A CHE PUNTO SIAMO CON LA TUTELA DELLA LINGUA FRIULANA?

A che punto siamo CON la tutela della lingua friulana?

Isal vêr che:

si fâs dome il minim di ce che la leç e oblee a fâ (e dispès nancje chel) e no si fâs invezit dut ce che la leç e permet di fâ ?

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Tutela_giuridica_-LR-29_07-sulla-tutela-della-lingua-friulana.pdf (arlef.it)

(…) Il Capo VII (articoli 28 – 30) riguarda l’attuazione e la verifica. L’articolo 28 definisce il ruolo dell’ARLeF (organismo competente per la definizione degli indirizzi di politica linguistica per il friulano) e ne fissa i compiti. L’articolo 29 introduce la clausola valutativa, assegnando alla Giunta regionale l’onere di presentare annualmente al Consiglio una relazione sullo stato di attuazione della legge. Inoltre ogni cinque anni, prima della presentazione del PGPL per il quinquennio successivo, la Giunta dovrà presentare al Consiglio un rapporto sui risultati ottenuti in termini di ampliamento dell’uso della lingua friulana. L’articolo 30 assegna al Presidente del Consiglio regionale il compito di convocare, una volta ogni cinque anni, una Conferenza di verifica e proposta per esaminare lo stato di attuazione della legge. (…).

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Con la Giunta regionale di Renzo Tondo la tutela della lingua friulana subì un fortissimo attacco; con la Giunta Serracchiani si risolsero alcuni disastri  della Giunta Tondo ma sostanzialmente si fece poco o quasi per rimediare al “disastro” di Tondo.

E l’attuale Giunta regionale del “triestino” Fedriga, con l’assessore regionale Pierpaolo Roberti con delega alle minoranze linguistiche, ugualmente  “triestino”?

DUE TRIESTINI a decidere la linea (si fa per dire….) della politica di tutela della minoranza linguistica friulana? E’ facile immaginare il loro scarso interesse e bassa competenza…… 

Fino a quando la politica regionale continuerà con questo andazzo di “finta tutela”?

La vicenda della lingua friulana in RAI è esemplare per dimostrare il reale disinteresse della Giunta regionale di Massimilano Fedriga sulla attuazione dell’art. 12 della L. 482/99 (Friulano in RAI): i friulani dovrebbero accontentarsi di “miseri fruçons”……e magari anche festeggiare? Al netto delle chiacchiere politiche dell’assessore regionale Pierpaolo Roberti, pare proprio di Sì.

Per il porto di Trieste, Fedriga e assessori regionali, si precipitano sempre prontamente a Roma a battere i pugni sul tavolo del Ministro competente…….ma quando si tratta di protestare vigoramente a Roma a favore dei diritti della minoranza linguistica friulana, la musica cambia e la Giunta si addormenta !

Eppure dovrebbe essere interesse dell’intera popolazione regionale (triestini inclusi) l’attuazione delle leggi di tutela già esistenti a favore della minoranza linguistica storica friulana in quanto la difesa dello “Statuto di autonomia speciale” è strettamente legata alla attuazione della VERA TUTELA delle tre minoranze linguistiche che vivono in regione: friulani, sloveni e germanici.

Forse alla Giunta regionale leghista di Massimiliano Fedriga non interessa il mantenimento dello “Statuto di autonomia speciale” del Friuli – Venezia Giulia risultando politicamente subordinata a Salvini e Zaia? Ed è noto che Zaia punti al grande Veneto con il Friuli scendiletto degli interessi dei vicini di casa, e un Friuli con una forte identità legata alla sua lingua non va bene nè al triestino Fedriga, nè al veneto  Zaia: potrebbe ostacolare i disegni  della politica leghista veneta e triestina!

La politica linguistica di tutela della minoranza linguistica friulana ha necessità di assessori regionali competenti.

La politica linguistica di tutela della minoranza linguistica friulana, ha necessità di assessori regionali competenti e non di “orecchianti” disinformati.

 “Il cuadri de planificazion linguistiche, de complessitât des operazions, de organizazion e des competencis che a coventin al dimostre che par puartâ indevant i principis di tutele e di disvilup de lenghe furlane e varès di jessi une grande clarece e determinazion politiche e aministrative. Pal plui si pues viodi che e mancje: i risultâts otignûts fin cumò no derivin di une azion compate e di une volontât de classe politiche, espression de popolazion, ma ben di une juste azion di resistence di une minorance di inteletuâi che a son espression o interpretazion dai interès dal popul, ma che dispès no cjate comprension o solidarietât nancje tal mont politic regjonâl, influençât dal podê centrâl che par tradizion al è contrari o insensibil aes minorancis.”

Tratto da : http://www.serling.org/new/pdf/planificazion_linguistiche.pdf di Alessandro Carrozzo

Perchè meravigliarsi della scarsa competenza degli assessori regionali della Giunta Fedriga (ma con le precedenti Giunte regionali le cose non andavano meglio…) relativamente alla pianificazione linguistica di tutela delle minoranze linguistiche, in primis la minoranza nazionale friulana?

La L.r. 29/2007 è ancora in gran parte da attuare a distanza di 12 anni dalla sua approvazione: e ciò è indice di disinteresse e incompetenza della politica regionale, espressione quest’ultima soprattutto del capoluogo alabardato di cui è nota l’insofferenza per tutto ciò che  PUZZA di “friulano”, in primis la lingua.

Il poco che è stato fatto lo si deve quasi esclusivamente alla pressione di una minoranza di intellettuali friulani che si sono fatti portatori e interpreti degli interessi del popolo friulano.

Dalla stampa locale risulta che l’assessore regionale, triestino, Pierpaolo Roberti abbia dichiarato che non dobbiamo commettere l’errore di fraintendere la promozione e la tutela di una lingua e di una cultura con la promozione dell’una o dell’altra associazione” e abbia proposto la cancellazione dell’elenco delle associazioni a cui concedere fondi senza partecipare a bandi in quanto considerati enti/associazioni di primaria importanza.

Ma l’assessore triestino Roberti conosce l’ABC della politica linguistica di tutela di una minoranza linguistica? Conosce la grande battaglia fatta dai friulani per ottenere il loro riconoscimento di minoranza linguistica? Conosce i nomi dei protagonisti di questa grande battaglia?

La politica linguistica ha bisogno di programmazione pluriennale e non certo di bandi annuali; ha bisogno di “fondi” certi e non di offensive elemosine ….come è successo fino ad ora!

I bandi annuali impediscono ogni forma minima di programmazione di politica linguistica.

Ci sono alcune associazioni, che potremmo definire storiche, come “Glesie Furlane” e la Fondazione che stampa il mensile “Patrie furlane”, che hanno fatto la “Storia” delle rivendicazioni linguistiche friulane e hanno un posto importante nella politica di tutela della minoranza linguistica friulana. Come potranno programmare la loro attività senza la certezza di fondi almeno triennali?

Ma un triestino, com’è l’assessore Roberti, lo sa tutto questo? Permetteteci di dubitarne.