FIUME TAGLIAMENTO: NO, a opere impattanti per continuare a consumare suolo con nuove lottizzazioni (alla foce del Tagliamento?)

Dal sito di “Patto per l’autonomia”:

Tagliamento (pattoperlautonomia.eu)  

(…) «Il dibattito sul Tagliamento sta prendendo una direzione pericolosa – afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo –: un conto è discutere di come coniugare la sicurezza degli abitanti dei Comuni del basso corso con la tutela della naturalità del fiume, entrambi obiettivi fondamentali che non possono essere tenuti in considerazione uno a scapito dell’altro; un altro conto è pensare di intervenire pesantemente con opere impattanti per continuare a consumare suolo per nuove lottizzazioni, inseguendo un modello di sviluppo insostenibile e fuori dalla storia.(…). Noi ribadiamo che è necessario fare uno sforzo ulteriore per trovare una soluzione comune, che tenga in considerazione le esigenze di tutte le comunità rivierasche e faccia di questo fiume straordinario un vero elemento di sviluppo del territorio, nel segno della naturalità e della sostenibilità. (…)”

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E’ lecito distruggere l’ecosistema del Fiume Tagliamento per poter ampliare le zone edificabili di alcuni Comuni rivieraschi? – Comitât Friûl (comitatfriul.eu)

La risposta non può che essere negativa. Purtroppo è questo che sta richiedendo chi vuole opere impattanti nel Medio Tagliamento, nel mentre nella Bassa friulana contemporaneamente non  vuole realizzare i canali scolmatori previsti da tutti gli studiosi alla foce del Tagliamento, canali che salverebbero molte vite umane in caso di piena del fiume (due interventi che il Laboratorio Tagliamento aveva individuato e che riguardano i canali scolmatori in sx Tagliamento da realizzarsi nella bassa friulana) 

NO alla lottizzazione nell’area golenale della foce del fiume Tagliamento!  Si approvi una legge regionale che la proibisce. Le aree golenali sono aree di espansione laterali delle acque che vanno mantenute a difesa delle vite umane. 

SI al rispetto  di questo straordinario fiume che può essere un importante elemento di sviluppo turistico   –  economico  “eco-sostenibile” sull’intera asta del fiume. 

Comitato per l’autonomia e lo sviluppo del Friuli

Distribuzione Fondi PNRR ai Comuni: perchè non ci sono finanziamenti per i Comuni friulani?

Tratto da “Il Gazzettino.it”:
Fondi Pnrr per i Comuni, prima è la Campania: Veneto e Friuli Venezia Giulia in fondo. La tabella (ilgazzettino.it)

Mercoledì 5 Gennaio 2022 di Angela Pederiva

(…)  I CRITERI

Prima assoluta è la Campania, con 79 municipi, per un’erogazione complessiva di 489 milioni. Seguono la Sicilia, con 60 centri e 423 milioni, e la Puglia, con 59 realtà e 399 milioni. Appena sotto il podio c’è il Lazio, con 53 città e 336 milioni. Speculare è la posizione del Veneto: quartultimo con 7 Comuni e 30 milioni, mentre il fanalino di coda è il Friuli Venezia Giulia, con una sola opera da 1,6 milioni. Nel mirino del Nordest, e non solo, ci sono i due criteri in base a cui sono state ripartite le risorse. Il primo prevede una distribuzione «almeno proporzionale alla popolazione residente» in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Il secondo è costituito dall’«indice di vulnerabilità sociale e materiale», calcolato con un algoritmo che tiene conto di sette indicatori, tra cui la percentuale di popolazione «analfabeta e alfabeta senza titolo di studio», l’incidenza di giovani di 15-29 anni «non attivi e non studenti», la quota dei nuclei familiari «con potenziale disagio economico» e «assistenziale».

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Tratto dal sito del “Patto per l’Autonomia”:

(…) la “spartizione” delle risorse del PNRR sta avvenendo in maniera completamente centralizzata e che il coinvolgimento delle Regioni, auspicato a suo tempo anche dal Presidente Mattarella, è minimale. Alla faccia del decentramento e della sussidiarietà.

Di certo, quella che è stata dipinta come un’occasione fondamentale di “ripresa e resilienza” si sta trasformando in una colossale occasione persa, in particolare per il Friuli.

Infatti se a Trieste sono arrivate risorse importanti per il porto e hanno trovato i soldi per finanziare con decine di milioni persino opere assurde come l’ovovia, per il Friuli non sembrano esserci né risorse, né idee (…)
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Il Presidente della regione, Massimiliano Fedriga, non ha nulla da commentare?

TRIESTE, LA SUA CITTA’,  è già stata ampiamente finanziata con fondi milionari (tra cui il finanziamento di una assurda ovovia!!), E IL FRIULI?

LE TRASMISSIONI RADIO-TELEVISIVE IN LINGUA FRIULANA? DEVONO ESSERE GESTITE AUTONOMAMENTE DALLA SEDE RAI DI UDINE!

E’ finita l’epoca
delle chiacchiere politiche! 

Solo una Sede RAI a Udine, autonoma da Trieste e  con investimenti e personale adeguati, può farsi carico di tutelare in RAI  la minoranza linguistica friulana.

Le forze politiche friulane che siedono in Consiglio regionale devono “pretendere” con forza un chiaro “cambio di passo”  e “il rafforzamento della Sede RAI di Udine”, nel rispetto dell’art. 6 della Costituzione italiana e dei diritti linguistici della minoranza linguistica friulana.

I giornalisti “friulanofoni” ci sono già e sono professionalmente preparati; già esistono in Friuli ampie competenze utilizzabili per creare a Udine una struttura di programmazione che renda effettivi i diritti linguistici dei friulani in attuazione dell’art. 12 della L. 482/99.  Quello che invece risulta mancare è la “volontà politica”, sia a Roma che a Trieste, di rispettare i diritti dei Friulani  anche in RAI. 

LA MINORANZA LINGUISTICA FRIULANA NON E’ UNA MINORANZA DI SERIE B!

Plaudiamo alla chiara denuncia in Sede Consiliare del Patto dell’Autonomia e facciamo nostre le loro richieste.

“(…) Gli obiettivi sono chiari. «Bisogna creare quanto prima una struttura autonoma per la lingua friulana a Udine – rafforzando la sede del capoluogo friulano nel suo ruolo di presidio territoriale –, con l’assegnazione di una redazione deputata alla ideazione e produzione di trasmissioni informative e programmi di approfondimento, formata da figure specializzate e professionisti di madrelingua friulana, e di dotazione tecnologica adeguata», afferma il capogruppo Moretuzzo, che assieme a Bidoli, ormai oltre due anni e mezzo fa, aveva chiesto un aggiornamento contenutistico della convenzione Stato-Rai relativa alla Regione Friuli-Venezia Giulia con una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale. Moretuzzo e Bidoli già allora sollecitavano ulteriori impegni tra cui il riconoscimento dell’autonomia finanziaria e gestionale della sede Rai del Friuli-Venezia Giulia, funzionale al raggiungimento di una maggiore programmazione in lingua friulana conseguente anche a investimenti strutturali adeguati nella sede di Udine. Da allora, nessun cambio di passo sostanziale. (…)”

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SOSTIENI E FIRMA LA PETIZIONE LANCIATA SULLA PIATTAFORMA  CHANGE.ORG : 

(…) È una questione di giustizia e una battaglia di civiltà”, si legge nella petizione indirizzata da Diego Navarria, componente del direttivo del Patto per l’Autonomia, al presidente della Rai, Marcello Foa, alla presidente di Rai.Com, Teresa De Santis, e al sottosegretario con delega all’editoria per il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Moles, e che si può sottoscrivere sulla piattaforma change.org all’indirizzo http://chng.it/zHPxhNBX 

(…) Non ci accontentiamo più delle briciole. Il friulano ha la stessa dignità delle altre lingue minoritarie presenti nel servizio pubblico radiotelevisivo, dignità riconosciuta dalla Costituzione italiana, dalle leggi statali ed europee. È tempo che la minoranza linguistica friulana veda riconosciuti i suoi diritti, in particolare all’informazione radiofonica e televisiva nella sua lingua. È una questione di giustizia e una battaglia di civiltà.

TAV TRIESTE-VENEZIA? PROGETTO GIA’ RESPINTO E DA ARCHIVIARE!

 

TAV  TRIESTE-VENEZIA

Ancora una volta a Trieste la Giunta regionale ritorna a parlare di un progetto già bocciato, ossia del TAV (Treno ad Alta Velocità) Trieste-Venezia: perché viene riproposto di nuovo?

V O N DE !    V O N DE !  V O N DE !

“Durissima critica infine dal capogruppo in Consiglio regionale del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo:  “Si metta definitivamente da parte l’anacronistico progetto dell’Alta Velocità, autentica idrovora di risorse pubbliche e di territorio i cui benefici rischiano di essere ben poca cosa rispetto agli impatti negativi, ma sul quale, invece, oggi si è dichiarato più che possibilista l’assessore Pizzimenti e decisamente favorevole, pochi mesi fa, il presidente Massimiliano Fedriga. Si investa piuttosto sulla rete esistente con un progetto di ampio respiro che ne migliori l’affidabilità, rispondendo alle esigenze dei suoi utenti con un servizio finalmente adeguato”.

E così il Consigliere regionale Cristian Sergo (M5S):

Parliamo di velocizzazione? Nel 2016 il Freccia Bianca copriva la tratta Trieste – Venezia in 1 ora e 24 minuti, secondo quanto affermato da RFI, nell’ipotesi migliore, arriveremmo a una percorrenza dai 6 a 10 minuti in meno, quando potenziando la linea esistente otterremmo un recupero di 7 minuti. All’Assessore Pizzimenti – conclude l’esponente pentastellato – chiediamo, prima di fare ragionamenti su qualsiasi progetto e di auspicare la futura realizzazione della TAV da 8 miliardi, di rivedere il Piano dei trasporti e della logistica: basti pensare che nel giro di pochi minuti abbiamo quattro stazioni tra Monfalcone, Trieste Airport, Cervignano e la nuova fermata prevista a Latisana. Su questo, sul miglioramento tecnologico, sull’eliminazione dei passaggi a livello, giusto per fare degli esempi, bisogna lavorare prima di pensare a spendere milioni in progetti che già oggi sappiamo non essere necessari. Basti pensare che l’obiettivo prefissato dalla velocizzazione della linea era quello di collegare le due città in un’ora, i risultati presentati oggi ci dimostrano che, nonostante 1,5 miliardi di euro e ferite pesanti sul territorio, la previsione è di metterci un’ora e diciotto minuti. Più di così non capiamo cosa occorra alla politica per prendere la decisione giusta”.

E così il Consigliere regionale Igor Gabrovec ( Slovenska Skupnost):

Ssk: Gabrovec, galleria Tav in Carso follia economica e ambientale
05/05/2020, 16:07

(ACON) Trieste, 5 mag – L’idea quantomeno bizzarra di scavare una galleria ferroviaria di decine di chilometri nel ventre del Carso, tra Monfalcone e Aurisina, ricorda molto la fenomenologia dei fiumi carsici: all’improvviso scompare, per riaffiorare nuovamente ogni qualvolta le ex Ferrovie dello Stato si mettono a narrare i loro progetti per il futuro. Così è stato recentemente nel corso di un’audizione in Consiglio regionale, dove i rappresentanti delle ferrovie hanno nuovamente riproposto la variante sotterranea del Carso”.
Lo scrive in una nota Igor Gabrovec, esponente regionale della Slovenska Skupnost.
“Va ricordato che le comunità locali, così come le amministrazioni comunali, hanno sempre espresso negli anni il loro parere contrario a tale progetto, motivandolo con argomenti di natura geomorfologica ed economici. A fronte di un recupero in termini di tempi di percorrenza nell’ordine di poco più di cinque minuti – riflette Gabrovec – si andrebbe a intraprendere lo scavo di una galleria del costo stimato in quasi un miliardo di euro per guadagnare, sottolineo, pochi minuti”. (…)

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L’alta velocità ferroviaria tra Trieste e Venezia NON SERVE e la politica regionale lo sa, come  sa anche  che:

  1. non c’è bacino d’utenza che  ne giustifichi la realizzazione; quanti biglietti alla stazione di Trieste vengono giornalmente “staccati” per Venezia o l’aeroporto regionale? A questa domanda nessuno ha mai voluto risponderci….per ovvi motivi! Il TAV è funzionale al solo trasporto passeggeri…..che non ci sono! E non ci sono perché in questo specifico caso, serve solo una città di 200 mila abitanti; e le merci hanno necessità di ALTA CAPACITA’ e non di alta velocità!
  2. la sua costruzione creerebbe uno spaventoso disastro ambientale;
  3. la chiusura di quasi tutte le fermate nella “Bassa Friulana” penalizza gli abitanti della pianura friulana favorendo i pochi passeggeri triestini che comunque hanno a disposizione molti  treni diretti a Venezia.  La “tanto sbandierata” fermata all’aeroporto regionale di Ronchi dei Legionari è al servizio dei soli triestini e ci risulta pochissimo utilizzata sia in partenza che in arrivo, ossia un flop ….;
  4. gli 8 miliardi di euro che si vorrebbero “buttare al vento” per guadagnare “forse” OTTO MINUTI o poco più di percorrenza sulla linea Trieste-Venezia, potrebbero essere meglio spesi per migliorare l’intera linea ferroviaria regionale e in particolare per migliorare e velocizzare la principale linea ferroviaria regionale, ossia la “Gorizia-Udine-Pordenone”,  linea sempre dimenticata e poco finanziata dalla politica regionale triestinocentrica, pur essendo la linea ferroviaria principale e centrale della regione, con  Udine  il centro   ferroviario regionale nevralgico sia per le merci che per i  viaggiatori.  Ricordiamo  che il porto di Trieste risulta utilizzare quasi esclusivamente la linea ferroviaria Cervignano, Udine, Tarvisio.  Ricordiamo che da anni a Udine si sta chiedendo, senza avere una seria risposta dalla politica,  di eliminare alcuni passaggi a livello che dividono a metà la città, bloccando anche le autoambulanze per più di 20 minuti….

UNA DOMANDA: ma è così essenziale arrivare a Venezia 10 minuti prima?  Cambia forse la vita al viaggiatore arrivare 10 minuti prima a Venezia (tanto quasi sempre deve comunque attendere la coincidenza!)? Perché non investire i ben otto miliardi ( una cifra enorme) in qualcosa di più utile per i cittadini? Ad esempio nella sanità regionale che è stata disastrata da 10 anni di tagli indiscriminati….

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Aggiornamento del 15 maggio 2020:

“L’ammodernamento della linea ferroviaria Venezia-Trieste è un progetto di interesse nazionale che deriva dagli accordi Stato-Regione presi in passato e non va attribuito a questa amministrazione. Si tratta di una iniziativa che, dopo anni di silenzio assoluto, abbiamo voluto rendere pubblica. Per questo andremo nei numerosi territori coinvolti per raccogliere spunti e valutazioni nel più ampio spirito di trasparenza e partecipazione”

Lo ha affermato l’assessore a Infrastrutture e territorio Graziano Pizzimenti a conclusione del dibattito in Consiglio regionale su una mozione presentata sull’argomento. (….)”:  da un articolo del quotidiano on-line FriuliSera.it

Commento: Assessore Pizzimenti….dov’era quando tutto il territorio regionale interessato respingeva questo progetto e lottava perché fosse affossato?