Il “Friuli ex-austriaco” ( e prima del 1500 patriarchino), che si è cercato di cancellare nel nome e nella storia millenaria, con l’ottocentesca invenzione “Venezia Giulia” e con la recentissima invenzione “Isontino” , non può dimenticare il ruolo fondamentale che la lingua e la cultura friulana hanno avuto e hanno ancora, in questo territorio. L’italianità è arrivata solo dopo il 1918, prima in questo territorio si parlava quasi esclusivamente in friulano e in sloveno…. e non esistevano gli attuali confini Italia/Slovenia!
Così riporta il giornalista Matteo Femia in un articolo a sua firma pubblicato sul quotidiano Il Messaggero Veneto (Udine) il 14 agosto 2021:
“La friulanità diventi tema centrale tra gli argomenti da trattare in vista dell’appuntamento con la capitale della cultura 2025”. A lanciare la proposta da Cormons, dove si sono incontrati l’altra sera in Enoteca proprio per tracciare una linea comune sull’argomento, sono il sindaco Roberto Felcaro e il presidente del Gect Paolo Petiziol”
(…..) e poi il giornalista prosegue riportando le parole del Sindaco di Cormons Roberto Felcaro:
«La ricchezza di questa porzione di territorio è data proprio dalla molteplicità di culture e lingue: ci sono influenze slovene, friulane, austriache. Tutto questo è un plus per noi, che ci eleva. Ora dobbiamo essere bravi a farci notare dal mondo in tutte le nostre molteplici peculiarità: siamo sempre stati un popolo umile e riservato, ma noi friulani ora abbiamo il dovere di farci conoscere di più anche attraverso la vetrina di Gorizia/Nova Gorica 2025. È giusto che il mondo della friulanità abbia tutti gli spazi che merita in un contesto internazionale del genere».
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Dimenticare la lingua friulana e la friulanità del Friuli goriziano (ex-austriaco) significa VIOLENTARE LA STORIA E LA CULTURA DI QUESTO TERRITORIO. E’ troppo chiederne il rispetto?
Un plauso al Sindaco di Cormons, Roberto Felcaro, e al Presidente del Gect, Paolo Petiziol, per la loro chiara e ferma presa di posizione.