Perchè il sito internet della “Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale” prevede solo le versioni in lingua italiana – tedesca e slovena? E la versione in lingua friulana?

 

fotografia del Comitato

Le minoranze linguistiche riconosciute e tutelate ai sensi dell’art. 6 della Costituzione italiana sono 12 di cui tre in regione: friulano – sloveno e  tedesco. La maggiore sul piano numerico è la minoranza linguistica friulana.

Stranamente (sic!) il sito ufficiale internet dell’ “Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale” pare ignorarlo: infatti il sito prevede la scelta solo fra tre lingue: l’italiano, lo sloveno e il tedesco. E la lingua friulana? Manca!!

Sito in lingua italiana: Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (ASU FC)

Sito in lingua tedesca:  Sanitäre integrierte Universitätseinrichtung (sanita.fvg.it)

Sito in lingua slovena: https://asufc.sanita.fvg.it/sl/

PERCHE’ MANCA LA VERSIONE DEL SITO
IN LINGUA FRIULANA?

Questo l’elenco, qualora l’ “ASU FC” ne sia sfornita,  dei Comuni regionali che si sono dichiarati, ai sensi della L. 482/99, di lingua friulana: include la quasi totalità della regione!

https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/GEN/statistica/Allegati/D-SETTORI_SOCIALI_CULTURA_E_COMUNITA_LINGUISTICHE/16_Comunitx_linguistiche/Cart_16_2-FVGfriulani.pdf?fbclid=IwAR2TbbMbeGTFTcXWPAGabpFaw7WRGvmQaSabK6lJmbASeaVcL0i6guk9PBc

 

Un cartel feroviari che al dismentee la minorance linguistiche furlane e altri ancjemò.

 

Basta discriminazioni!!

E i FURLANS? SCANCELâTS? 

1 – PRIME DENUNZIE:

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Il cartel feroviari si cjate inte stazion feroviarie di Sacil e  lu publiche l’amì Remo Brunetti intal so sît Facebook.

No ise ore di finîle di scrivi il non de regjon cence tratin e di dismenteâ che in regjon o vin trê minoranciis linguistichis tuteladis e ricognossudis cu la leç 482/99 (furlan, sloven e todesc)?

Al informe Maurizio Ionico (coment “copie e incole” da “facebook Remo Brunetti”) che “Sulla linea ferroviaria Udine Cividale, tutti i cartelli delle stazioni di fermata sono indicati anche in friulano, a Cividale anche in sloveno. Le emittrici automatiche posizionate a Cividale in 5 lingue, friulano compreso. La diffusione delle informazioni audio anche in friulano….”

Un CARTEL CUSSI’ FALÂT, PAR COLPE DI unE posizion ideologjiche anti-furlane o UNE IGNORANCE CENCE SCUSIS?

 

2  – SECONDE DENUNZIE:  ae prime denunzie si zonte un fat une vorone grâf sucedût di pôc  in Consei Comunâl a Gurize:

NEGATO L’USO DELLA LINGUA FRIULANA NEL CONSIGLIO COMUNALE DI GORIZIA.

https://www.pattoperlautonomia.eu/gruppo-consiliare/975-negato-l-uso-della-lingua-friulana-nel-consiglio-comunale-di-gorizia?fbclid=IwAR1y5WE3H_RrpUfTCTbUDgDvdu3I_dgIlNKvF

Chest il coment sul sît “Facebook Patrie Furlane”:

Il Comune di Gorizia rientra appieno tra quelli ricompresi nell’ambito di tutela del gruppo linguistico friulano ai sensi della D.G.R. Friuli-VG n. 2680 del 3 agosto 2001, in applicazione della L. 482/99.

L’ art. 9 della L.R. 29/2007 prevede specificamente che: “nei comuni che rientrano nella delimitazione di cui all’articolo 3, i componenti dei consigli comunali e degli altri organi a struttura collegiale dell’amministrazione stessa hanno diritto di usare, nell’attività degli organismi medesimi, la lingua friulana.”

La Legge Regionale prevale su ogni regolamento comunale per cui bene ha fatto il consigliere di Gorizia Franco Zotti a reclamare il diritto ad esprimersi in marilenghe e male invece ha fatto il presidente Cagliari ad ignorare l’ordinamento della nostra Regione a Statuto speciale.

Oltre ad esprimere la nostra scontata solidarietà al consigliere Zotti, se può essergli d’aiuto, vogliamo ricordargli il precedente del 2010 del Comune di Spilimbergo contro il consigliere friulanofono Bruno Colledani. In quell’occasione il Colledani ottenne giustizia direttamente dal Capo dello Stato, facendo riscrivere il regolamento del consiglio comunale adeguandolo alle norme di tutela per il gruppo linguistico friulano.
Noi da tempo sosteniamo che il modo migliore per difendere i nostri diritti linguistici è proprio quelli di esercitarli.
Mai molâ. – Patrie Furlane

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No ise ore di finîle di no rispietâ i dirits linguistics  dai furlans?

Non ci può essere discriminazione tra le “TRE” minoranze linguistiche storiche che vivono nella regione Friuli-VG!

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
1 marzo 2021

Egregio Direttore,

se questa lunga pandemia ci ha insegnato qualcosa è che una società non può sussistere se tollera, al suo interno, degli egoismi e la difesa di particolari interessi che contrastino con i suoi principi fondamentali. Servirà infatti uno sforzo corale e disciplinato di tutti i cittadini affinché le regole sanitarie siano rispettate con l’obiettivo della salute comune facendo sì che chiunque possa aver accesso alle cure, senza differenze di sorta tra un gruppo e un altro. Infatti, quando lo Stato deve intervenire nella società, deve farlo nei modi descritti dai principi fondamentali della nostra Costituzione. Quando ciò non accade, si creano delle disarmonie che possono sfociare in conflitti tra chi ha ottenuto di più e chi ha ottenuto di meno.

E’ il caso della differenza di trattamento tra le minoranze linguistiche di questa regione.

Fino al 1999 in Italia erano tutelate solo le minoranze linguistiche con Stato e solo in forza di accordi internazionali imposti al nostro Paese sconfitto nella seconda guerra mondiale.

Poi con la legge 482/99 si è dato, dopo 50 anni di colpevole ritardo (così si è espresso per iscritto anche il sempre compianto linguista Tullio De Mauro), attuazione all’articolo 6 della Costituzione italiana. Questa legge ha posto fine alla discriminazione tra minoranze linguistiche con Stato e minoranze linguistiche senza Stato. Discriminazione che la corte Costituzionale ha più volte denunciato nelle sue sentenze dichiarando incostituzionali le norme di legge che la prevedevano.

E’ vero che poi nel 2001, lo Stato concesse agli sloveni, con la legge 38, una tutela più completa e ricca, ma questo non autorizza la discriminazione a danno dei friulani e dei germanofoni della nostra regione: germanici e friulani non sono minoranze di serie B e non possono essere trattate come cenerentole come purtroppo ancora accade.

Dispiace leggere sulla stampa le pretese avanzate dalla senatrice triestina di lingua slovena, Tatjana Rojc, di riservare alla sua minoranza privilegi neppure previsti dalla costituzione italiana, quale il posto garantito in Parlamento per i rappresentanti della sua minoranza, privilegio da lei non richiesto anche per le altre due minoranze che vivono in regione ma che riserva solo alla “sua” minoranza. Suscitando nel tempo delle legittime richieste di parificazione, anche in vista della prossima ratifica della Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie.

Che la parificazione sia possibile lo afferma l’art.18 della legge 482 che così recita:Nelle regioni a statuto speciale l’applicazione delle disposizioni piú favorevoli previste dalla presente legge é disciplinata con norme di attuazione dei rispettivi statuti. Restano ferme le norme di tutela esistenti nelle medesime regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano.

Come ciò possa essere realizzato lo spiega la sentenza della Corte Costituzionale n°159 del 2009, tracciando il sentiero giuridico per arrivare a tale parificazione. Un’altra sentenza della Corte Costituzionale la n° 215 del 2013, spiega che non possono esserci differenze di tutela tra le minoranze cosiddette di madrelingua straniera (minoranze con Stato) e le minoranze autoctone quale è la minoranza friulana.

Così, un noto avvocato udinese ha immaginato questo possibile progetto di legge: “ Nella Regione Autonoma Friuli – Venezia Giulia, come previsto dall’art. 3 dello Statuto Speciale adottato con Legge Costituzionale 1/63, onde garantire effettiva parità di trattamento tra tutti i gruppi linguistici regionali legalmente riconosciuti, le misure di tutela più favorevoli previste per uno di tali gruppi linguistici si estendono automaticamente anche a tutti gli altri.”.

Rimane purtroppo ancora il nodo di non pochi consiglieri regionali che ancora discriminano tra le tre minoranze linguistiche della nostra regione nella convinzione che si sia ancora nella situazione precedente alla legge 482/99, non tenendo conto delle sentenze della Consulta e ascoltano la “sirena” Tatjana Rojc con le sue richieste incostituzionali.

Remo Brunetti – Cavazzo Carnico

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Il documento a firma di  Remo Brunetti, che ringraziamo per averci inviato il testo della  lettera  autorizzandoci anche alla sua pubblicazione,  è stato pubblicato sul quotidiano IL MESSAGGERO VENETO sabato 6 marzo 2021 a pagina 35 nella Rubrica “L’INTERVENTO”  con il titolo “Minoranze linguistiche, due pesi e due misure”.

Tutte le considerazioni inserite nel documento sono da noi pienamente condivise.

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