RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
1 marzo 2021
Egregio Direttore,
se questa lunga pandemia ci ha insegnato qualcosa è che una società non può sussistere se tollera, al suo interno, degli egoismi e la difesa di particolari interessi che contrastino con i suoi principi fondamentali. Servirà infatti uno sforzo corale e disciplinato di tutti i cittadini affinché le regole sanitarie siano rispettate con l’obiettivo della salute comune facendo sì che chiunque possa aver accesso alle cure, senza differenze di sorta tra un gruppo e un altro. Infatti, quando lo Stato deve intervenire nella società, deve farlo nei modi descritti dai principi fondamentali della nostra Costituzione. Quando ciò non accade, si creano delle disarmonie che possono sfociare in conflitti tra chi ha ottenuto di più e chi ha ottenuto di meno.
E’ il caso della differenza di trattamento tra le minoranze linguistiche di questa regione.
Fino al 1999 in Italia erano tutelate solo le minoranze linguistiche con Stato e solo in forza di accordi internazionali imposti al nostro Paese sconfitto nella seconda guerra mondiale.
Poi con la legge 482/99 si è dato, dopo 50 anni di colpevole ritardo (così si è espresso per iscritto anche il sempre compianto linguista Tullio De Mauro), attuazione all’articolo 6 della Costituzione italiana. Questa legge ha posto fine alla discriminazione tra minoranze linguistiche con Stato e minoranze linguistiche senza Stato. Discriminazione che la corte Costituzionale ha più volte denunciato nelle sue sentenze dichiarando incostituzionali le norme di legge che la prevedevano.
E’ vero che poi nel 2001, lo Stato concesse agli sloveni, con la legge 38, una tutela più completa e ricca, ma questo non autorizza la discriminazione a danno dei friulani e dei germanofoni della nostra regione: germanici e friulani non sono minoranze di serie B e non possono essere trattate come cenerentole come purtroppo ancora accade.
Dispiace leggere sulla stampa le pretese avanzate dalla senatrice triestina di lingua slovena, Tatjana Rojc, di riservare alla sua minoranza privilegi neppure previsti dalla costituzione italiana, quale il posto garantito in Parlamento per i rappresentanti della sua minoranza, privilegio da lei non richiesto anche per le altre due minoranze che vivono in regione ma che riserva solo alla “sua” minoranza. Suscitando nel tempo delle legittime richieste di parificazione, anche in vista della prossima ratifica della Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie.
Che la parificazione sia possibile lo afferma l’art.18 della legge 482 che così recita: “ Nelle regioni a statuto speciale l’applicazione delle disposizioni piú favorevoli previste dalla presente legge é disciplinata con norme di attuazione dei rispettivi statuti. Restano ferme le norme di tutela esistenti nelle medesime regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano.”
Come ciò possa essere realizzato lo spiega la sentenza della Corte Costituzionale n°159 del 2009, tracciando il sentiero giuridico per arrivare a tale parificazione. Un’altra sentenza della Corte Costituzionale la n° 215 del 2013, spiega che non possono esserci differenze di tutela tra le minoranze cosiddette di madrelingua straniera (minoranze con Stato) e le minoranze autoctone quale è la minoranza friulana.
Così, un noto avvocato udinese ha immaginato questo possibile progetto di legge: “ Nella Regione Autonoma Friuli – Venezia Giulia, come previsto dall’art. 3 dello Statuto Speciale adottato con Legge Costituzionale 1/63, onde garantire effettiva parità di trattamento tra tutti i gruppi linguistici regionali legalmente riconosciuti, le misure di tutela più favorevoli previste per uno di tali gruppi linguistici si estendono automaticamente anche a tutti gli altri.”.
Rimane purtroppo ancora il nodo di non pochi consiglieri regionali che ancora discriminano tra le tre minoranze linguistiche della nostra regione nella convinzione che si sia ancora nella situazione precedente alla legge 482/99, non tenendo conto delle sentenze della Consulta e ascoltano la “sirena” Tatjana Rojc con le sue richieste incostituzionali.
Remo Brunetti – Cavazzo Carnico
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Il documento a firma di Remo Brunetti, che ringraziamo per averci inviato il testo della lettera autorizzandoci anche alla sua pubblicazione, è stato pubblicato sul quotidiano IL MESSAGGERO VENETO sabato 6 marzo 2021 a pagina 35 nella Rubrica “L’INTERVENTO” con il titolo “Minoranze linguistiche, due pesi e due misure”.
Tutte le considerazioni inserite nel documento sono da noi pienamente condivise.
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