L’AUTONOMIA SBAGLIATA – Comunicato Stampa del 4 agosto 2022

 

COMITATO PER L’AUTONOMIA E IL RILANCIO DL FRIULI

Comunicato stampa

L’AUTONOMIA SBAGLIATA
4 agosto 2022

In questi giorni il Consiglio regionale ha approvato un “assestamento di bilancio” di oltre 800 milioni distribuendo soldi a destra e manca, con grandi comunicati trionfali della Giunta e del presidente Fedriga, 800 milioni derivati da “avanzi” del 2021.

Contemporaneamente arriva la notizia che l’azienda sanitaria del Friuli centrale ha un deficit di 116 milioni. Sempre nel 21. Si può immaginare che simili deficit interessino anche le altre aziende regionali, gestite tutte in piena autonomia dallo Stato, ma il deficit, nella sanità è dato da quanto stanziato dalla Regione rispetto allo speso e quindi il deficit è dovuto, banalmente, al sotto finanziamento regionale.

Detto in un altro modo: la Regione ha risparmiato sulla sanità per costruirsi un tesoretto da elargire in vista delle prossime elezioni, mentre il pronto soccorso di Udine esplode, i professionisti migliori si licenziano, mancano oltre 200 medici e infermieri.

Chissà se agli elettori/elettrici interesserà più l’ennesimo bonus o un servizio sanitario efficiente?

In ogni caso, oltre vent’anni fa la Regione aveva ottenuto la piena autonomia per la gestione della sanità per difenderla e migliorarla, non per saccheggiarla!

Il Presidente
Paolo Fontanelli

Basta CANCELLARE i piccoli ospedali FRIULANI!!

 

Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli

Comunicato Stampa
11.10.2021  

Come un terremoto

Nella conferenza stampa tenuta oggi dai Comitati per la difesa dei piccoli ospedali è stato detto che le riforme della sanità regionali che si sono succedute negli ultimi vent’anni sono state come un terremoto, lento ma devastante per i piccoli ospedali e per la qualità dell’assistenza sanitaria in particolare per gli anziani delle zone montane e pedemontane.

Chiusura di reparti e di pronto soccorsi, scarsezza perfino di ambulanze con situazioni in cui l’elisoccorso risulta molto più lento di un’auto medica o dell’ambulanza, complicazioni burocratiche di ogni tipo per le quali un referto di una visita a Tolmezzo deve essere ritirato a Codroipo oppure una prenotazione sul sito Sesamo talvolta non è possibile e bisogna andare personalmente al CUP dell’ospedale, e così via.

La sanità regionale, e quella Friulana in particolare, erano il fiore all’occhiello di questo territorio, oggi si è detto, supplicato, che serve una azione collettiva di ricostruzione come dopo il terremoto.

Un terremoto! Perché questa è la realtà attuale.

Non per tutti, in realtà, perché il numero di dipendenti (medici, infermieri, impiegati, ecc.) dell’ASUGI (Trieste e Gorizia) riferiti alla popolazione sono più del doppio dei dipendenti dell’ASUFC (ex provincia di Udine). Se nel Friuli centrale venissero assunti mille medici e mille infermieri ci sarebbe ancora squilibrio!

Si è detto che non si vuole che a Trieste vengano sottratte risorse ma che ci sia un equilibrio…

La giunta regionale non si sta rendendo conto della gravità della situazione? Continueranno con la storia che è tutta colpa della presidente Serracchiani la cui riforma sarà stata pessima ma non è stata attuata in buona parte (e sarebbe toccato all’attuale maggioranza) ne cancellata con due righe di una leggina nei primi 100 giorni della giunta Fedriga. E non si parli di risorse che mancano visto che il Governo ha concesso i 700 milioni che Tondo si era visto sottrarre, senza troppe proteste, dal governo Berlusconi-Bossi.

Il Presidente
Paolo Fontanelli

“Una” Regione ma con troppe differenze! – Comunicato stampa

Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli

23 luglio  2021

“Una” Regione ma con troppe differenze!

Invitiamo tutti ad andare sul sito regionale “Sesamo” ed a fare una verifica dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie nella nostra mitica regione autonoma: si può passare dai 40 giorni medi per una visita urologica a Pordenone e Udine ai 5 di Trieste-Gorizia.

Per una mammografia a Udine ci possono volere 410 giorni mentre a Pordenone e Trieste ne bastano da 3 a 6 (ma anche ben 100 se si sbaglia struttura, comunque nel peggiore dei casi un quarto che a Udine)

Per un rx torace a Udine 30 giorni medi, 10 a Pordenone e 1 a Trieste. Per una TAC anche Trieste deve aspettare 160 giorni, tanti, ma meno dei 250 di Udine!

Un terzo dei posti di primario non è stato assegnato con concorso ma affidato a facenti funzione. E il sistema dei prelievi per le analisi del sangue a Udine è andato nel pallone per ferie quantomeno mal programmate.

Anche sul perchè si continui con i tamponi nasali e non con quelli salivari prodotti a Mereto di Tomba resta un mistero.

Questa non è una sanità “regionale”!

Questa è una sanità dove le risorse sembrano distribuite con criteri localistici ottenendo una pesante discriminazione ed un danno alla salute nei confronti di una parte rilevante dei cittadini regionali, evidentemente politicamente deboli e che attendono invano di essere rappresentati con maggiore credibilità.

D’altra parte della discriminazione a danno di Udine se ne devono essere accorti anche organismi e presidenze che fino a ieri erano fortemente “regionaliste” se la presidente degli industriali della ex provincia di Udine in un recente convegno ha chiesto il riconoscimento della “specificità” del sistema industriale del Friuli centrale e il PD convoca una conferenza stampa per dire che l’ente Fiera di Udine-Gorizia non può essere solo a servizio della portualità triestina.

Poi ci diranno che molti milioni verranno spesi per le piste da sci, ma queste servono solo a fare ulteriore scempio delle nostre montagne ed a creare ulteriore discriminazione tra chi può permettersi una costosa (per sè e per la finanza regionale) giornata sugli sci e chi invece dovrà attendere 250 giorni per una TAC.

il presidente

Paolo Fontanelli

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Il Comunicât stampe a firme di Paolo Fontanelli al è stât publicât  sul setemanâl La Vite Catoliche,  edizion  dal 28 di Lui 2021, pagjine 25.