76% dai gjenitôrs). La motivazion e je une vore origjinâl e no le vevin propite mai sintude: impen che insegnâ il furlan, si varès di insegnâ l’inglês. Chest, par vie che il furlan lu capissin dome in 900.000 di lôr.

Ma, se il probleme al è chest, parcè no insegnâ il cinês, che lu fevelin in 1,12 miliarts di lôr? E parcè no al puest dal talian, che lu fevelin dome in 60 milions? Parcè che, se il metro a àn di sei i numars, i vûl coerence. Se no, al vûl dî che lis resons a son altris, e alore al è dut un altri discors!

 

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La redazione del Blog ringrazia il dr. William Cisilino, per averci concesso la pubblicazione della sua breve ma efficace risposta alla lettera del Signor Egidio Culos di Casarsa della Delizia, pubblicata dal Messaggero Veneto – sabato 22.1.2022 – rubrica “LE LETTERE”.

Che la FRIULANOFOBIA sia una malattia inguaribile?  E’ così difficile rispettare i diritti linguistici delle minoranze linguistiche, friulani inclusi, ed evitare di inventarsi argomentazioni del tutto assurde, false e perfino ridicole per negare diritti umani riconosciuti perfino dall’ONU?

Comitato per l’autonomia e il  rilancio del Friuli 

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Articolo di Franco Finco, pubblicato su «La Patrie dal Friûl» nr. 10-2009

SE SAI IL FRIULANO IMPARI L’INGLESE !

https://arlef.it/app/uploads/progetti/se-sai-il-friulano-impari-linglese_finco_la-patrie-dal-friul.pdf

Perchè la Giunta regionale di Massimiliano Fedriga non si sta minimamente impegnando per pretendere dalla RAI il rispetto dei diritti linguistici della minoranza linguistica friulana?

Perchè la Giunta regionale di Massimiliano Fedriga non si sta minimamente impegnando per pretendere dalla RAI il rispetto dei diritti linguistici della minoranza linguistica friulana?

In regione non c’è solo il porto di Trieste per il quale la Giunta regionale Fedriga si sta spendendo moltissimo a Roma sia con il Governo che in Parlamento!!

L’autonomia speciale regionale si difende difendendo i diritti linguistici delle minoranze linguistiche che vivono in regione, in primis quella più numerosa: la minoranza friulana. Oggi così non è!!

In altre Regioni e Province Autonome, i diritti delle minoranze sono salvaguardati in ben altro modo nell’ambito del servizio pubblico radiotelevisivo. Non è accettabile che in Friuli-Venezia Giulia il tema non si affronti con la dovuta serietà e le norme vigenti non vengano rispettate.

 

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14 gennaio 2022
(…) «Massimiliano Fedriga è presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Piero Mauro Zanin è vice coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. Possibile che, nei loro autorevoli ruoli a livello italiano, non siano riusciti ancora ad ottenere una convenzione con la Rai in grado di tutelare adeguatamente il friulano – si chiede Bidoli –? C’è davvero il proposito, e il conseguente impegno, ad arrivare a questo risultato? O il loro “peso” non è sufficiente?». (….)
(…) e alla piena applicazione della Convenzione sulla lingua friulana nel servizio pubblico radiotelevisivo. «La nuova Convenzione, infatti, non solo non affronta la questione dell’istituzione, presso la sede Rai di Udine, di una struttura autonoma dedicata alla radio e alla televisione in lingua friulana, come legittimamente richiesto dalla comunità di lingua friulana sull’esempio di altre realtà regionali, ma non è neppure applicata pienamente, in particolare per la parte relativa alla programmazione radiotelevisiva con ore concesse in più rispetto a quelle previste nei precedenti accordi, ma di cui non c’è riscontro», ricorda Bidoli. L’ultima convenzione ha previsto un aumento delle risorse per ampliare le trasmissioni radiotelevisive in lingua friulana. Eppure, «nonostante i fondi aggiuntivi, la programmazione televisiva Rai in lingua friulana negli ultimi mesi rimane limitata. Come vengono spese le risorse? E quando sarà possibile vedere un palinsesto strutturato, come accade normalmente in tutte le reti – si chiede il consigliere del Patto per l’Autonomia –? In altre Regioni e Province Autonome, i diritti delle minoranze sono salvaguardati in ben altro modo nell’ambito del servizio pubblico radiotelevisivo. Non è accettabile che in Friuli-Venezia Giulia il tema non si affronti con la dovuta serietà e le norme vigenti non vengano rispettate. La Regione, garante dei diritti della minoranza friulana, si attivi subito anche su questo fronte facendosi portavoce di richieste precise e puntuali sulle quali tutto il Consiglio regionale era concorde». Ormai tre anni e mezzo fa, il Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia aveva chiesto un aggiornamento contenutistico della convenzione Stato-Rai relativa alla Regione Friuli-Venezia Giulia con una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale. Moretuzzo e Bidoli già allora sollecitavano ulteriori impegni tra cui il riconoscimento dell’autonomia finanziaria e gestionale della sede Rai del Friuli-Venezia Giulia, funzionale al raggiungimento di una maggiore programmazione in lingua friulana conseguente anche a investimenti strutturali adeguati nella sede di Udine. «A parole tutti riconoscono l’importanza di questa battaglia, nei fatti no», conclude Bidoli.